Da Chicago – Dopo tre intensi giorni di lavori, venerdì 24 maggio l’edizione 2024 di Circularity volge al termine. Quest’anno, però, la cronaca della principale conferenza sull’economia circolare degli Stati Uniti deve iniziare in un modo diverso. È il fiabesco “c’era una volta” il suo incipit perfetto. Vero, è la formula dei racconti a lieto fine, ma non è questa la ragione della scelta. Nel caso di Circularity 24 “c’era una volta” è l’annuncio di uno spartiacque, perché almeno negli intenti negli States la vecchia idea di economia circolare sembra proprio non esserci più.
Dal palco di Chicago il segnale arriva infatti forte e chiaro: d’ora in poi basta fare della circolarità solo una questione di plastica, packaging sostenibile e reputazione. Dalle materie prime critiche e dal lancio di nuove coalizioni al tessile, dalla rigenerazione del suolo alle politiche pubbliche, l’attuale faro è un modello di economia circolare diverso, più consapevole dei limiti e degli impatti della transizione, ma contemporaneamente attento anche all’Europa.
Un modello che vuole le catene di fornitura globali mutare e aprirsi, fino a diventare supply network. Un modello dove prosperità e comunità viaggiano alla stessa andatura. Ma, soprattutto, un modello dove la finanza incarna senza rigetto il proprio ruolo di catalizzatore. E la ragione è presto detta, a voler fare una sintesi dei numerosi interventi: l’innovazione e i progetti pilota possono essere ovunque, ma la scalabilità ha bisogno di collaborazione.
Interventi e novità da Circularity 24
Chiunque si sia mai occupato di economia circolare sa che mostrare soluzioni è allo stesso tempo standard e perno di ogni conferenza, nazionale o internazionale che sia. A Circularity 24 non poteva essere diversamente. Soprattutto visto il pubblico, composto da venture capitalist, CEO, sustainability manager ed esperti di comunicazione delle più importanti multinazionali del mondo (solo per nominarne alcune: HP, IKEA, BASF, Coca Cola, Boeing, DOW, ma anche consultancy come Deloitte, McKinsey e KPMG). Tra gli interventi, spicca sicuramente quello di Garry Cooper, CEO e cofondatore di Rheaply, piattaforma di scambio che aiuta le organizzazioni a visualizzare, quantificare e utilizzare meglio i propri materiali e le proprie risorse, facilitandone il riuso e quindi favorendo un procurement circolare. Cooper è anche membro del board di P33 Chicago, iniziativa volta a promuovere la crescita tecnologica nella metropoli.
Sempre a proposito di calcolatori e dati, sono stati invece Greg Mulholland (Founder e CEO di Citrine Informatics), Zahra Biabani (CEO di IntheLoop AI) e Areeb Malik (Co-founder e CTO di Glacier) ad approfondire l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel campo dell’economia circolare. Il consiglio alle aziende presenti è stato unanime: usare modelli piccoli e adatti allo scopo desiderato, piuttosto che addestrare super modelli di AI; esternalizzare a società terze, per evitare costi derivanti da energia e messa a punto dei software; fare attenzione alla qualità dei dati.
Intervento all’insegna della pop culture al tempo del cambiamento climatico quello di Mignon Senuta, Senior Director, Sustainability and Social Impact presso Mattel, società con uno dei portafogli di marchi più iconici al mondo, tra cui Barbie. Senuta ha spiegato come far evolvere la fiducia nel marchio da parte dei consumatori in un'epoca di ansia climatica. Tra le novità emerge invece Sway, startup californiana guidata da Julia Marsh, che sfrutta le alghe marine per creare sostituti compostabili degli imballaggi in plastica monouso. Vincitrice invece della pitch session è stata la startup innovativa Mycocycle. Il suo processo, in attesa di brevetto, punta a migliorare le funzioni naturali dei funghi per trasformare i rifiuti edili in materie prime a basso contenuto di carbonio per l'ambiente costruito.
Tornando ai giocattoli e al riuso, tra le novità in sala, quest’anno era presente anche Unless Kids. “La nostra è una piattaforma di logistica bidirezionale che offre ai genitori un modo conveniente, divertente e sostenibile di acquistare i giocattoli che i loro figli desiderano e di sbarazzarsi di quelli con cui non giocano più”, spiega a Materia Rinnovabile Nic Esposito, Founder of Circa System, società proprietaria della piattaforma.
La Circular Supply Chain Coalition
Durante il primo giorno di Circularity 24, FedEx, Pyxera Global, Sustain our Future e Metabolic hanno lanciato ufficialmente la Circular Supply Chain Coalition. Questa nuova collaborazione punta a creare economie ed efficienze di scala nella logistica inversa dei minerali critici, coinvolgendo da vicino – da ottica geopolitica globale a locale ‒ quelle comunità che rischiano di essere tagliate fuori dai benefici di un’economia circolare.
“Possiamo creare una catena di approvvigionamento che colleghi le supply chain locali a quelle globali in un modo che vada a beneficio delle comunità”, spiega a Materia Rinnovabile Jennifer Carrigan, Associate Director for Sustainability presso Pyxera. “Abbiamo testato alcune idee in un progetto pilota e ora siamo arrivati a sviluppare il programma completo. L'implementazione su larga scala di questo programma prevede che piccole imprese e imprese sociali lavorino insieme all'interno della catena di fornitura dell'elettronica, attraverso un modello di integrazione: alcune si occuperanno della demolizione, altre della riparazione, altre ancora del riutilizzo. Noi le coordineremo in modo che siano cooptate insieme. E poi rivenderanno il materiale a un produttore più grande, che pagherà attraverso un meccanismo di approvvigionamento a termine, che è un PPA modificato.”
