Condizioni meteorologiche estreme, aumento delle temperature e riduzione delle precipitazioni stanno mettendo le terre coltivate a caffè dello Yemen sotto uno stress senza precedenti. Nelle aree montuose del paese, dove la coltivazione dei chicchi è vitale per l’economia locale, il progetto I Primi di Fondazione Lavazza e Qima Foundation mira ad affrontare queste sfide idriche e non solo. Puntando su dati climatici, tecnologie avanzate e antiche tecniche di gestione idrica, il progetto cerca di garantire un futuro sostenibile per i coltivatori di caffè yemeniti.
Il progetto I Primi
La sopravvivenza dell’economia locale e montana non può prescindere dallo sviluppo agricolo, ancor di più nelle aree remote e impattate maggiormente dal cambiamento climatico. In paesi come lo Yemen, i coltivatori devono far fronte a un significativo esaurimento delle falde acquifere e a una limitata disponibilità di acqua di superficie, sfide che incidono sulla coltivazione di caffè e, di conseguenza, sul reddito dei produttori.
Per studiare la scarsità idrica, la Qima Foundation ha acquisito 20 anni di dati climatici su base mensile per l’intero Yemen, raccogliendo informazioni su 5.680 località e oltre un milione di punti di rilevamento. I dati mostrano che lo Yemen è il paese più arido al mondo per la coltivazione del caffè, con precipitazioni medie annue inferiori a 400 mm, evidenziando al tempo stesso una diminuzione del 63% dei terreni potenzialmente adatti alla coltivazione.
Su tali basi la Fondazione Lavazza, in collaborazione con Qima Foundation, che da oltre un decennio si batte per ripristinare la prosperità della repubblica yemenita, ha lanciato nel 2021 il progetto I Primi, o The First, per sostenere 1.500 piccoli produttori di caffè, il 60% dei quali è donna. In un contesto in cui il 50% del reddito familiare dei coltivatori dipende dal caffè, secondo la prima indagine nazionale sul settore, la resilienza dell'economia locale è strettamente legata allo sviluppo agricolo sostenibile.
Una gestione idrica resiliente
Migliorare la gestione dell'acqua piovana nelle regioni montuose, dove il caffè è prevalentemente coltivato, e migliorare le tecniche di coltivazione sono due elementi cruciali per lo sviluppo del paese mediorientale. A tal fine, la Qima Foundation e la Fondazione Lavazza hanno reintrodotto antiche tecniche di gestione idrica, in particolare i terrazzamenti, che riducono in modo significativo il deflusso dell'acqua e la trattengono all'interno delle aree terrazzate.
Tuttavia i terrazzamenti da soli non sono sufficienti a soddisfare le esigenze idriche. Per ottenere fonti idriche sostenibili, il progetto punta a costruire dighe e serbatoi per l'acqua piovana non invasivi. Queste strutture contribuiscono ad aumentare la disponibilità di acqua per uso domestico, per l'agricoltura e per la ricarica delle falde acquifere, riducendo così la pressione insostenibile sull'estrazione dalle falde, che attualmente supera i tassi di ricarica annuali. Il primo serbatoio, costruito utilizzando una geomembrana e con una capacità di 900 metri cubi, serve 214 coltivatori e costa un sesto rispetto ai metodi tradizionali.
Innovare la coltivazione del caffè
Nel 2022, la Qima Foundation ha creato un'azienda agricola modello per testare e diffondere innovazioni produttive, come metodi di irrigazione e pratiche di densificazione. Nella fattoria modello si stanno sperimentando, ad esempio, diverse varietà di Arabica per identificare quelle più adatte alle condizioni locali, con dimostrazioni di sistemi agroforestali che integrano alberi di Tun nelle coltivazioni di caffè e l’implementazione di un sistema di ombreggiamento artificiale per proteggere le colture dalle grandinate annuali, che spesso colpiscono le piantagioni ad alta quota.
In parallelo, è stato progettato il più grande vivaio del paese, con una capacità produttiva di 150.000 piante, dove vengono coltivate piante di caffè geneticamente verificate utilizzando tecnologie di rilevamento del DNA. Inoltre, sono in fase di costruzione il Lavazza National Coffee Centre (LNCC) a Otmah, per la lavorazione preliminare, e un centro di lavorazione avanzata a Sana'a, con una capacità annua di 150 tonnellate di ciliegie di caffè su una superficie di 2.500 mq.
Il progetto I Primi rappresenta un tassello fondamentale degli sforzi della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza per promuovere la sostenibilità nel settore del caffè. Questo impegno è evidenziato dalla recente istituzione del Center for Circular Economy in Coffee. Fondato a Torino su iniziativa della Fondazione Lavazza, in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, il Center for Circular Economy in Coffee è una piattaforma globale precompetitiva. Il suo obiettivo è di valorizzare e diffondere i principi e le pratiche dell'economia circolare nel settore del caffè, contribuendo a creare un futuro più sostenibile.
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Immagini: Lavazza
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