L'Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO), responsabile a livello mondiale per la definizione di norme tecniche, ha pubblicato, dopo un quinquennio di tavoli di lavoro, i nuovi standard internazionali volti a garantire la transizione verso l'economia circolare.
I tre nuovi ISO sono: comprendere i principi dell'economia circolare (ISO 59004), Esplorare i vantaggi dei modelli di business circolari (ISO 59010) e Misurare le prestazioni della circolarità (ISO 59020). Offrono un kit completo di strumenti per la realizzazione dell'economia circolare, che spazia dai principi alla misurazione, e mettono d’accordo a livello globale i diversi paesi su una comune definizione di economia circolare e sui suoi principi. Per la prima volta gli standard ISO forniscono una comprensione comune del vocabolario, dell'implementazione, dei modelli di business, delle reti di valore, della misurazione e della valutazione dell’intero settore.
Gli standard mettono d’accordo oltre 100 paesi
Settantacinque organismi nazionali di standardizzazione a livello globale, compresi molti paesi in via di sviluppo, hanno partecipano attivamente all'ISO/TC 323, il comitato tecnico per l'economia circolare che ha prodotto questi standard e che è stato guidato da Catherine Chevauché, Circular Economy Director di Veolia e precedentemente già impegnata per la carbon neutrality delle attività industriali all’interno del gruppo Suez. Chevauché durante l’evento di presentazione ha raccontato come abbiano “partecipato ai tavoli di lavoro un centinaio di paesi a livello globale, dall'Africa all'Asia meridionale e al Sud America”. In questo percorso, iniziato nel 2019, gli organismi di standardizzazione sono stati affiancati al tempo stesso da una quindicina di organizzazioni di collegamento, tra cui la Ellen MacArthur Foundation, la United Nations Industrial Development Organisation e il World Customs Organisation.
“Gli standard sono stati creati per dare una comprensione comune dell'economia circolare a qualsiasi tipo di azienda o attività, siano enti privati, pubblici o anche ONG”, ha evidenziato Chevauchè, che ha introdotto gli standard insieme alla responsabile sostenibilità di ISO Noelia Garcia Nebra. Tuttavia, come evidenziato da Chevauchè e Garcia Nebra, l’adozione delle norme ISO è sempre volontaria, anche se la speranza è che molti paesi si facciano carico della questione, e che lo stesso processo possa essere avviato a livello europeo.
Il primo standard per l’economia circolare: ISO 59004
Primo standard a essere presentato è stato l’ISO 59004, che individua, oltre a fornire una definizione internazionale di economia circolare, sei principi che sono complementari e interconnessi a essa. Vale a dire il pensiero sistemico, la creazione di valore, la condivisione di valore, la gestione delle risorse, la tracciabilità delle risorse e la resilienza degli ecosistemi. All’interno di questo primo standard sono stabilite le priorità delle azioni per raggiungere una migliore performance di circolarità: rifiutare, ripensare, procurarsi, ridurre, riparare, riutilizzare, rimettere a nuovo, rifabbricare, riutilizzare per altri scopi, riciclare, recuperare energia, ri-estrarre (refuse, rethink, source, reduce, repair, reuse, refurbish, remanufacture, repurpose, cascade, recycle, recover energy, re-mine).
Oltre a stabilire una definizione e i principi dell'economia circolare, questo standard fornisce indicazioni per la sua attuazione e definisce la terminologia chiave. Implementando l’ISO 59004 aziende pubbliche e private possono sviluppare soluzioni sostenibili e ambiziose, migliorando, parallelamente, le relazioni con gli stakeholder e rispettando le normative ambientali. Con questo primo standard, da cui dipendono in qualche modo gli altri due, attraverso la definizione di termini e principi l’Organizzazione internazionale per la standardizzazione ha posto le basi per contribuire alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici e per sostenere una gestione sostenibile delle risorse.
Il secondo standard per l’economia circolare: ISO 59010
"I nostri attuali modelli di business si basano sulla concorrenza. Ora dobbiamo pensare alla collaborazione e alla simbiosi industriale.” È stato questo uno dei messaggi chiave della responsabile dell’ISO/TC 323 nel corso della presentazione avvenuta in diretta su Youtube e LinkedIn.
Analizzare gli attuali modelli di business e le reti di valore attraverso i principi dell'economia circolare e le azioni per la transizione verso modelli di business circolari è il cuore del secondo standard presentato, l’ISO 59010, che punta ad aiutare le organizzazioni a definire gli obiettivi, determinare una strategia di economia circolare, trasformare il modello di business e la rete di valori verso la circolarità e, infine, a farsi carico di revisione e monitoraggio delle pratiche in atto.
