Investire in resilienza paga, indipendentemente dal tipo di catastrofe. È questo il risultato principale del 2024 Climate Resiliency Report, studio promosso dalla Camera di commercio degli Stati Uniti in collaborazione con la compagnia assicurativa Allstate e la Fondazione della Camera di commercio degli Stati Uniti. Pubblicato a giugno 2024, il documento è stato presentato il 26 settembre in occasione del National Preparedness Month, ricorrenza che negli Stati Uniti mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di prepararsi a disastri ed emergenze.

Il rapporto non si limita a sottolineare che prevenire è meglio che curare, ma quantifica anche il ritorno sull’investimento. Ogni dollaro speso per la resilienza agli eventi estremi e per la preparazione ai disastri naturali può far risparmiare ben 13 dollari. Questo rappresenta il beneficio medio per i 25 disastri analizzati nello studio. Dal 1980 a oggi, gli Stati Uniti hanno infatti affrontato 383 disastri climatici e meteorologici, ognuno con danni superiori a 1 miliardo di dollari, per un totale di oltre 2.700 miliardi di dollari di danni.

Come calcolare i vantaggi economici dell’investire in resilienza

Dei 13 dollari stimati dal 2024 Climate Resiliency Report, 6 dollari sono relativi a danni e costi di bonifica post evento e rappresentano un rapporto ormai consolidato, secondo i ricercatori. A questi − qui la novità − vanno però aggiunti 7 dollari in termini di impatto economico. “I responsabili delle politiche federali, statali e locali, così come le famiglie e le imprese, si trovano di fronte a scelte difficili su quanto investire in resilienza, preparazione e mitigazione precatastrofe”, si legge nel rapporto. “Molti si concentrano spesso sui costi tangibili di bonifica e ripristino, che di solito vengono spesi direttamente per riprendersi dopo un disastro. Tuttavia, ci sono spesso altri costi economici che non si vedono: la perdita di posti di lavoro, di case, di popolazione, la diminuzione della forza lavoro, la riduzione della produzione economica e la perdita di reddito, che devono essere contabilizzati nei bilanci.”

Un approccio che mostra la sua portata se si pensa che, stando al riassicuratore Gallagher Re, solo nel 2022 il costo dei disastri naturali ha superato i 360 miliardi di dollari in tutto il mondo, compresi più di 40 eventi meteorologici che hanno causato danni per oltre 1 miliardo di dollari. Ma soprattutto, secondo il 2024 Climate Resiliency Report, gli investimenti in resilienza e preparazione hanno benefici economici anche se non si verifica mai un disastro. Quando gli investimenti nella preparazione ai disastri aumentano, le comunità vedono aumentare i posti di lavoro, la forza lavoro cresce, più persone si trasferiscono nell'area e la produzione e i redditi aumentano.

Investire in resilienza paga: 5 scenari dagli Stati Uniti

Cinque dei 25 scenari analizzati nel 2024 Climate Resiliency Report mostrano costi di danni e bonifica che variano da 1 miliardo a 130 miliardi di dollari, coinvolgendo comunità di diverse dimensioni negli Stati Uniti, sia in aree rurali che metropolitane. Ad esempio, investire 10,8 miliardi di dollari in resilienza per un uragano di categoria 4 a Miami (Florida) potrebbe prevenire la perdita di circa 184.000 posti di lavoro, risparmiando 26 miliardi di dollari in produzione e 17 miliardi di dollari in reddito.

Un investimento di 833 milioni di dollari per un grande terremoto a San Diego (California) salverebbe circa 38.000 posti di lavoro, con risparmi di 5,8 miliardi di dollari in produzione e 3,3 miliardi di dollari in reddito. Inoltre, 83 milioni di dollari investiti per un tornado a Nashville (Tennessee) salverebbero oltre 5.300 posti di lavoro, con risparmi di 683 milioni di dollari in produzione e 464 milioni di dollari in reddito. Per una siccità o un’ondata di calore a Redding (California), 83 milioni di dollari di investimenti salverebbero 474 posti di lavoro e manterrebbero 67 milioni di dollari di produzione e oltre 31 milioni di dollari di reddito. Infine, investire 83 milioni di dollari per un grande incendio boschivo a Santa Fe (New Mexico) salverebbe 388 posti di lavoro, preservando quasi 45 milioni di dollari di produzione e oltre 20 milioni di dollari di reddito.

 

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In copertina: FWC photo by Andy Wraithmell, via Flickr