Tra il 14 e il 16 Maggio a Istanbul si è tenuta la prima edizione della Mediterranean Green Week, per promuovere il dialogo tra i paesi del Mediterraneo con l’obiettivo di trovare soluzioni congiunte alle attuali crisi climatica, energetica e ambientale. Proprio il dialogo e l’azione collettiva sono stati il cuore pulsante dell’evento, coordinato dall’Unione per il Mediterraneo. L’istituzione intergovernativa ha voluto essere la piattaforma di lancio per la formulazione di strategie comuni per la transizione verde e la costruzione di partenariati tra i paesi che si affacciano sul “mare in mezzo alle terre”.
Per la sua conformazione, infatti, il Mediterraneo è considerato un hotspot dei cambiamenti climatici, una regione in cui il clima si sta riscaldando il 20% più velocemente rispetto alle tendenze globali. Una realtà che ha delle dinamiche a sé stanti e che necessita di azioni coordinate e risposte idonee per evitare non solo il collasso degli ecosistemi, ma anche quello delle popolazioni stesse che lo abitano. La forza del meeting è stata quella di far incontrare più voci con il fine di trovare strategie comuni a tutti i paesi per la mitigazione e l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, percorrendo la strada verso un'economia decarbonizzata, efficiente dal punto di vista energetico e attenta all’utilizzo delle risorse.
“Ci siamo accorti che nel Mediterraneo un freno alla realizzazione dei progetti legati alla transizione veniva dalla mancanza di dialogo tra istituzioni, industria, banche, associazioni e società civile”, racconta a Materia Rinnovabile Grammenos Mastrojeni, vicesegretario generale dell'Unione per il Mediterraneo. “Chi si occupa di energia comunica poco con chi si occupa di acqua e così chi si occupa di foreste non parla con chi si occupa di finanza climatica e viceversa. Per questo abbiamo deciso di riunire circa 170 persone provenienti da ambiti differenti, dai ministri ai gruppi giovanili, e da settori diversi, acqua, energia, clima, finanza, foreste, gender equality, scienza, per far sì che si creassero delle connessioni, delle sinergie e dei progetti comuni per il futuro della regione mediterranea.”
I risultati della Mediterranean Green Week
L'evento ha riunito governi, imprese, società civile, giovani e scienziati con l'obiettivo di abbattere le barriere tra i settori e gli stati e lavorare in modo collaborativo. Dal ministro dell’energia del Libano, Walid Fayad, alla segretaria di stato dell’ufficio del primo ministro sloveno, Maša Kociper, dai rappresentanti della Banca europea per lo sviluppo a formazioni giovanili che si occupano di trovare soluzioni concrete alla crisi climatica. Seppur il meeting sia durato solo tre giorni, è riuscito nel suo intento e ha dato i suoi succulenti frutti. Dagli incontri sono infatti nati impegni e collaborazioni che hanno visto partecipi tutti i portatori di interesse.
I gruppi di Think Tank presenti, tra cui l’italiana ECCO, hanno sottoscritto la Med Alliance of Think Tank on Climate Change, un’alleanza che mira a riunire i gruppi di esperti presenti nella regione del Mediterraneo per affrontare congiuntamente le sfide climatiche di quest’area. “Il nostro obiettivo collettivo è affrontare le questioni climatiche specifiche del Mediterraneo promuovendo la ricerca innovativa, lo sviluppo di politiche e gli sforzi di sensibilizzazione. Insieme, stiamo cercando di creare una voce potente e unita a favore dell’azione per il clima nella nostra regione”, si legge nel comunicato stampa. Lo scopo dell’alleanza è elaborare raccomandazioni che vadano a influenzare e veicolare le decisioni governative in seno alle politiche climatiche e di transizione energetica trascendendo i confini nazionali, ma anche coinvolgere e informare il pubblico attraverso l’arma di una comunicazione che sia sempre più mirata e strategica.
Finanziamenti, sicurezza e transizione energetica
Ma non finisce qui. La Fondazione Greening the Islands (GTI) ha infatti annunciato la creazione di una nuova piattaforma per il dialogo sulla transizione energetica nel Mediterraneo, il Mediterranean Dialogue on Sustainable Energy and Climate (MEDSEC). Il MEDSEC sosterrà l’obiettivo di 1 terawatt (1TW) di capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030 nella regione del Mediterraneo, contribuendo all’obiettivo stabilito nel cosiddetto UAE Consensus, il documento istituito alla COP28 che ha posto l’obiettivo di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile nei prossimi 6 anni.
Sempre in tema di energia, la già operativa Piattaforma sull’energia dell’Unione per il Mediterraneo è stata ampliata dall’istituzione del gruppo di lavoro su gas, emission abatement e idrogeno. Un gruppo che riunirà politici, rappresentanti dell’industria e delle istituzioni finanziarie, regolatori, stakeholder del settore energetico, commercianti e spedizionieri provenienti da tutta la regione euro-mediterranea. L’obiettivo è sviluppare punti di vista e proposte condivise su questioni inerenti il gas naturale e le rinnovabili, le tecnologie pulite e la riduzione delle emissioni, al fine di rafforzare la sicurezza e la sostenibilità dell’approvvigionamento e degli scambi regionali. Una piattaforma che già fino a ora si è occupata, tra le altre tematiche, dell’integrazione dei mercati energetici e dell’uniformizzazione degli standard legali e tecnici per creare delle reti che colleghino tutta la regione in modo stabile e sicuro.
Gli incontri tenuti durante la Mediterranean Green Week hanno poi toccato numerosi altri argomenti interconnessi che sono partiti dal nexus acqua-energia-cibo-ecosistemi, per arrivare agli ultimi sviluppi sull’idrogeno, fino ai meccanismi di finanziamento, tra cui il Partenariato Blu Mediterraneo, un’iniziativa che mira a mobilitare almeno 1 miliardo di euro in investimenti sostenibili per l’economia blu nel Mediterraneo meridionale e orientale.
La partecipazione dei giovani
“Attraverso questi tre giorni di incontri gli stati hanno dimostrato la consapevolezza che i processi legati alla transizione verde sono fondamentali per il futuro del Mediterraneo e devono essere necessariamente mediati dal dialogo”, ha commentato a Materia Rinnovabile Gramenos Mastrojeni. Un dialogo al quale non è mancata la voce dei giovani. “Il mondo dei politici, delle banche di sviluppo, delle organizzazioni internazionali ha deciso di dare grande ascolto alla presenza dei giovani”, continua Mastrojeni.
“Numerose associazioni giovanili hanno infatti preso parte alla conferenza con un orientamento fortemente propositivo: se prima era tipica la protesta per chiedere ai governi di agire, qui hanno dimostrato un enorme impegno a proporre programmi concreti. C’erano ragazzi, come i fondatori di Across the sea, che vogliono creare una rete attiva tra le istituzioni del Mediterraneo per progettare un futuro comune.”
Ragazzi che non si arrendono e, anzi, vogliono comunicare al mondo che loro ci sono, sono pronti a rimboccarsi le maniche e a collaborare per rendere il Mediterraneo un luogo desiderabile per tutti, pronto a mitigare e adattarsi alle sfide climatiche.
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Immagine: Engin Yapici, Unsplash