Misurare la propria circolarità e raddoppiarla entro il 2030 agendo attraverso ecodesign, riutilizzo, allungamento della durata di vita e recupero di asset e materiali. È questo l’obiettivo del Gruppo Enel, che durante il World Economic Forum di Davos 2023 ha presentato Economic CirculAbility, un nuovo KPI sviluppato dalla multinazionale dell’energia per mettere in relazione la performance economica (EBITDA del Gruppo) con la quantità di risorse consumate lungo l’intera catena del valore.

Ma qual è la strategia per ridurre il consumo di materie prime? “Il principio a cui attenersi è quello della rilevanza, della materialità. È fondamentale dare priorità a quei progetti che sono relativi al core business dell’azienda e sono d'impatto in termini numerici e di filiera”, spiega Fernanda Panvini, Head of Sustainability Initiatives and Circular Economy di Enel Italia.

Ecco di seguito alcune linee di intervento: dismantling e repowering in ambito generazione, grid mining e riutilizzo di Dispositivi di protezione individuale (DPI).

Dismantling e repowering in ambito generazione di energia

Chiusura e riconversione di impianti offrono enormi opportunità. Sia per le centrali termoelettriche che in generale nella gestione del fine vita degli impianti rinnovabili, durante le attività di dismantling e repowering si creano infatti diversi quantitativi di materiali e attrezzature che Enel punta a recuperare. I materiali relativi alle infrastrutture, come calcestruzzo o terre e rocce da scavo, vengono dove possibile riutilizzati in sito per le attività di ripristino, altrimenti sono inviati a riciclo per successiva reimmissione sui mercati come materia prima seconda.

Per quanto riguarda le attrezzature utilizzate negli impianti (turbine, macchinari per la movimentazione e logistica, apparecchiature elettroniche, pompe, ecc.) possono seguire diverse strade, in funzione del contesto e della tipologia di equipment e materiale. “La prima cosa è vedere se il manufatto stesso, per evitare un downgrading, può essere riutilizzato tal quale in altre centrali Enel, considerando il criterio della prossimità sia in Italia che all’estero. Per quelle attrezzature ed equipment che sono invece fuori uso, attraverso il progetto New Life procediamo a recuperare i componenti funzionanti e utilizzabili da altre aziende in altre applicazioni.

Un altro progetto interessante riguarda la cosiddetta manifattura additiva. Con le stampanti 3D possiamo riparare in autonomia componenti anche di discrete dimensioni, allungandone la vita. È una tecnica che stiamo utilizzando anche per gli impianti geotermici”, continua Panvini.

Grid Mining

In linea con il proprio percorso di decarbonizzazione, attraverso il grid mining Enel punta a recuperare metalli preziosi (principalmente rame e alluminio) e altri materiali e dispositivi da infrastrutture obsolete, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli impatti ambientali e valorizzare il ruolo dell’economia circolare nell’ambito delle attività produttive locali. “L’uso dei materiali rigenerati favorisce, altresì, la riduzione di emissioni di CO2 legate all’estrazione e alla lavorazione dei materiali e permette di contribuire positivamente al raggiungimento del target del 15% di utilizzo di materiali rigenerati (materia prima seconda) nei prodotti europei fissato per il 2030”, continua Panvini.

La seconda vita dei Dispositivi di protezione individuale

“Come Enel Italia abbiamo iniziato anche a considerare i nostri processi interni come utilizzatori. In particolare, visti i quantitativi rilevanti, abbiamo cercato delle soluzioni per poter recuperare i materiali che compongono i Dispositivi di protezione individuale. Elmetti, scarpe e alcuni tipi di indumenti dopo alcuni anni si usurano o letteralmente ‘scadono’, perdendo quelle caratteristiche specifiche per cui sono stati concepiti, come la resistenza all’arco elettrico o al fuoco. Abbiamo la responsabilità di gestire il fine vita di questi manufatti, evitando lo smaltimento, anche se non ne siamo i produttori”, conclude Panvini.

“Stiamo testando la possibilità di ottenere dalle scarpe materia prima seconda per realizzare pavimentazione antitrauma da utilizzare in ambito ufficio oppure nei parchi urbani. Il materiale tessile delle tute da lavoro potrebbe invece essere impiegato in pannelli fonoassorbenti per i lavori di edilizia.”

 

This article is also available in English / Questo articolo è disponibile anche in inglese

 

Foto: Enel