Alle ultime elezioni hanno consolidato la propria presenza, anche se sono lontani dai risultati d’oltralpe. I Verdi non si impongono ancora come forza politica chiave della transizione, ma raccolgono ampli consensi soprattutto tra i giovani. Abbiamo intervistato Eleonora Evi, eletta alla Camera, per fare il punto sullo scenario italiano e sulle prospettive di questa forza politica.

Eleonora Evi 2022

ph: eleonoraevi.com

L’alleanza Verdi – SI, con oltre 1 milioni di voti, esce dalle elezioni con 16 parlamentari. Come è andata dal vostro punto di vista?
Siamo molto contenti. Dopo 14 anni, i Verdi sono tornati in Parlamento, e questo per noi era un traguardo importante. Tra i giovani abbiamo preso più del 7%, quasi il doppio di quello che abbiamo ottenuto e questo ci dà speranza. È un’ottima base di partenza per lavorare sul futuro, consolidare e incrementare il risultato. Tuttavia, in uno scenario più ampio, sono due le cose gravissime che vediamo nel nostro paese. Da un lato c’è l'astensionismo, che è aumentato in maniera incredibile - anche tra i giovani - e questa è una cosa che preoccupa molto. Il secondo aspetto, invece, è che ora avremo un governo non di destra, ma di estrema destra. Anche a livello europeo, questo ci pone in una situazione molto più difficile, di fatto fuori da quella che è l'Europa dell'integrazione. Ci stiamo allineando con quei Paesi che invece guardano alla frammentazione, al sovranismo e alle ricette egoistiche.

E ora, qual è il piano?
Saremo un’opposizione dura, ma anche concreta e propositiva. Vogliamo creare ponti con le altre forze che non sono al governo. E questo è imprescindibile se vogliamo portare avanti le proposte fatte in campagna elettorale, come salario minimo, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, una legge sul clima.
Ma non basta. Credo che fuori dal Parlamento si possa e si debba fare azione politica, per far sentire che c'è una larghissima fetta di Paese che vuole portare avanti queste istanze, nonostante avremo un governo di destra. Ci dovremo mettere veramente al servizio della società civile e delle realtà civiche, delle organizzazioni con cui condividiamo dei percorsi. Saranno le piazze e le persone a doversi fare sentire ancora di più, perché il Parlamento da questo momento in avanti vivrà una situazione complicata.

Su acqua, suolo e clima ci sono alcuni progetti di legge che giacciono da tempo in varie versioni, altri devono essere ancora effettivamente redatti. Ci si deve aspettare che le forze conservatrici abbiano questa sensibilità, visto che in fondo si parla di difesa del proprio territorio?
Non mi faccio illusioni. Anche se è un dato la nuova narrazione di Fratelli d’Italia, che si è scoperta conservatrice dell’ambiente. Noi useremo ogni leva possibile per spingere su questa rinnovata sensibilità che hanno dichiarato, sperando quindi di poter avanzare su questi tre macro-temi. Sulla legge per il clima, importantissima. Sull’acqua, soprattutto dopo l’ultima siccità, credo che si possa trovare un terreno comune per dare risposte sulle infrastrutture idriche. Noi però abbiamo delle criticità rispetto a costruire ulteriori invasi, magari di cemento, che non risolvono il problema perché l'acqua dovrebbe essere stoccata dove naturalmente va, ovvero nelle falde.
Sul suolo, l'Europa ci verrà in aiuto, grazie alla nuova Strategia sulla biodiversità al 2030. È veramente folle nel nostro Paese continuare a consumare suolo quando versiamo in una situazione di fragilità enorme, soprattutto essendo hotspot climatico e quindi con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti.

Su PNRR e temi ambientali necessariamente si dovrà trovare un terreno comune, anche se ci saranno naturali divergenze di approccio. E sui temi sociali?
Dovremo fare un'opposizione dura, ferma e forte, perché su alcune questioni ci potrebbero essere delle derive incredibili. Penso al tema dei diritti, come il diritto all’aborto. Dobbiamo tenere gli occhi aperti e fare da argine. Allo stesso tempo, in maniera anche pragmatica, bisogna chiaramente cercare di portare a casa il massimo sul fronte clima, ambiente e PNRR.

Cosa si dice a Roma? Chi siederà al Ministero della Transizione Ecologica?
Il nome di Cingolani continua ad essere proposto. Sarebbe una continuità pessima tra governo Draghi e il probabile governo a guida Meloni. Anche se difficilmente sarà così, auspicherei che al Ministero si tornasse a dare attenzione a quei temi che il mandato Cingolani ha spazzato via. Nonostante la natura e la biodiversità siano i nostri più grandi alleati per contrastare i cambiamenti climatici, hanno ricevuto veramente scarsissima attenzione, se non nulla.

Torniamo ai risultati elettorali. Nel Sud Italia i risultati dei Verdi sono abbastanza dolenti…
Se al Nord riusciamo ad avere un sostegno maggiore, al Sud è senza dubbio una situazione più complessa. È una questione che viene da lontano, nel senso che in tutta l’Europa meridionale le compagini verdi hanno da sempre fatto più fatica. Penso alla Grecia, dove non esiste di fatto un partito verde. Ma sono deboli anche in Spagna e Portogallo. Ci sono dei tratti che accomunano tutti gli Stati del Sud dell'Europa ed è una prevalenza di situazioni di forti disoccupazione anche giovanile, precarietà e fragilità, con ampie fasce deboli e quindi di grande povertà rispetto al Nord Europa. C'è proprio una condizione economica e sociale molto diversa.

Come evolverà il partito? Rimarrà Verdi-Sinistra?
Questo è un progetto che ha portato degli ottimi frutti, che ha visto una buona capacità di due soggetti politici di unirsi e allargarsi anche ad altri pezzi di società civile. Parlo delle reti civiche e i tanti amministratori locali che erano comunque presenti. Ma penso anche alla collaborazione con il partito Possibile, con Beatrice Brignone e Pippo Civati. Insomma, sono tutti tasselli che devono continuare ad andare insieme e, auspicabilmente, anche a crescere. Vedremo quale sarà la forma di collaborazione. Intanto avremo un gruppo coeso, e alla Camera e al Senato il lavoro sarà di squadra.
Per quanto riguarda la vita all'interno di Europa Verde si vedrà l’evoluzione. Angelo Bonelli ed io saremo portavoce per altri due anni. È una squadra che ha vinto, che ha portato a casa un ottimo risultato e che secondo me deve proseguire in questo percorso. Servirà lavorare sulle risorse economiche e dovremo sicuramente creare maggiori sponde con il mondo delle aziende della transizione ecologica.

Immagine: Marco Oriolesi (Unsplash)