Il Premio Nobel per l'Economia 2024 è stato vinto da Daron Acemoglu e Simon Johnson del Massachusetts Institute of Technology e da James A. Robinson dell’Università di Chicago per gli studi sulla formazione delle istituzioni e sul loro impatto sulla prosperità, facendo maggiore chiarezza sulle attuali differenze di ricchezza tra i paesi del mondo.

Perché Acemoglu, Johnson e Robinson hanno vinto il Nobel per l’economia 2024

La ricerca di Acemoglu, Johnson e Robinson fornisce una spiegazione per il divario persistente di ricchezza tra paesi ricchi e poveri, attribuendo questo fenomeno alle differenze istituzionali. Per capire come mai il 20% più ricco dei paesi del mondo è oggi circa 30 volte più ricco del 20% più povero, il lavoro dei tre economisti si è concentrato soprattutto sull'impatto del colonialismo e sulle istituzioni instaurate dai colonizzatori europei a partire dal XVI secolo.

I vincitori del Nobel per l’economia hanno esaminato i motivi per cui le regioni che erano relativamente più prospere prima della colonizzazione oggi risultano tra le più povere al mondo. Questo "rovesciamento della fortuna" è legato alla natura delle istituzioni imposte dai colonizzatori. Nei territori dove gli europei si insediarono stabilmente e in gran numero, furono introdotte istituzioni inclusive, che favorirono lo sviluppo economico a lungo termine e un maggior numero di diritti. Al contrario, nelle aree dove la presenza europea fu limitata, vennero stabilite istituzioni estrattive, concepite per sfruttare le risorse locali a vantaggio di una ristretta élite, con conseguenze negative per il progresso e il benessere generale delle popolazioni autoctone.

Un elemento importante identificato dai tre ricercatori è la densità di popolazione che viveva nell’area prima dell’arrivo dei colonizzatori: nelle zone densamente popolate, dove l’opposizione ai colonizzatori poteva essere maggiore e dove c’era più opportunità di sfruttare la manodopera locale a basso costo, le istituzioni erano di tipo estrattivo, senza elezioni e con pochissimi diritti politici per gli abitanti.

Inoltre, i ricercatori hanno trovato una relazione tra la mortalità dei colonizzatori e il PIL attuale: più alta era la mortalità, più basso è il PIL pro capite oggi. Questo perché la pericolosità e la complessità della colonizzazione ha influenzato il tipo di istituzioni che sono state create. I tre economisti hanno evidenziato anche come la gravità delle malattie diffuse tra le comunità di coloni abbia avuto un ruolo significativo nel determinare le differenze istituzionali. Nei paesi in cui gli europei erano più vulnerabili a malattie letali, si osservano oggi istituzioni deboli, alti livelli di corruzione, povertà diffusa e sistemi economici disfunzionali.

©Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences

È possibile promuovere lo sviluppo economico?

Per spiegare come mai alcuni paesi rimangono intrappolati in situazioni caratterizzate da istituzioni estrattive e dall’assenza di miglioramenti economici bisogna guardare al potere. Introdurre riforme economiche destinate a migliorare il benessere generale della popolazione comporterebbe inevitabilmente una diminuzione della ricchezza per coloro che detengono il potere. Finché il sistema politico assicura loro il controllo, i leader non hanno alcun incentivo a promuovere cambiamenti, e la popolazione tende a non credere nelle promesse di future riforme.

Tuttavia, questa mancanza di capacità di fare promesse credibili di cambiamento positivo spiega anche perché, in alcune circostanze, si verifichi un processo di democratizzazione, come accaduto in Europa Occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Le masse, forti del proprio numero, possono mobilitarsi e minacciare coloro che detengono il potere. In tali circostanze, l'unica opzione per le élite potrebbe essere quella di cedere il potere e instaurare un sistema democratico.

Come ha detto Jakob Svensson, presidente del Comitato per il Premio in scienze economiche, “ridurre le enormi differenze di reddito tra i paesi è una delle sfide più grandi del nostro tempo. I vincitori del premio hanno dimostrato l'importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo".

Le osservazioni di Acemoglu, Johnson e Robinson sul modo in cui le istituzioni influenzano la prosperità dimostrano che gli interventi a sostegno della democrazia e delle istituzioni inclusive rappresentano un importante passo avanti nella promozione dello sviluppo economico.

©Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences

Che cos’è il Premio Nobel per l’economia

Nel 1968, la Sveriges Riksbank (la banca centrale svedese) ha istituito il Premio in scienze economiche in memoria di Alfred Nobel, finanziato da una donazione della banca per il suo 300° anniversario. Nonostante non sia tecnicamente un Nobel, è assegnato dall'Accademia reale svedese delle scienze seguendo gli stessi principi degli altri premi. L’anno scorso il premio era stato vinto da Claudia Goldin, per aver migliorato la nostra comprensione riguardo la partecipazione femminile al mercato del lavoro.

 

In copertina: Daron Acemoglu, Simon Johnson and James Robinson. Ill. Niklas Elmehed © Nobel Prize Outreach