Nel mondo della robotica e dell’informatica, così come in quello della transizione energetica viene spesso ignorato il fattore materiale. Abbiamo immaginato eserciti di androidi, macchinari ipercomplessi, campi solari infiniti, sistemi digitali onnipresenti, disegnando un futuro sempre più ipertecnologico. Eppure la disponibilità di materie prime non è illimitata – specie a costi economici e ambientali ridotti – così come l’energia, che a sua volta richiede abbondante quantità di metalli.
La lista da tenere d’occhio è quella delle materie prime critiche, Critical Raw Materials (o CRM), che include minerali come il tantalio, la bauxite, il cobalto, il bismuto, il fosforo, il magnesio e le terre rare. Senza escludere però anche materie più comuni come il rame, che vede un crescente aumento della domanda. Sono tutti elementi fondamentali per la transizione ecologica e digitale, la chiave materiale per un futuro di prosperità condivisa.
La corsa alle materie prime critiche per la transizione energetica
Una nuova corsa estrattivista è in vista. Secondo la Banca Mondiale l’approvvigionamento delle materie critiche aumenterà del 500% entro il 2050. Una crescita destinata a creare rapide impennate dei prezzi e grandi incertezze sulle catene di fornitura. Una vulnerabilità per l’Europa che è fortemente dipendente dall’import. “Oggi la Cina controlla l’intera industria globale della trasformazione delle materie prime critiche processando quasi il 90% delle terre rare e il 60% del litio”, ha dichiarato Ursula von der Leyen parlando del Critical Raw Materials Act, il primo pacchetto legislativo europeo per mettere in sicurezza l’approvvigionamento di questi materiali fondamentali che entrerà in vigore nel 2023. Solo in Italia nella produzione industriale vengono impiegati CRM utili a generare 564 miliardi di euro di valore economico (pari a circa un terzo del PIL italiano), di cui 50 derivati dalle terre rare.
Serve un cambio di paradigma tecnologico ed economico: ridurre l’eccessiva tecnologizzazione (low-tech vs high-tech), favorire i servizi naturali su quelli tecnologici, applicare in maniera diffusa l’economia circolare a partire dal riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), come ben racconta nel suo approfondimento Antonella Totaro. Ma anche ipotizzare nuove frontiere dell’estrazione di materie prime in maniera sostenibile: dall’ipotetico mondo del settore dello space mining, all’estrazione mineraria sottomarina (potenzialmente ad altissimo impatto), fino a innovazioni sperimentali come agromining e urban mining, ovvero il recupero di CRM dalle tonnellate di oggetti presenti nelle nostre case, nelle discariche, e dalle case stesse. Ma anche estrazione tradizionale, ci ricorda Euromines in un’intervista di Giorgio Kaldor, che dovrà essere fatta con i migliori standard ambientali e di sicurezza. Quando si riduce il controllo su questi minerali preziosi ne nascono pratiche di estrazione insostenibili e traffici illeciti, come ci racconta Tosca Ballerini sul traffico dei RAEE.
Un aiuto indispensabile dall’economia circolare
Questo numero, cupissimo, vuole aprire il vaso di pandora dei CRM. Più procedevamo con la lavorazione degli articoli più ci si accorgeva dell’ampiezza e della complessità del tema, delle crescenti contraddizioni e di quanto lavoro serva davvero per mettere la questione delle materie prime critiche al centro dell’agenda politica.
Si tratta di un tema chiave per affrontare la crisi climatica: se i giacimenti di CRM verranno da filoni meno accessibili richiederanno sempre più energia, basti pensare a miniere in aree inesplorate e remote. Energia inevitabilmente rinnovabile (se vogliamo affrontare la crisi climatica) che richiede però una quantità sempre maggiore di metalli per pale, pannelli e mezzi elettrici. Innescando così un circolo vizioso: metalli meno accessibili che richiedono più energia, energia meno accessibile che richiede sempre più metalli. Solo un approccio circolare potrà aiutarci in questa sfida.
Immagine: Emilie (Unsplash)
Scarica e leggi il numero 43 di Materia Rinnovabile sui Critical Raw Materials.