Oggi, giovedì 23 maggio, la Commissione europea ha comunicato di aver avviato una procedura d'infrazione contro l’Italia. Con una lettera di messa in mora (INFR(2024)2053) la Commissione contesta a Roma di non aver “recepito pienamente e correttamente la direttiva sulla plastica monouso (direttiva (UE) 2019/904)” e aver “violato gli obblighi previsti dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico (direttiva (UE) 2015/1535)”. Il nucleo del problema sono le deroghe concesse dall'Italia all'uso delle stoviglie monouso in plastica biodegradabile. 

Perché la Commissione ha avviato la procedura di infrazione

Nel comunicato della Commissione, si legge che la Direttiva sulla plastica monouso (direttiva SUP) è un elemento essenziale della strategia della Commissione sulla plastica e del piano d'azione sull'economia circolare. Il suo obiettivo è prevenire e ridurre l'impatto di alcuni prodotti in plastica sull'ambiente e sulla salute umana, oltre a promuovere la transizione verso un'economia circolare. E infatti un recente report di Legambiente mostra, per esempio, come il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024 sulle spiagge italiane sia costituito da stoviglie usa e getta in plastica, insieme a reti e attrezzi da pesca, mentre la plastica è il materiale più raccolto, con il 79,7% degli oggetti rinvenuti.

“L'Italia non ha recepito, o non ha recepito correttamente, diverse disposizioni della Direttiva sulla plastica monouso nell'ordinamento nazionale, il che influisce sul suo ambito di applicazione”, spiega la Commissione europea. “L'obiettivo della Direttiva sulla trasparenza del mercato unico è quello di prevenire la creazione di ostacoli nel mercato interno. Gli stati membri devono notificare alla Commissione tutti i progetti di regolamenti tecnici relativi ai prodotti prima che vengano adottati nel diritto nazionale. In base alla direttiva, gli stati membri devono rispettare un periodo di sospensione di tre mesi tra la notifica del progetto di regolamento tecnico e la sua adozione.”

L'Italia avrebbe invece violato queste regole procedurali, adottando la legislazione che recepisce la direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di sospensione, mentre il dialogo con la Commissione era ancora in corso. Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune sollevate dalla Commissione.

La procedura di infrazione contro l’Italia per la plastica monouso

Solo il 26 aprile 2024 il Dipartimento per gli affari europei aveva comunicato che le infrazioni a carico dell’Italia erano scese a 63. La Commissione europea aveva infatti deciso due giorni prima di archiviare sette procedure “particolarmente sensibili per gravità e per materia”. La notizia dell’infrazione per la plastica monouso non è comunque arrivata inaspettata. Come infatti Materia Rinnovabile aveva spiegato il mese prima, parlando di “stoviglie biodegradabili che violano la direttiva sulla plastica monouso”, l’avvio della procedura di infrazione era già nell’aria.

Una portavoce della Commissione europea aveva dichiarato a Materia Rinnovabile come per il momento l’esecutivo si fosse “limitato a richiamare quei nove stati membri che non hanno ancora adottato la direttiva: Belgio, Croazia, Estonia, Irlanda, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia”. Riservandosi la possibilità di sanzioni “in caso di recepimento tardivo o scorretto (come nel caso dell’Italia)”.

Le 64 infrazioni a carico del nostro paese riguardano per la maggior parte (49 casi) la violazione del diritto dell'Unione e per 15 casi il mancato recepimento di direttive. L'ambiente con, 19 casi, è il settore dov’è più alta l'incidenza delle infrazioni, seguito da trasporti (7), affari economici e finanziari (6) e lavoro e politiche sociali (5).

 

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Immagine: © European Union, 2023