Lo scorso giovedì 25 gennaio l'azienda di recupero e affinazione di metalli, Refimet, ha aperto le porte alla stampa e alle autorità per presentare la sua filiera di recupero di oro, platino, argento, litio, iridio, rutenio e tanti altri minerali preziosi.
Per l’azienda cremonese è stata l’occasione per fare il punto sulla propria attività e presentare la collaborazione con l’azienda olandese Closing the Loop, che organizza la raccolta di rifiuti elettronici da Nigeria, Ghana e Camerun, garantendo un prezzo equo per l’acquisto dei telefoni cellulari e i computer portatili dismessi.

Chiudere il cerchio delle materie prime critiche

Nell’impianto di Spino d’Adda, in provincia di Cremona, sono intervenuti Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Giorgio Maione, assessore all’Ambiente, Mascha Baak, console generale dei Paesi Bassi a Milano, insieme a Reinhardt Smit, co-fondatore di Closing the Loop e Alberto Tosoni, amministratore delegato e fondatore di Refimet, ex-Ecomet.

“Ho voluto toccare con mano - ha dichiarato Fontana ai giornalisti - un esempio virtuoso di quell'economia circolare di cui la Lombardia è sicuramente protagonista. Questo è un settore nel quale stiamo investendo molto per facilitare il recupero di quei prodotti che non solo sono molto inquinanti, ma anche brutti da vedere se abbandonati per strada”.

Refimet è un caso concreto di economia circolare, non solo legato al contesto italiano ma anche in rapporto alla cooperazione internazionale. Un progetto in linea con il regolamento europeo sulle materie prime critiche che stabilisce che l'Unione europea dovrà raggiungere la capacità di trasformare il 40% e di riciclare il 25% del proprio consumo annuo di materie prime strategiche entro il 2030, con l'obiettivo di mitigare gli effetti della domanda e diversificare le fonti di approvvigionamento.

Recuperare oro (e metalli) da ogni possibile fonte

All’interno della Refimet, in procinto di allargarsi nella vicina Treviglio, il processo di recupero e purificazione - alla continua ricerca di lavorazioni ecologiche ed economicamente sostenibili - può durare da pochi giorni a qualche settimana in base alla tipologia di materiale.Questo processo permette di “recuperare e affinare tonnellate di metalli preziosi (oro, argento, palladio, platino, rodio, rutenio, iridio, rame, zinco), dagli scarti delle industrie elettroniche, fotografiche, galvaniche, farmaceutiche, chimiche, petrolchimiche, orafe e della moda”, spiega Tosoni.

I metalli puri ottenuti dagli scarti rientrano nel ciclo produttivo delle aziende in tutto il mondo: Refimet realizza prodotti per il settore industriale, bancario e dell'investimento, dai lingotti di oro da investimento 99,99% (tasso di purezza) e grani di argento 99,90%, fino alla spugna di rodio 99,95%. Ogni prodotto è accompagnato da un certificato di garanzia che ne attesta purezza e impurità.

Tosoni è l’erede di tre generazioni di imprenditori abituati, come ha ricordato lui stesso, ad estrarre oro da ogni possibile fonte: “da quando i miei avi lo cercavano nel Ticino, al lavoro di mio padre che lo recuperava dagli scarti di gioielleria”. Ora si rafforza con la collaborazione con Closing the Loop, con sede ad Amsterdam, che ha ideato un modello di business che mira a un approvvigionamento più sostenibile di alcuni beni di consumo grazie a un sistema di compensazione sull’acquisto di nuovi prodotti, alla riduzione dei rifiuti elettronici in Africa e al recupero di materiali di valore che altrimenti andrebbero sprecati.

Immagine: Cdx (Unsplash)

 

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