Priorità alle energie rinnovabili, ma ancora sostegno al gas fossile nella nuova Strategia 2024-2028 per il settore energetico della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). È questo quanto contesta alla banca multilaterale in un comunicato CEE Bankwatch Network, una delle più grandi reti di ONG ambientali dell’Europa centrale e orientale.

Approvata dal Consiglio di amministrazione della BERS il 15 dicembre 2023, due giorni dopo la transition away dai combustibili fossili sancita dal martelletto di COP28, secondo CEE Bankwatch Network la Strategia “ha di fatto chiuso gli occhi sia di fronte ai ripetuti moniti della comunità scientifica […] sia di fronte alle crescenti pressioni dell’opinione pubblica affinché la BERS disinvesta dal gas fossile e rafforzi invece il suo sostegno a una transizione energetica giusta e sostenibile”.

"Questa è un'occasione mancata per la BERS di smettere di aggiungere combustibili fossili all'incendio climatico e di mostrare ai suoi Paesi come si presenta la transizione energetica”, ha dichiarato Gligor Radečić, responsabile della campagna per il gas della CEE Bankwatch Network. “La responsabilità è ora degli azionisti della Banca, rappresentati dal Consiglio di amministrazione, che devono far valere il loro diritto di opporsi a tutte le proposte di progetti sul gas fossile nel prossimo periodo strategico.”

Che cos’è la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)

La BERS è stata costituita nel 1991 come istituzione finanziaria internazionale per favorire la transizione dei Paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’ex URSS verso un’economia di mercato. Con il passare degli anni si è progressivamente trasformata in una banca di sviluppo multiregionale, ampliando contemporaneamente la sua base azionaria. I Paesi azionisti della BERS sono attualmente 71, ai quali si aggiungono l’Unione europea e la Banca europea degli investimenti. L’Italia, oltre a essere uno dei Paesi fondatori, ne detiene l’8,52% del capitale.

Operando in Stati che per posizione geografica, invecchiamento delle infrastrutture e sottoinvestimenti storici sono vulnerabili al cambiamento climatico, dal punto di vista della finanza climatica il ruolo della BERS non va quindi trascurato. Soprattutto se si considera che per le sole regioni della BERS si stima che da oggi al 2030 saranno necessari investimenti per 180 miliardi di dollari all'anno, di cui 130 miliardi nel solo settore energetico.

La nuova Strategia per il settore energetico

"Affrontare la crisi climatica richiede una trasformazione senza precedenti dei nostri sistemi energetici, e questa trasformazione deve avvenire ora e su larga scala. Un pilastro fondamentale di questa trasformazione è l'aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili di diverse volte”, ha affermato Nandita Parshad, direttore generale della BERS per le infrastrutture sostenibili.

E in effetti la nuova Strategia della BERS per il settore energetico dà priorità all’aumento delle energie rinnovabili, al potenziamento delle reti e dello stoccaggio e alla promozione di combustibili a zero emissioni. Tuttavia, sebbene negli ultimi anni abbia escluso i finanziamenti per carbone, petrolio e gas  upstream, nel nuovo documento strategico la Banca fatica a espungere a chiare lettere il sostegno alle fonti fossili.

Come riportato da CEE Bankwatch Network, la nuova Strategia introduce nuovi criteri volti a limitare il sostegno finanziario ai progetti di gas fossile midstream e downstream, considerati ora "casi eccezionali". Inoltre, la strategia adottata dal consiglio di amministrazione lascerebbe la porta aperta al finanziamento di progetti di gas fossile attraverso intermediari finanziari come le banche commerciali.

“La BERS sta attualmente valutando il sostegno a diversi progetti di gas fossile ‒ tra gli altri, in Macedonia del Nord, Uzbekistan e Bosnia-Erzegovina ‒ che, se realizzati, rischiano solo di rafforzare la dipendenza dei Paesi dal gas fossile, inquinante e costoso”, si legge nel comunicato. “Questo approccio sbagliato ai fondi pubblici, a scapito dei tanto necessari investimenti nell'efficienza energetica e nelle fonti di energia rinnovabili, non farebbe altro che ostacolare la transizione energetica nei Paesi in cui opera la BERS.

 

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Immagine: Daniel Gimbel, Unsplash