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Oggigiorno, l'utilizzo delle fibre di legno per substrati specifici supporta le nuove normative sui terricci e anticipa le future restrizioni sull'uso della torba previste in molti paesi. Le fibre di legno possono essere facilmente usate come integrazione alla torba e insieme ad altri componenti. Materia Rinnovabile ha incontrato il colosso ingegneristico Andritz durante MyPlant & Garden 2025, fiera di riferimento del verde per conoscere come si producono questi nuovi materiali per il verde urbano e domestico. Ne abbiamo parlato con Enrico Fuser, Senior Sales Manager della società.
Iniziamo a presentare Andritz, per chi non la conosce.
Andritz è un gruppo internazionale, con sede centrale a Graz, in Austria, e un secondo importante polo a Vienna, ma con decine di officine e uffici in 80 paesi, con circa 30.000 dipendenti nel mondo. Noi realizziamo impianti e macchinari del settore pulp & paper, pannelli in fibra di legno, turbine idroelettriche, per il riciclaggio e per l’industria dei metalli, in particolare l’acciaio. Il gruppo ha più di 170 anni di storia, partendo da una piccola fonderia ha lavorato costantemente sull’innovazione dei processi e delle tecnologie, e rappresenta un partner tecnologico per i propri clienti.
Che peso ha la sostenibilità nei vostri prodotti?
Lavoriamo sul tema della decarbonizzazione dei processi con i nostri partner, anche su impianti innovativi come ad esempio il green hydrogen e il carbon capture, ma soprattutto efficientando i processi facendo risparmiare risorse.
Veniamo ai substrati per il verde, richiestissimi per il numero sempre crescente di nuove piantumazioni. Voi vi candidate per fornire la tecnologia per produrre substrati con scarti di legno.
Oggi c’è una grande domanda per materiali sostenibili per produrre substrati e terricci da usare in combinazione con la torba o anche in sua sostituzione, come da indicazioni di diversi paesi. Uno dei componenti sostituitivi sono le fibre di legno. Dato che Andritz ha una specializzazione nella gestione della sfibratura di legno, maturata con le tecnologie per cartiere e per produrre pannelli di fibra di legno, abbiamo messo a punto due macchine dedicate con processi particolarmente adatti per la realizzazione di fibre per substrati.
Ce le racconti.
La prima, il Substrate Refiner, è un raffinatore con una tecnologia largamente utilizzata. Il principio di funzionamento è quello di un rotore con segmenti di sfibratura che gira ad alta velocità, circa 1.500 giri al minuto, che in combinazione con uno statore genera la fibra di legno. Regolando la distanza tra i due dischi si rende possibile regolare la qualità della fibra (fina, media e grossa) secondo necessità e senza operazioni addizionali, creando un materiale già pronto da mescolare con il terriccio. L'altra tecnologia che stiamo introducendo nel settore si chiama Substrate Pressafiner, una vite di sfibratura, che gira fino a solo 100 giri al minuto, molto robusta e anche questa con un processo regolabile durante la produzione. Entrambe le macchine occupano una dimensione molto compatta, con una lunghezza di quattro-sei metri, quindi installabile anche in spazi contenuti, e lavorano in modo automatico e con una gestione della produzione molto semplice. Le macchine sono state pensate per essere facilmente manutenute con componenti facilmente sostituibili se usurati, rendendo possibile la produzione in maniera continua.
Che tipi di legna si possono usare?
Si possono usare legno vergine, riciclato, sovvallo di composto, resti di segherie ma anche piante “non-wood” come bambù, miscanthus e altre.
In copertina: immagine Envato