In un mondo che viaggia spedito verso la transizione ecologica, porre un freno ai crimini ambientali costituisce un aspetto tutt’altro che secondario. Per farlo è sempre più necessario l’impiego di tecnologie e strumenti digitali, che si rivelano un plus anche nel rapporto costi-efficienza. Lavorando in questa direzione, i paesi OCSE hanno adottato una raccomandazione del Consiglio sulle tecnologie dell'informazione, della comunicazione e l'ambiente per rafforzare la centralità delle tecnologie in ambito ambientale.
Le nuove norme dell’UE, entrate in vigore lo scorso 20 maggio, arricchiscono l’elenco di illeciti ambientali aggiungendo il riciclaggio illegale delle navi, l’estrazione illegale di acqua, il commercio illegale di legname, le gravi violazioni della legislazione sulle sostanze chimiche e il mercurio. “Gli obblighi ambientali sono concepiti per proteggere i delicati e fragili ecosistemi da cui dipendiamo per la nostra sopravvivenza”, ha spiegato Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea responsabile del coordinamento delle politiche sui valori e della trasparenza. “Chi li viola mette a rischio la nostra salute e il nostro ambiente. Si tratta di un comportamento criminale al pari di altri tipi di reati gravi”.
Da evidenziare soprattutto che le esportazioni di rifiuti di plastica verso paesi non appartenenti all'OCSE saranno vietate entro due anni e mezzo dall'entrata in vigore del regolamento, mentre quelle verso i paesi dell'OCSE saranno soggette a condizioni più rigorose. Secondo l’edizione 2024 del rapporto di monitoraggio delle spedizioni internazionali di rifiuti e rottami di plastica, il volume delle esportazioni globali di rifiuti di plastica è diminuito del 49% negli ultimi sei anni. Gli scambi commerciali sono scesi da 12,4 milioni di tonnellate nel 2017 a 6,3 milioni di tonnellate nel 2022.
I paesi dell'OCSE esportano quindi già meno rifiuti di plastica verso i paesi non OCSE, “tuttavia, alcuni paesi esportano ancora volumi sostanziali verso i paesi non OCSE. In particolare, diversi paesi del sud-est asiatico non appartenenti all'OCSE rimangono grandi destinazioni di esportazione”.
Gli esempi di Paesi Bassi, Italia e Francia
Ecco, quindi, che il ricorso a tecnologie digitali riveste un ruolo ancora più importante per i paesi come supporto all’approccio integrato promosso dai governi per monitorare le conformità alle leggi ambientali e per sanzionare coloro che non le rispettano. Alcune delle più comuni tecnologie utilizzate attualmente dai paesi OCSE sono database e strumenti di raccolta dati forensi, fondamentali per migliorare la tracciabilità dei rifiuti, basti pensare alle banche dati, capaci di fornire informazioni su trasporto, smaltimento ed esportazione dei rifiuti.
Nei Paesi Bassi è stato predisposto un modello di strumento forense per la raccolta, il recupero e l’analisi dei dati per il traffico illegale di rifiuti chiamato Forensic Big Data Analysis. Attraverso il text mining, la profilazione dei dati, l'analisi dei dati finanziari e l'analisi dei social network, l’FBDA punta a migliorare l'accesso ai dati storici generati da casi precedenti relativi al traffico di rifiuti, che a loro volta possono essere utilizzati per sviluppare modelli utili nell’identificazione di futuri casi di traffico di rifiuti. Le piattaforme online rendono molto più facile il reperimento delle informazioni, per esempio, aiutando i governi nella diffusione degli interventi di promozione oppure consentendo ai cittadini che riscontrino violazioni di segnalarle.
In Italia è stato predisposto il RENTRI (Registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti), il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti di cui si avvale il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per il tracciamento e il trasporto dei rifiuti. Esso è composto da due sezioni: il Registro di carico e scarico dove vengono registrate tutte le operazioni di carico e scarico dei rifiuti e i Formulari di identificazione dei rifiuti (FIR). Questi formulari contengono informazioni dettagliate sui rifiuti, come tipologia, quantità, destinazione e modalità di trasporto.
La Francia si avvale invece di droni con tecnologia laser per determinare la grandezza delle discariche abusive, calcolando sia i profitti illegali ottenuti sia i costi necessari alla bonifica. