Fondamentali per il successo e la diffusione dell'economia circolare, la misurazione e il reporting hanno bisogno di strumenti di valutazione chiari e standardizzati. La loro assenza rende difficile per le aziende e i governi capire il proprio impatto, tracciare i progressi e comunicare in modo trasparente con gli stakeholder. L’adozione di indicatori standardizzati e strumenti di rendicontazione, come quelli introdotti da recenti iniziative, aiuta a guidare la transizione circolare.
Gli standard ISO per l’economia circolare
Se alcune di queste metriche valutano singoli aspetti, creare uno standard che misuri l’economia circolare in toto è una sfida non semplice come visto con ISO (International Organization for Standardization), che dopo anni di lavori è riuscita a collegare tutti i puntini e ad arrivare a una visione globale con il lancio, lo scorso maggio di tre nuovi ISO per l’economia circolare. Questi standard − Comprendere i principi dell'economia circolare (ISO 59004), Esplorare i vantaggi dei modelli di business circolari (ISO 59010) e Misurare le prestazioni della circolarità (ISO 59020) − offrono un kit completo di strumenti per la realizzazione dell'economia circolare, che spazia dai principi alla misurazione, e mettono d’accordo a livello globale i diversi paesi su una comune definizione di economia circolare e sui suoi principi.
Per la prima volta gli standard ISO forniscono una comprensione comune del vocabolario, dell'implementazione, dei modelli di business, delle reti di valore, della misurazione e della valutazione dell’intero settore. Nonostante ciò, secondo Jacco Verstraeten-Jochemsen, direttore di Circle Economy Consulting, gli standard ISO hanno delle criticità, come il fatto di essere un po' a sé stanti senza collegamenti a quanto fatto in precedenza, come, ad esempio, i Circular Transition Indicators (CTI) o i GRI.
Circularity Gap Metric
Lanciate nel 2017, Circularity Gap Metric sono le metriche che permettono annualmente la stesura del Circularity Gap Report, strumento che fornisce un quadro quantitativo del grado di circolarità dell'economia mondiale, utilizzando indicatori globali per analizzare quante risorse vengono effettivamente riciclate o riutilizzate rispetto a quelle consumate. La Circularity Gap Metric, spiega Verstraeten-Jochemsen, “è stata sviluppata soprattutto per creare consapevolezza e inserire il tema nell'agenda politica, meno per essere uno strumento per le imprese.”
Circular Transition Indicators (CTI) v4.0
I Circular Transition Indicators (CTI) versione 4.0, sviluppati dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), sono un esempio avanzato di strumento di misurazione progettato per le aziende, alle quali consente di tracciare in modo sistematico il proprio progresso verso la circolarità, grazie a un quadro universale e quantitativo. Questo strumento si concentra su aree chiave come l'efficienza nell'uso delle risorse, il riciclo dei materiali e la riduzione dei rifiuti. Nella versione 4.0, gli indicatori sono stati ulteriormente perfezionati per riflettere le complessità di settori specifici, offrendo un approccio su misura per le diverse tipologie di imprese. "Si tratta tuttavia − come spiega Verstraeten-Jochemsen − di uno strumento di autovalutazione delle singole aziende”.
I dati sono un ingrediente fondamentale dei CTI, dati che possono essere facilmente disponibili, ma anche nascosti in sacche dell'azienda o addirittura che esistono al di fuori dell'azienda, presso i partner della catena di fornitura. Per ottimizzare l'accessibilità e l'usabilità dei CTI, il WBCSD ha collaborato con Circular IQ per sviluppare uno strumento di misurazione online.
GRI 301 e 306
Gli Standard GRI, sviluppati dal Global Reporting Initiative (GRI), sono uno strumento per la rendicontazione della sostenibilità utilizzato da organizzazioni in tutto il mondo, anche da molte aziende italiane per i bilanci di sostenibilità. Tra gli otto standard esistenti nella categoria GRI 300 dedicata all’ambiente, in particolare due, il GRI 301 e il GRI 306, riguardano l’economia circolare. Il GRI 301 è pensato per i materiali, per la loro gestione e il loro impatto e comprendono informazioni su peso, volume, riciclo e riutilizzo. Mentre il GRI 306 si occupa della gestione e rendicontazione dei rifiuti, del loro smaltimento e del loro impatto ambientale. Si tratta di un sistema modulare di standard interconnessi: gli altri standard GRI 300 sono infatti legati a energia, acqua e scarichi idrici, biodiversità ed emissioni.
Nuova regolamentazione CSRD e Global Circularity Protocol
Entrata in vigore nel gennaio 2023, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), voluta dalla Commissione europea, modernizza e rafforza le norme relative alle informazioni sociali e ambientali che le società devono fornire. Un gruppo più ampio di grandi aziende, così come le PMI quotate in borsa, saranno tenute a redigere un bilancio di sostenibilità secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Anche alcune società non europee, se generano oltre 150 milioni di euro sul mercato dell’UE, saranno tenute a redigere il bilancio. L’obiettivo è aumentare la trasparenza delle aziende riguardante le loro iniziative di sostenibilità, contribuendo anche a costruire fiducia in investitori e clienti.
“Negli ultimi anni si è assistito a un notevole sviluppo degli standard e del quadro di riferimento per l'economia circolare”, racconta ancora Verstraeten-Jochemsen. “Ci sono stati tentativi di regolazione e armonizzazione rispetto a quanto visto finora. Il primo tentativo è l’introduzione della CSRD, che diventa obbligatoria il prossimo anno per quasi 50.000 aziende in Europa, la seconda è l’introduzione, che dovrebbe avvenire anch’essa il prossimo anno, è il Global Circularity Protocol (GCP), un nuovo quadro globale sviluppato da ONU, WBCSD e One Planet con l'obiettivo di armonizzare e non aggiungere complessità. La CSRD pone un'asticella piuttosto alta, ma sono felice di vedere che gli standard che fanno parte della CSRD si sono ispirati molto a quelli già esistenti, come CTI e GRI in primis.”
I video di Deloitte e gli strumenti di autovalutazione di Circle Economy
Per aiutare le aziende a navigare in questi complessi scenari Deloitte ha sviluppato le CSRD Series, una serie di video guida di venti minuti che affrontano diversi argomenti correlati, dai rischi alle opportunità della CSDR, fino alla tassonomia UE.
Il CSRD tool di Circle Economy, invece, fornisce spiegazioni sui concetti CSRD E4/E5 e valuta la preparazione dell’azienda. Questo strumento è stato progettato per consentire alle imprese di autovalutare l’allineamento con lo standard europeo ESRS E5 e offrire una panoramica dettagliata delle performance circolari, identificando aree di non conformità o opportunità di miglioramento.
Immagine: Andrea De Santis, Unsplash