Sostituire il tradizionale modello di business lineare con uno circolare: tutte le aziende impegnate in tale direzione possono trovare una guida nella ISO 59010, che consente loro di contribuire a pratiche commerciali sostenibili e a un'economia globale resiliente. Questa seconda norma, infatti, viene in soccorso di tutte gli enti interessati a migliorare l'efficienza delle risorse e a ridurre gli sprechi, a migliorare la propria adattabilità ai cambiamenti normativi e di mercato, nonché a quanti puntano ad allineare le pratiche aziendali con gli Obiettivi globali di sostenibilità.
Il terzo standard per la circolarità: ISO 59020
L’ultimo standard presentato, l’ISO 59020, è pensato come un quadro di riferimento applicabile a più livelli di un sistema economico, da quello regionale, interorganizzativo e organizzativo a quello di prodotto. L’ISO 59020 è pensato per monitorare gli obiettivi e le azioni (di riduzione, riparazione, riuso, riciclo), misurare i flussi di risorse (quali afflussi, deflussi, perdite) valutare gli impatti della sostenibilità (sociale, ambientale ed economica) sempre tenendo presenti indicatori fondamentali di circolarità, come l’utilizzo di risorse quali energia e acqua.
Misurare e valutare le prestazioni della circolarità utilizzando il quadro di riferimento specificato nella norma ISO 59020 vuole aiutare le organizzazioni nel ridurre al minimo l'uso delle risorse, nel migliorare la propria trasparenza e responsabilità nel reporting ambientale e nel supportare il processo decisionale strategico per la gestione sostenibile delle risorse.
Altri standard ISO correlati
A questi nuovi standard presentati si affiancano due ISO, il 59040 Product Circularity Data Sheet e il 59014 Sustainability and Traceability of Secondary Materials Recovery, utili anch’essi nella transizione verso un modello circolare ma attualmente in fase di sviluppo e allo stadio di bozza di standard internazionale. Parallelamente, la creazione degli ISO per l’economia circolare è collegata ad altri standard ISO, come quelli per l'approvvigionamento sostenibile e la qualità e la gestione ambientale.
“L'approvazione e la pubblicazione degli standard ISO 59000 segnano un passo significativo verso la definizione chiara dei principi, della terminologia e del framework di implementazione dell'economia circolare, nonché verso l'istituzione di metriche per le organizzazioni di tutto il mondo”, ha dichiarato a Materia Rinnovabile Chiara Catgiu, Manager Climate Change & Sustainability Services & SME Circular economy del Global Decarbonization Hub di KPMG. “Questo progresso rappresenta un traguardo fondamentale anticipato da esperti e aziende a livello mondiale, fornendo un percorso chiaro per le aziende che desiderano adottare pratiche circolari, nonché linee guida per la trasformazione dei modelli di business da lineari a circolari. Speriamo davvero che questi standard offrano un framework concreto per misurare e valutare la circolarità.”
Una lunga ma necessaria gestazione
Già nel 2018 l'Associazione francese per la standardizzazione (AFNOR) aveva pubblicato un primo standard sulla gestione dei progetti circolari, a titolo sperimentale. In seguito, la Francia ha proposto all'Organizzazione internazionale per la standardizzazione di creare un comitato tecnico per redigere norme internazionali sull'economia circolare, cosa che è avvenuta nel 2019. Il comitato tecnico in questione, l'ISO/TC 323, ha lavorato circa cinque anni per riuscire a coprire tutti i singoli aspetti dell’economia circolare, compresi gli appalti pubblici, la produzione e la distribuzione, il fine vita, così come le aree più ampie come il cambiamento comportamentale nella società, la valutazione e, ancora, la creazione di un’impronta circolare o indice di circolarità.
Fino a oggi, pur esistendo un’abbondanza di standard e iniziative che spesso guardano soltanto ad alcune componenti della circolarità, come ad esempio il riciclo, non esisteva una visione globale concordata su come un’azienda potesse davvero chiudere il cerchio e che ogni organizzazione potesse utilizzare. Come ha affermato Chevauché, “è essenziale garantire che gli standard siano equi e rilevanti per tutti i paesi. A tal fine, ci siamo affidati a una distribuzione geografica equilibrata della leadership dei diversi gruppi di lavoro procedendo attraverso consultazioni e votazioni intermedie. Naturalmente, a volte ci sono stati arbitrati complicati, come nel caso della questione dell'incenerimento con recupero di energia”.
Tuttavia per rispondere all'emergenza ambientale e sociale in corso e accelerare il processo, i gruppi hanno lavorato in parallelo sui diversi standard, al fine di pubblicarli rapidamente e contemporaneamente. Un percorso che si chiude oggi ma che pone soltanto le basi di un cambiamento che è in gran parte tutto da attuare.
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Immagine: Envato