Immaginate di dire addio all’aria condizionata. Di vivere in una casa con la temperatura costante di 18°C durante l’inverno e di 26°C durante l’estate, nonostante il clima sempre più torrido e imprevedibile. Immaginate una bioarchitettura capace di autoregolare la propria temperatura in modo naturale, di catturare la CO2 e di abbassare i costi energetici di un intero condominio. E tutto questo grazie a un solo materiale: la canapa.
Sembra un sogno e invece è già realtà. I vantaggi dell’impiego della fibra di canapa sono molti e ampiamente noti nel settore edile, eppure in Italia non sono ancora tanti i progetti che decidono di impiegarla. La società di sviluppo immobiliare ecosostenibile Cecere Management va controcorrente, e decide di scommettere sulla canapa per la realizzazione di un edificio unico nel suo genere nell’area sud di Aversa. È il primo edificio di nuova costruzione della regione Campania che si confronta con il tema del clima locale e delle ondate di calore, abbracciando la sperimentazione della regolazione termica naturale.
Case bioclimatiche: sì alla canapa, no al fossile
Si chiama Nunziare IV – come tutti i “green buildings” sviluppati dal gruppo Cecere Management dal 2019 – ed è il primo progetto residenziale in fibra di canapa della Campania. Disegnato dagli architetti Giustino Marino e Raffaele Truosolo, l’edificio conterà tredici metri di altezza, quattro piani da 260 mq ciascuno e dieci abitazioni per altrettante famiglie. Il cantiere su viale Olimpico ad Aversa è operativo dal 2022 e le innovative, attesissime (e di fatto di lusso) case di canapa verranno consegnate entro il 2024.
I pannelli fotovoltaici e le pompe di calore full electric rendono l’edificio completamente no gas, mentre le facciate esterne – realizzate con l’impiego di ceramiche certificate con biossido di titanio “mangia smog” – azzerano l’inquinamento prodotto dalle auto passanti, assorbendone la CO2. Nel pacchetto anche una vasca di raccolta dell’acqua piovana (con una capacità di 10.000 litri) per il fabbisogno idrico condominiale. La grande innovazione, però, sta nella canapa.
Al posto dei comuni materiali sintetici e dei cappotti termici derivanti dalla filiera del petrolio, l’edificio utilizzerà biomattoni (riciclabili a fine vita) realizzati con soli tre elementi a km 0: canapa, acqua e un legante a base di calce. Il tutto dando vita a pareti naturali in grado di autoregolare la temperatura interna, contrastando le gelate improvvise o le lunghe ondate di calore a cui andremo incontro nei prossimi anni. Una novità materica ancora tutta la esplorare, a basso impatto sull’ecosistema e sulla salute, che risponde ai Criteri Minimi Ambientali (CAM) stabiliti dal Ministero dell’Ambiente e concorre al protocollo per la certificazione degli edifici LEED per i benefici all’ambiente.
In perfetta linea con la definizione di “casa bioclimatica”, le abitazioni pensate dalla società casertana sono dunque indipendenti da un punto di vista energetico e termicamente efficienti grazie all’impiego di elementi naturali presenti sul territorio (in questo caso la canapa coltivata a km0). Il risultato è un progetto replicabile che abbandona il fossile e i climatizzatori.
Investire nel biomattone per tagliare CO2 e bollette
“La scelta dei mattoni in calce e canapa è arrivata dopo una attenta analisi del microclima del territorio di pertinenza in cui l’edificato è inserito e a seguito di una ricerca su materiali a basso carbonio operativo e incorporato”, spiega in una nota stampa l’amministratore delegato della Cerere Management, Yari Cecere. “Il legno di canapa (canapulo), non solo risponde a più di un’esigenza, ma ci ha permesso di raggiungere, già in fase di stima, più prestazioni di quelle immaginate. Con questo edificio saremo infatti in grado d’ora in avanti di costruire case sempre più naturali, che catturano la CO2, completamente traspiranti e capaci di mantenere una temperatura costante in un territorio che ormai affronta stagioni sempre più torride e di caldo prolungato. Il tutto con un solo materiale e senza l’ausilio di cappotti aggiuntivi derivanti dalla filiera del petrolio, prima causa di muffe e umidità di risalita che, per di più, non sono affatto in grado di isolare le nostre abitazioni dal calore, con un risultato che è esattamente l’opposto di quello che ci viene richiesto. Un cane che si morde la coda: piuttosto che accodarci a soluzioni ‘on-off’ presumibilmente valide per tutti, abbiamo preferito fare ricerca e sperimentare, partendo dalle buone pratiche già collaudate nel resto d’Europa”.
Grazie all’impiego dei 600 Mc di mattoni di calce a canapa per le pareti di tamponamento, queste nuove case permetteranno di sequestrare 160 tonnellate di carbonio. Un risparmio che consentirà di ridurre l’impatto ambientale dell’opera del 70% rispetto all’edilizia tradizionale per un edificio di pari dimensioni. Una risposta efficace al problema delle emissioni di carbonio incorporate (embodied carbon), che potrebbe segnare una svolta decisiva nel settore edilizio.
“Comunicare queste iniziative – continua a tal proposito Cecere – è importante per raggiungere, non solo la neutralità climatica, ma per avere case salubri e bollette prossime allo zero. C’è bisogno, chiaramente, di diffondere consapevolezza sulle alternative e su un altro modo di costruire più rispettoso dell’uomo e dell’ambiente”.
Immagine: render del progetto Nunziare, Cecere Management