È una delle principali minacce al degrado dei terreni, agricoli e non, in tutto il mondo e, nel futuro, il suo impatto sarà ancora maggiore: nel periodo 2015-2070, la perdita di suolo causata dall’erosione idrica potrebbe aumentare fino al 66%. A rivelarlo è un nuovo studio del Joint Research Center della Commissione UE. Il primo a effettuare un’analisi prospettica a lungo termine, capace di calcolare gli effetti sul mercato globale, le perdite di produzione agricola, i danni economici connessi a tale fenomeno (in termini di impatto sul PIL) e la loro distribuzione nelle diverse aree mondiali.

Il legame tra erosione e cambiamenti climatici

L’organismo europeo ha ipotizzato il tasso di erosione futuro sulla base di tre scenari climatico-economici connessi a diverse traiettorie di concentrazione di gas serra. Il primo ipotizza il mantenimento del riscaldamento globale entro i 2°C rispetto alle temperature preindustriali e quindi minori sfide di mitigazione socioeconomica. Il secondo si allinea alle tendenze che seguono in gran parte i modelli storici. Il terzo infine è lo scenario peggiore, con livelli molto elevati di emissioni di gas serra e un ruolo perdurante dei combustibili fossili nello sviluppo economico futuro.

A seconda dello scenario che si dovesse concretizzare, il tasso di erosione del suolo avrà quindi un aumento medio compreso tra il 30 e il 66%. In termini economici ciò si tradurrà in una perdita di PIL reale variabile tra i 216 e i 625 miliardi di dollari. La perdita annua sarà quindi compresa tra 4 e 11 miliardi di dollari, che si andranno ad aggiungere agli 8 miliardi di danni che già oggi vengono imputati alla perdita di produttività agricola.

Anche quest’ultima è prevista in aumento: nello scenario peggiore, la produzione agricola primaria dovrà sostenere perdite pari a circa 352 milioni di tonnellate di colture entro il 2070. Un fenomeno che, ovviamente, non coinvolgerà allo stesso modo tutte le aree mondiali. Tutto ciò, si legge nello studio, “potrebbe rappresentare una grave sfida per la sicurezza alimentare nelle regioni dove la minaccia di carenza di colture, come i semi oleosi e l’orticoltura, è potenzialmente significativa”.

La geografia del rischio

Ma quali sono le aree mondiali in maggior pericolo? Secondo il JRC, i Paesi più colpiti saranno quelli dell’Africa centro-meridionale, seguiti da India, Indonesia e Cina. Territori in cui, in parole povere, vive circa la metà della popolazione mondiale.

In quadro certamente preoccupante che non dovrebbe invece toccare più di tanto l’Unione europea: per i 27 Stati membri si prevedono danni economici tutto sommato limitati – dovrebbero essere compresi tra 176 milioni e 1,76 miliardi di dollari da qui al 2070 – mentre la produzione agricola potrebbe addirittura segnare un lieve aumento compreso tra 3,7 e 8,6 milioni di tonnellate. “Ciò – spiegano gli autori dello studio – è dovuto alla base di produzione agricola più ampia e alla sua maggiore esposizione commerciale, che le permette di trarre profitto dai relativi vantaggi competitivi”.

Le possibili conseguenze

La ridotta produttività dei terreni dovuta all’erosione del suolo porterà a un aumento della domanda di terra, incrementando anche l’impronta pro capite. L’aumento della superficie utilizzata per il consumo alimentare aumenterà fino a 167.000 chilometri quadrati, un’area grande quanto la Tunisia. La domanda di approvvigionamento idrico aumenterà invece di 10 miliardi di metri cubi.

Per far fronte al fenomeno globale, i ricercatori del JRC sottolineano i meriti delle pratiche di gestione agricola sostenibile. Grazie a esse si potrebbe far fronte agli stress ambientali e di mercato derivanti dall’erosione del suolo. Una loro diffusione potrebbe limitare a 115.000 km² l’aumento globale della superficie agricola utilizzata per il consumo alimentare. Allo stesso tempo, una maggiore apertura dei mercati globali e la possibilità di scambi commerciali liberi ed equi vengono indicati dallo studio del JRC come elementi essenziali per consentire alle regioni meno colpite di espandere la propria produzione, attenuando così le tensioni di mercato che si prevede si verificheranno nelle aree del mondo più gravemente colpite.

 

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su resoilfoundation.org

 

Immagine: Matthew, Unsplash