Nel corso dell’ultimo decennio la flotta peschereccia dedicata alla piccola pesca e all’acquacoltura contava numerose imbarcazioni con più di 10 o 15 anni di vita e con motori esclusivamente diesel. L’innovazione e la ricerca scientifica hanno consentito di sviluppare nuovi macchinari tecnologici e sostenibili per la flotta, ma le problematiche economiche emerse con l’emergenza sanitaria globale hanno peggiorato le condizioni economiche degli operatori della pesca che non riescono a intraprendere nuovi investimenti.

“Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell’economia della pesca e dell’acquacoltura sia in Italia che in Croazia, ma al tempo stesso sono anche i soggetti più colpiti dalla crisi attuale”, ha recentemente affermato Fausto Tinti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna. I continui aumenti del costo del carburante e le problematiche economiche innescate dalle crisi energetiche e dai conflitti contemporanei hanno peggiorato le condizioni della filiera e indotto il settore a ripensare le proprie scelte energetiche.

Un’importante alternativa proviene dalla ricerca legata alla transizione delle imbarcazioni verso la propulsione elettrica. Tuttavia, tra i pescatori sussiste una scarsa conoscenza proveniente da tali opportunità e poca fiducia nell’innovazione tecnologica. Convertire la propria imbarcazione, però, significa migliorarne l’esperienza in mare ma anche valorizzare lo scafo aumentandone il valore e allungandone il ciclo di vita.

Il progetto 3EFishing

Gli esperti e gli studiosi del progetto 3EFishing stanno concentrando la ricerca sullo sviluppo di nuove imbarcazioni con motore elettrico: una soluzione che permette allo stesso tempo di ridurre le emissioni e migliorare la sostenibilità economica delle imprese che si occupano di pesca e di acquacoltura. Coordinata dall’Università di Bologna, l’iniziativa progettuale punta a introdurre imbarcazioni da pesca con motori ibridi e con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

La ricerca è in linea con la visione europea sulla pesca sostenibile contenuta nel pacchetto 2023. La strategia dell’UE per garantire il futuro della pesca ha infatti posto le imbarcazioni sostenibili come una priorità.  Con il contributo dei fondi europei, attingendo finanziamenti dall’europrogettazione e migliorando il rapporto con i pescatori in termini di trasferimento e comprensione degli attuali risultati della ricerca scientifica, si dovrà puntare sulle fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Secondo la Commissione la transizione ecologica, oltre a proteggere le risorse naturali, sarà economicamente vantaggiosa anche per i pescatori.

La cooperazione tra Italia e Croazia

Il progetto europeo di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Croazia (Interreg Italia-Croazia) 3EFishing, coordinato dall’Università di Bologna, punta a riadattare e a ottimizzare i consumi di due imbarcazioni da pesca con motori ibridi e utilizzando fonti energetiche sostenibili. Il progetto sarà realizzato dall’Università di Bologna e dall’Istituto di Oceanografia di Spalato, che lavoreranno per il trasferimento tecnologico e dei macchinari innovativi, sviluppando soluzioni tecnologiche per imbarcazioni a basse emissioni di carbonio.

A supportarli ci saranno il Ministero dell’Agricoltura croato e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare italiano, responsabile dei programmi di sostegno finanziario per gli imprenditori della pesca e dell’acquacoltura. Partecipano inoltre l’Agenzia per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca della Regione Marche “Marche Agricoltura Pesca”, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari e la contea di Zadar, che avranno il compito di coinvolgere gli operatori del settore, mentre la più importante impresa di acquacoltura croata, CROMARIS, sarà coinvolta direttamente nei processi e test di innovazione.

Monitorando continuamente la situazione ambientale, lo sviluppo delle tecnologie sostenibili e i dati sui cambiamenti climatici, consentirà agli operatori di adottare soluzioni per implementare processi sostenibili, dunque vantaggiosi a livello finanziario, sociale e ambientale. Il primo passo è quello di strutturare la governance delle strategie di sostenibilità per garantirne un’efficace integrazione nei processi di filiera. Si tratta di un passaggio fondamentale e spesso critico che i protagonisti del progetto proveranno ad affrontare in modo efficace.

 

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Immagine: Envato

 

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