Tra questi produttori c’è la start up American Battery Technology Company, specializzata nel riciclo di batterie. “Lavorare con i membri della coalizione e attraverso partenariati pubblico-privati incentrati sulla comunità è fondamentale per chiudere il cerchio di una catena di approvvigionamento dei metalli per batterie veramente sostenibile in Nord America”, spiega Tiffiany Moehring, Head of Communications and Marketing presso American Battery Technology Company. “L'elettronica di consumo negli Stati Uniti è notoriamente difficile da raccogliere, aggregare e riciclare in modo efficiente.”
“I provider del mondo della logistica svolgono un ruolo essenziale, anche se poco discusso, nel sostenere l'espansione dell'economia circolare”, commenta invece a Materia Rinnovabile Brandon Tidwell, Principal Global Citizenship & Sustainability di FedEx . “Spesso gli utilizzatori dei prodotti o i (ri)utilizzatori dei componenti nella fase successiva del percorso di circolarità non sono vicini alle infrastrutture in grado di selezionare, disassemblare o riutilizzare i materiali esistenti. I rifiuti elettronici, in particolare, presentano grandi opportunità per la circolarità ed è qui che FedEx ha concentrato i propri sforzi in un primo progetto pilota di riciclaggio in Tennessee lo scorso anno con Pyxera Global. Ora, in qualità di Implementation Partner della Circular Supply Chain Coalition di Pyxera, ci auguriamo di portare la nostra esperienza logistica al tavolo insieme ad altre voci di stakeholder per rendere la circolarità estesa più fattibile in tutti gli Stati Uniti.”
Unione Europea e Stati Uniti si avvicinano sull’economia circolare
Che Unione Europea e Stati Uniti si stiano guardando l’un altro è ormai evidente, soprattutto dal punto di vista della gestione circolare delle risorse (mi raccomando, la parola rifiuti a Circularity24 è bandita!). Il 21 maggio, ad esempio, il Minnesota è diventato il quinto stato degli USA ad approvare una legge che istituisce uno schema di responsabilità estesa del produttore per gli imballaggi, modello ben diffuso in Europa, “superpotenza” della regolamentazione. Ma la collaborazione è ad alti livelli anche su altri dossier tipici nel Circular Economy Action Plan europeo, come quello delle materie prime critiche.
A confermarlo era la presenza a Circularity 24 di Manuel Carmona Yebra, Deputy Head of Section for Global Issues and Innovation della delegazione dell’Unione Europea negli USA. “Ci siamo uniti agli USA per guidare la Minerals Security Partnership perché è fondamentale anche per l'Europa. È cruciale come lo è per gli Stati Uniti e per molti altri paesi”, spiega Carmona Yebra a Materia Rinnovabile.
L’iniziativa commerciale è infatti guidata da Washington, e coinvolge paesi come Canada, Australia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Repubblica di Corea, Svezia, Regno Unito e Italia. “Stiamo inoltre definendo una serie di standard comuni derivanti dal piano d'azione per l'economia circolare. Si guarda al design dei prodotti, ai principi di riutilizzo e al contenuto riciclato. Tutto questo viene tradotto in legge in Europa. Il mio compito qui è quello di sensibilizzare le aziende. Ci avvaliamo inoltre di incontri regolari a livello del EU-US Trade and Technology Council. A gennaio di quest’anno abbiamo fornito una serie di raccomandazioni. Quindi siamo in contatto non solo con le amministrazioni su questi standard di economia circolare ma anche con le industrie d'oltreoceano, e questo è fondamentale. Perché vogliamo garantire che il nostro commercio, che è la relazione commerciale più importante al mondo, continui a crescere e a prosperare, ma sia anche circolare.”
Città circolari: l’esempio di Austin, in Texas
Le città statunitensi si dimostrano sempre più attive nell’economia circolare. In Texas, Austin sta facendo passi da gigante nella promozione di un modello a ciclo chiuso, concentrandosi sulla sostenibilità e sulla riduzione dei rifiuti attraverso vari programmi e puntando a collaborare più strettamente con altre città per sostenere e incoraggiare l'innovazione dell'economia circolare in tutta la regione.
“Le sfide per l'economia circolare in Texas includono le distanze tra le principali aree metropolitane e la mancanza di accesso ai finanziamenti per l'attuazione di iniziative di economia circolare”, spiega a Materia Rinnovabile Madelyn Morgan, Conservation Program Coordinator per l’Austin Resource Recovery's Circular Economy Program della città di Austin. L'obiettivo della città è raggiungere l'azzeramento dei rifiuti entro il 2040, il che significa ridurre del 90% la quantità di rifiuti inviati in discarica.
Per Austin l’economia circolare ha tre priorità principali: sostenere l'innovazione circolare delle imprese, dare l'esempio come organizzazione e incoraggiare i residenti a impegnarsi in comportamenti di riutilizzo e riparazione ampliando l'accesso alle opportunità e all'istruzione. Tra le iniziative promosse, ad esempio, ci sono gli incentivi allo sviluppo delle infrastrutture per il riuso. “Una sfida nel passaggio a un sistema di riutilizzo aperto è inoltre la mancanza di standard. Man mano che i diversi fornitori di servizi di riutilizzo espandono i propri servizi in tutta la nazione in sistemi a ciclo chiuso è importante avere un accordo tra i leader dell'industria e della comunità. Ciò potrebbe includere standard relativi a fattori materiali come il design degli imballaggi, i colori dei contenitori e le norme di raccolta che potrebbero migliorare la comunicazione e la partecipazione del pubblico”, conclude Morgan.
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Immagini: © Giorgio Kaldor. Nella foto di copertina: Heather Clancy, Greg Mulholland, Zahra Biabani, Areeb Malik