Si è da poco conclusa la riunione ministeriale dell’ambiente al G20 di Rio, in Brasile, durante la quale i rappresentanti dei paesi membri hanno raggiunto un consenso attorno alle priorità dell’agenda politica su tematiche che riguardano, tra gli altri, clima, biodiversità, inquinamento ed economia circolare.
Quello di Rio era sicuramente un vertice molto atteso, almeno per due motivi. Da un lato, molti degli argomenti trattati durante il meeting saranno oggetto di discussione a COP29, che si svolgerà a Baku il prossimo novembre, e diventeranno ancor più rilevanti l’anno prossimo, quando sarà la presidenza brasiliana a ospitare la conferenza dell’ONU sul clima numero 30. Dall’altro, il gruppo del G20 è da sempre un osservato speciale quando si parla di politiche ambientali. I paesi che ne fanno parte detengono quasi l’80% del PIL mondiale ma sono anche responsabili dell’80% delle emissioni di gas serra prodotte. Hanno quindi il potere e la responsabilità − economici e finanziari, oltreché politici − di indirizzare e guidare la transizione energetica.
“Si tratta di economie che […] ospitano anche una gran parte della popolazione mondiale”, ha sottolineato Marina Silva, ministra dell'ambiente e dei cambiamenti climatici del Brasile. “Se facciamo la nostra parte, certamente daremo un grande contributo per affrontare la sfida del riscaldamento globale, che minaccia di superare i 1,5 gradi.” E proprio il Brasile, che il 3 e il 4 ottobre ha ospitato i lavori dell’Environment and Climate Sustainability Working Group (ECSWG), conosce molto bene il senso di urgenza legato all’azione climatica. Tra la popolazione civile, è ancora vivo il ricordo delle piogge torrenziali che lo scorso maggio sono costate la vita a più di 75 persone nel Rio Grande do Sul, colpito da uno dei più devastanti disastri climatici della sua storia.
Il contenuto della Environment and Climate Sustainability Declaration
Anche per questo, nel documento finale, la Ministerial Declaration, gli stati esprimono solidarietà verso il Brasile e tutti gli altri paesi colpiti da eventi meteorologici estremi. “Le perdite umane e ambientali in tutto il mondo evidenziano la necessità urgente di adottare misure più incisive per rispondere alla nuova realtà globale”, si legge nel testo della dichiarazione.
Quanto alle priorità emerse dai negoziati tra le Parti, nel documento del G20 i paesi membri hanno riconosciuto la necessità di consolidare la cooperazione globale e l'urgenza di azioni per intensificare gli sforzi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, accogliendo con favore la Task Force per la mobilitazione globale contro il cambiamento climatico, un'iniziativa della presidenza brasiliana. Il testo riafferma anche l'impegno verso gli obiettivi stabiliti da accordi internazionali come la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) e l'Accordo di Parigi, evidenziando la necessità di azioni ambiziose in tutti i pilastri del quadro.
Riguardo agli oceani e alla protezione degli ecosistemi marini attraverso politiche di adattamento, il G20 ha riconosciuto il loro ruolo cruciale nella stabilità climatica e si è impegnato a intensificare gli sforzi per il finanziamento e la gestione delle risorse marine, con l’obiettivo di proteggere l'ambiente marino, la biodiversità e promuovere politiche di adattamento che rendano questi habitat più resilienti. In particolare, il testo si concentra sul raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG 14), che riguardano la conservazione degli oceani.
Il documento richiama anche l'importanza di rendere l’economia circolare più inclusiva e favorire una gestione sostenibile dei rifiuti, evidenziando il bisogno che donne e comunità indigene siano protagoniste, e non spettatrici, della transizione. Sul tema della circular economy, il testo interviene anche sul waste management, sottolineando la necessità di mobilitare più risorse per supportare una gestione sostenibile dei rifiuti soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Verso la COP16 Biodiversità
La maggior parte degli sforzi della presidenza brasiliana si è concentrata comunque sul tema della biodiversità. Non è un caso, considerato anche che a fine mese comincerà, a Cali, in Colombia, la COP16. Intanto, a Rio, in materia si è ottenuta una delle principali novità del vertice. Si tratta della proposta di introdurre “strumenti economici innovativi”, definiti, in inglese, payment for ecosystem services (letteralmente “pagamenti per i servizi ecosistemici”), con l’idea di “monetizzare” i servizi ecosistemici per valorizzare e tutelare la biodiversità, cioè integrare i benefici da essi generati nei bilanci nazionali. Con servizi ecosistemici si intendono tutte quelle attività che la natura compie in maniera gratuita e che sono fondamentali per la conservazione degli habitat e delle risorse naturali (impollinazione, approvvigionamento idrico, fertilità del suolo, controllo dell’erosione).
“Sosteniamo la tutela della biodiversità negli oceani e nelle foreste”, ha dichiarato la viceministro dell’ambiente italiana, Vannia Gava, a conclusione del vertice, evidenziando anche l'importanza di aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici e di e garantire che la conservazione degli ecosistemi rimanga una priorità nell'agenda climatica globale.
Il ministro Pichetto Fratin al G20 Energia
A proposito di Italia, anche il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica era presente al G20. Pichetto Fratin ha però preso parte ai lavori della riunione ministeriale per l’energia, che si teneva negli stessi giorni sempre i Brasile ma a Iguaçu. Durante il suo intervento in sessione plenaria, il ministro ha anzitutto lodato il lavoro della presidenza brasiliana per la dichiarazione adottata, che traccia “una strada comune per i principali produttori di energia, in linea con gli obiettivi di Parigi e della COP28”. Ha sottolineato poi l'importanza di puntare su tecnologie innovative − Pichetto Fratin è sempre più determinato sul nucleare − e su un approccio tecnologicamente neutro per garantire una transizione energetica giusta e inclusiva, assicurando la sicurezza degli approvvigionamenti anche ai paesi in via di sviluppo. “Si tratta di temi che vanno nel senso proposto dall’Italia quale Presidenza G7 che a Torino ha posto tra i focus Africa e biocarburanti, per una transizione giusta e sostenibile che tenga anche conto delle esigenze della sicurezza energetica. Anche per questo l’Italia è determinata a fare la sua parte e la presidenza brasiliana può contare sul nostro contributo”.
Pichetto Fratin ha concluso il suo discorso ribadendo la necessità di triplicare la capacità delle energie rinnovabili e di sviluppare sistemi di stoccaggio energetico, nonché il sostegno alla Coalizione globale per la pianificazione energetica promossa dal Brasile, con l'obiettivo di raggiungere un futuro a zero emissioni nette entro il 2050.
Foto: Ricardo Stuckert / PR, via Flickr