Si è tenuta martedì 4 giugno nell’Aula Magna dell’Università Bocconi la seconda edizione del Blue Economy Summit, conferenza internazionale organizzata da One Ocean Foundation, realtà non profit italiana operante a livello internazionale per la tutela dell’ambiente marino.

La Fondazione ha nuovamente riunito alcuni tra i più grandi esperti al mondo – provenienti dai settori scientifico, istituzionale, imprenditoriale e finanziario – per discutere lo stato attuale dell'oceano e la sempre più urgente necessità di mobilitare maggiori risorse finanziarie per proteggere e ripristinare il Capitale Naturale Blu. Quest’anno, il Blue Economy Summit si è concentrato su tematiche cruciali quali il problema della perdita di biodiversità e le nuove opportunità socioeconomiche nell’ambito della blue economy.

Cos’è la Blue Economy e perché è così importante

Cos’è esattamente la Blue Economy? È un modello economico che non solo riconosce ma valorizza il ruolo fondamentale dei nostri oceani e mari, da cui dipendono direttamente oltre 3 miliardi di persone (il 40% della popolazione mondiale) e su cui avviene l'80% del commercio mondiale di merci.

I settori economici legati a mari e oceani ‒ inclusi settori consolidati quali pesca commerciale e trasformazione dei prodotti ittici, acquacoltura, cantieristica navale e riparazioni, produzione offshore di petrolio e gas, attività portuali, commercio marittimo e settori emergenti come lo sfruttamento delle energie rinnovabili ‒ generano annualmente ricavi per 5.200 miliardi di USD, rappresentando un pilastro dell'economia globale. Di questi, 2.600 miliardi di USD di valore aggiunto lordo (VAL), con 2/3 generati nell’Oceano Atlantico e nell’Oceano Pacifico e 168 milioni di posti di lavoro. Complessivamente, infatti, mari e oceani apportano un contributo del 3,3% all’intera economia globale in termini di VAL, facendone il settimo settore economico del mondo.

Durante il Blue Economy Summit, One Ocean Foundation ha promosso una definizione di Blue Economy che amplia il concetto di economia dell'oceano. Oltre alle attività direttamente legate al mare, è altresì necessario includere tutte le attività economiche che, direttamente o indirettamente, esercitano pressioni sugli ecosistemi marini e contribuiscono attivamente a prevenirle e mitigarle.

Tutelare gli ecosistemi marini

La tutela degli ecosistemi marini e costieri è cruciale, considerando i numerosi vantaggi insostituibili che offrono, oltre a creare un habitat sano in cui le aziende possono svilupparsi e prosperare. Tuttavia, le azioni quotidiane di aziende e individui stanno minacciando la salute dei mari e degli oceani in tutto il mondo. Queste pressioni derivano dall'interazione diretta con l'ambiente marino. L'integrità dei fondali è compromessa dalla pesca a strascico e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, mentre agenti contaminanti come idrocarburi, biocidi e altre sostanze chimiche vengono spesso scaricati o accidentalmente sversati nelle acque.

Inoltre, le pressioni possono anche derivare da interazioni indirette con l'ambiente marino. Inquinamento e contaminanti, inclusi metalli pesanti, plastiche e microplastiche, raggiungono il mare attraverso fonti di scarico sulla terraferma o deposizione atmosferica.

L’impegno delle Nazioni Unite

Attualmente, la salvaguardia dei mari e degli oceani è al centro dell'attenzione delle Nazioni Unite, che hanno istituito un obiettivo specifico di Sviluppo Sostenibile (SDG 14 - Vita sott'acqua) nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Inoltre, hanno proclamato il Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile (2021-2030) con l'obiettivo principale di sostenere i paesi nel raggiungimento dell'SDG 14. Un tema, questo, sempre più rilevante nel dibattito internazionale e nei convegni di tutto il mondo, come è accaduto per il Blue Economy Summit da poco conclusosi nella città di Milano.

In questo contesto, anche il mondo del business è chiamato a contribuire attraverso lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo responsabili, innovazioni, investimenti, collaborazioni e sviluppo tecnologico.

 

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Immagine: Danist Soh, Unsplash