Cambiamento climatico, resilienza delle infrastrutture, investimenti e rispetto dei nuovi target in materia di riuso delle acque reflue sono solo alcune delle principali sfide che devono affrontare in Italia i gestori del servizio idrico integrato. Un disegno che necessita di un approccio olistico da declinare in un modello di gestione industriale capace di mantenere il legame con il territorio.
Materia Rinnovabile ne ha parlato con Enrico Pezzoli, confermato il 20 marzo 2024 nel ruolo di Presidente del CDA di Como Acqua. Gestore unico del Servizio Idrico Integrato della provincia comasca, Como Acqua serve oggi oltre mezzo milione di cittadini in 147 Comuni del territorio. Dal 2021 Pezzoli è inoltre Portavoce di Water Alliance - Acque di Lombardia, la rete che riunisce 13 aziende idriche in house della Lombardia.
Water Alliance ha lanciato il ciclo di talk WAlk To The Future per promuovere il servizio idrico integrato. Qual è l’obiettivo di questo percorso?
Abbiamo voluto questi incontri per cercare di far conoscere sempre di più la rete dei gestori lombardi ai vari stakeholder del territorio. E quindi non soltanto ai Comuni già soci, essendo tutte le nostre società di fatto in house, ma anche a utenti, professionisti e a tutti coloro che hanno interesse a scoprire qualcosa in più del servizio idrico lombardo. Water Alliance rappresenta oltre il 90% della gestione del servizio idrico integrato della Regione Lombardia.
Parliamo delle sfide che dovrà affrontare il territorio.
Sono molteplici, soprattutto se si vuole operare con una visione lungimirante. Innanzitutto, dovremo rispondere sempre di più alle sfide legate al climate change, dall’alternanza di periodi siccitosi alle alluvioni. Ci sarà un progressivo aumento del fabbisogno idrico dettato dalla crescita della popolazione o del turismo di massa, ad esempio nell’area del Lago di Como, ma anche dei fabbisogni idrici legati ai processi industriali, come per esempio quelli relativi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per il raffreddamento dei server. Allo stesso tempo dovremo affrontare le sfide poste dalle nuove direttive europee. In particolare, la Direttiva acque reflue che genererà un fabbisogno di investimenti notevole. Dovremo essere bravi a mantenere tutti questi aspetti in equilibrio.
A proposito di acque reflue, quali investimenti servono al sistema lombardo e in generale all’Italia?
La Direttiva acque reflue chiederà un maggior impegno ai gestori per il riuso dell'acqua, per non rilasciare semplicemente in natura l’acqua depurata ma cercando di riutilizzarla in maniera efficiente. I gestori dovranno poi rispettare livelli di performance dei limiti allo scarico sempre più ambiziosi rispetto a quelli attuali, soprattutto alla luce della capacità di riutilizzo delle acque. Ci sono inoltre ancora oggi zone del Paese parzialmente o del tutto prive di collegamenti agli impianti di depurazione. Parliamo di investimenti molto importanti. Tuttavia, la sfida non è soltanto legata alla depurazione, ma anche all'approvvigionamento idrico. È necessario diventare resilienti, con infrastrutture che riescano a garantire in particolare l'uso idropotabile civile. Abbiamo ancora zone del Paese in cui l’approvvigionamento idrico spesso deve essere garantito in forme diverse, come le autobotti.
Una parte consistente di risorse potrebbe arrivare dall’Europa, con il possibile Blue Deal. D’altra parte, la tariffa diventa un elemento chiave per aumentare e sostenere gli investimenti. C’è un formato ideale?
No, non c'è una ricetta preordinata. Le tariffe italiane in generale fanno fatica a coprire degli investimenti capaci di rendere resilienti le infrastrutture. Il target deve consentire di sviluppare un piano di investimenti per raggiungere questi obiettivi. Ogni singolo territorio, in funzione dello stato di fatto e della conservazione delle infrastrutture, genererà poi un piano economico finanziario e di conseguenza una tariffa.
A livello locale, ma soprattutto nazionale, quanto è importante oggi avere un'unica centrale di informazione dati?
È fondamentale, non soltanto per i dati ma anche per la gestione. Oggi chi si occupa di servizio idrico integrato si occupa di fognature, depurazione e acquedotto, ma tendenzialmente non si occupa in maniera strutturata ‒ se non in alcune aree del Paese ‒ della gestione delle acque meteoriche, le cosiddette acque bianche. Questo è un grande tema, così come le grandi concessioni idroelettriche e in generale i serbatoi di stoccaggio, incluse le derivazioni per uso agricolo gestite dai consorzi. Esistono una regolamentazione e una gestione che non sono univoche. Sapendo che per esempio la parte agricola e quella industriale incidono sul fabbisogno idrico in maniera predominante rispetto al servizio idrico integrato per il solo uso civile, la vera sfida sarebbe quella di attribuire ai gestori del servizio idrico maggiori competenze. Lo scopo sarebbe riuscire a governare a 360 gradi i flussi idrici in ingresso e in uscita dal sistema e cercare di ottimizzare sempre di più anche l'utilizzo che si fa della risorsa idrica. A oggi noi gestori abbiamo competenza su circa il 20% del consumo totale idrico.
Parlando di Como Acqua, quali investimenti dal punto di vista tecnologico avete prediletto?
Una delle nostre priorità è quella di ampliare e adottare un modello di intelligenza artificiale sulla gestione delle infrastrutture, dal telecontrollo alla telegestione. Inoltre, vogliamo efficientare attraverso l’intelligenza artificiale anche procedure e processi aziendali, quindi non la parte strettamente impiantistica.
A gennaio ha pubblicato il volume Un passo avanti. Riflessioni sulla tutela e sulla gestione dell'acqua: perché questa scelta?
Per parlare a chi non conosce il servizio idrico o ne conosce solo pochi aspetti. Sensibilizzare è importante per fare capire il valore dell’acqua, del non sprecarla, ma anche per comprendere cosa c’è dietro alla gestione del servizio idrico a livello di infrastrutture. In questo volume ho voluto inoltre includere alcune riflessioni su quella che è oggi la normativa nazionale e il futuro della gestione dell’acqua.
Un’ultima domanda sul Lago di Como, a cui siete così vicini. Com’è lo stato di riempimento?
Dopo le feste natalizie eravamo un po’ preoccupati per come potesse svolgersi la prossima stagione estiva. Nonostante le piogge e le nevicate delle ultime settimane non possiamo comunque cantar vittoria. Sappiamo benissimo che per garantire un approvvigionamento adeguato le precipitazioni dovrebbero essere costanti, soprattutto per ripristinare le riserve invernali. E quindi, insomma, diciamo che possiamo tirare un sospiro di sollievo ma non possiamo sentirci al riparo da eventuali rischi.
Immagini: Como Acqua