Le rinnovabili vanno bene, ma senza esagerare e senza fretta. Con il gas continueremo a lungo, perché “è il fossile meno pesante”. Gli obiettivi climatici programmati dall’Italia in Europa per il 2030 non li rispetteremo, ma quelli del 2050 sì. Il Governo italiano “crede profondamente” nel ruolo dei biocarburanti per la mobilità privata. E infine, avanti tutta sul nucleare, e senza bisogno di dover pensare a un referendum, “perché quelli del passato parlavano di un altro tipo di nucleare”. Questi sono i messaggi lanciati dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel corso della conferenza stampa con cui ha ufficialmente annunciato la riunione del 29 e 30 aprile prossimo del G7 Clima,  Ambiente ed Energia.

La credibilità dell’Italia sulla transizione ecologica

A questo appuntamento tra i ministri dell’Ambiente e del Clima dei sette paesi più ricchi dell’Occidente che si svolgerà tra due settimane nella Reggia di Venaria, nei pressi di Torino, l’Italia si presenta oggettivamente come uno dei paesi più ostili al Green Deal europeo, e dunque non particolarmente credibile quando si tratta di discutere di transizione ecologica. Basti pensare alle recenti prese di posizione in sede europea, con il no alla norme sulle regole di sostenibilità delle imprese, alla Legge sul ripristino della Natura e alla Direttiva “Case Green. Inoltre, non è certo un segreto che da molte settimane si moltiplicano le voci di un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni europee di giugno. E la poltrona di Pichetto Fratin ‒ persona molto cortese ma certamente non esperta sui delicati temi dell’energia e ambiente, né particolarmente incisiva politicamente o nella sua azione di governo ‒ è fortemente a rischio. Si vedrà.

Certo è che Pichetto Fratin ostenta tranquillità: "A Venaria l'Italia arriva con idee chiare ‒ ha detto ‒ e con la determinazione necessaria per rendere questo G7 portatore di risultati reali e ambiziosi. In continuità con gli impegni assunti in ambito G7 e G20, la Presidenza italiana consoliderà le iniziative già in corso e si concentrerà su azioni mirate e congiunte, orientate alla concretezza. Vogliamo spingere sul passaggio da un utilizzo massiccio dei fossili alle energie pulite, imprimere una forte spinta allo sviluppo delle rinnovabili e allargare gli orizzonti a tutte le fonti che, con il supporto scientifico, possano garantirci la sicurezza energetica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali, compreso il nucleare. Altrettanta forza vogliamo dare alle politiche di adattamento, cruciali per la tenuta e la resilienza dei sistemi naturali ed economici, anche nei paesi africani”.

Secondo la Presidenza italiana, l'appuntamento vuole anche essere "un ponte tra la COP28 e la COP29", puntando anche "a un accompagnamento dei Paesi più vulnerabili verso lo sviluppo”. Più in dettaglio, oltre ai ministri di Italia, Francia, Germania, Canada, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Commissione Europea, al summit sono invitati anche la Presidenza della COP28, gli Emirati Arabi Uniti, e quella altrettanto segnata dal mondo oil&gas dell’Azerbaijan, che presiederà la COP29, il Brasile quale presidenza di turno del G20, l'Arabia Saudita e, nel quadro del focus sull'Africa, la Mauritania quale presidenza di turno dell'Unione Africana, il Kenya, l'Algeria e la Banca Africana di Sviluppo.

Il programma ufficiale del G7 Clima, Ambiente ed Energia

In vista della ministeriale G7 i gruppi di lavoro a cui hanno preso parte i negoziatori dei rispettivi Paesi ‒ viene spiegato in una nota del MASE ‒ hanno definito in questi mesi i temi al centro del comunicato finale che traccerà il percorso verso le prossime scadenze globali. Per la parte Ambiente, il focus sarà su "consumo e produzione sostenibili, economia circolare ed efficienza delle risorse, con particolare riferimento al tema del riciclo delle materie prime critiche e della circolarità nell'industria tessile e nella moda. Verranno poi affrontati gli ambiti legati al contrasto dell'inquinamento per natura e persone, la biodiversità, gli ecosistemi, il mare e gli oceani. Centrale sarà il tema dell'uso sostenibile delle risorse idriche. Particolare rilievo avrà la collaborazione con paesi terzi, in particolare con l'Africa su temi trasversali quali il contrasto al degrado del suolo e la lotta alla desertificazione, l'uso delle tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione degli effetti dei cambiamenti climatici e la sostenibilità delle filiere produttive".

Nella sessione Clima ed Energia "si affronterà il tema della 'Net-zero' agenda, con obiettivi volti a potenziare i sistemi di accumulo e flessibilità, in modo da gestire il forte apporto delle rinnovabili. Al centro anche il potenziamento dell'efficienza energetica e il rafforzamento della sicurezza, in particolare per la catena di approvvigionamento dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle rinnovabili. E ancora, puntare su nuove tecnologie energetiche tra cui ricerca e sviluppo del nucleare sostenibile, ridurre le emissioni di metano e promuovere la collaborazione con i paesi terzi, specie con quelli più vulnerabili e con gli stati africani, sul fronte dello sviluppo di risorse energetiche, infrastrutture locali e adattamento".

Quattro le sessioni di lavoro: il 29 aprile si aprirà la plenaria dei ministri; dopo la "foto di famiglia", la sessione di lavoro dedicata a Clima ed Energia; nel pomeriggio la sessione Ambiente concluderà la prima giornata. Martedì 30 una nuova plenaria di tutti i ministri del G7, con l'obiettivo di definire il comunicato conclusivo. I lavori prevederanno anche la presenza di organizzazioni internazionali: per la sessione Clima ed Energia AIEA, IRENA, ODI e Conferenza sui cambiamenti climatici. Per la parte Ambiente prevista la presenza di UNDP, OCSE e UNEP.

Atomo sì, ma senza referendum

Rispondendo alla domande dei giornalisti ‒ particolarmente pepate quelle dei giornalisti della stampa estera, presso la cui sede si è svolta la conferenza stampa ‒ il ministro ha cercato di negare che l’Italia non si impegni a fondo per lo stop ai combustibili fossili e agli investimenti nel settore, spiegando che “è parte di un percorso indicato nel PNIEC”, che prevede per il 2050 un forte spostamento verso le rinnovabili. Intanto, però, si continuerà a puntare fortemente sul gas, per trasformare l’Italia in un hub di questo “fossile meno pesante” in grado di servire anche Austria e Germania.

E a chi chiedeva se si pensa a sottoporre ai cittadini una consultazione referendaria sul ritorno all’energia nucleare, Pichetto ha risposto così: “Direi di no, anche perché i referendum che ci sono stati parlavano di un altro tipo di nucleare, un altro prodotto rispetto a quello a cui pensiamo". In ogni caso al G7 Clima, Energia e Ambiente "il tema del nucleare verrà trattato, poi bisogna vedere quale sarà l'accordo per il comunicato finale: parleremo di fusione e parleremo di fissione, il tema ci sarà”. Insomma, molta determinazione per il rilancio del nucleare in Italia, persino sostenendo la possibile validità dell’annuncio da parte dell’Eni di un reattore a fusione nucleare già nel 2035. Eppure, continuiamo a essere il Paese che non riesce a costruire un Deposito nazionale per i rifiuti nucleari, nemmeno per quelli a bassa radioattività di origine ospedaliera e industriale.

 

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Immagine: il ministro Gilberto Pichetto Fratin © MASE