La sostenibilità non è più un’opzione, ma una leva di crescita essenziale per le imprese del Made in Italy. Birra Peroni, il notissimo marchio italiano − di proprietà del gruppo Asahi − ha deciso di mettere intorno a un tavolo martedì 11 marzo, nella Galleria del Cardinale Colonna a Roma, istituzioni, esperti e aziende per discutere il futuro della competitività italiana vista attraverso la lente della sostenibilità.
Al dibattito hanno partecipato anche Vannia Gava, viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Valentino Valentini, viceministro delle imprese e del Made in Italy, il senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione industria, commercio, turismo, agricoltura del Senato, e Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Service Line Leader di IPSOS.
Tutti conoscono Birra Peroni, che con una produzione annua di 6 milioni di ettolitri l’anno (di cui 2 per il mercato estero) negli stabilimenti di Bari, Roma, Padova e Pomezia è un po’ un simbolo dell’Italia nel mondo. Sfidando certe tendenze (ancora minoritarie, per fortuna…) l’azienda crede più che mai nella necessità di avere un impatto positivo per il pianeta e le persone, consumatori e lavoratori.
Per cui, Peroni aderisce ai Sustainable Development Goals sanciti dall’ONU, e in concreto all’interno del programma “Legacy 2030” del gruppo Asahi è impegnata per centrare obiettivi sfidanti in termini di emissioni, approvvigionamento sostenibile, consumo di acqua, packaging, diversità e inclusione e consumo responsabile.
“Il paradigma della sostenibilità è cambiato radicalmente negli ultimi dieci anni”, spiega Federico Sannella, direttore Corporate Affairs di Birra Peroni. “Da strumento di filantropia si è trasformato in un vero e proprio asset di business, un valore insito nel prodotto finale di un’azienda e della sua reputazione, soprattutto quando si pensa al Made in Italy. Sempre di più nell’industria del nostro paese, infatti, la sostenibilità sta assumendo un ruolo chiave, diventando una leva di competitività imprescindibile: investire su questi aspetti ci permette di anticipare e mitigare rischi di business, di preservare la qualità che contraddistingue la nostra offerta, di studiare e implementare soluzioni di efficientamento del business e, non da ultimo, di portare ai consumatori un prodotto più vicino alle loro esigenze, in tutto il mondo.”
Per fortuna, come dimostra una recente ricerca IPSOS, il 96% dei consumatori italiani ritiene che la sostenibilità sia un elemento chiave per la reputazione e il successo del Made in Italy. E soprattutto, sostenibilità fatta di cose concrete. Una bella sfida per l’industria birraria, che adoperando materie prime agricole, acqua e calore deve affrontare problemi non banali per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, per migliorare l’efficienza energetica e la riduzione dei rifiuti.
Investendo in nuove tecnologie, riducendo gli sprechi e favorendo il dialogo con partner e istituzioni locali, negli ultimi 10 anni Birra Peroni ha ridotto del 10% i propri prelievi idrici per ettolitro di birra prodotta.
Ancora, l’azienda è da anni impegnata in prima linea anche nell’ambito dell’agricoltura, attraverso il suo centro di eccellenza, il Campus Peroni, dove istituzioni, università, esperti e startup lavorano per promuovere la cultura della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità lungo la filiera con oltre 2.000 agricoltori. Oppure, i 600 metri quadri di collettori solari installati nella fabbrica di Bari per trasformare in calore la radiazione solare catturata, permettendo una riduzione dei consumi di gas metano con una conseguente riduzione delle emissioni di CO₂.
In copertina: uno scatto dall’evento organizzato da Birra Peroni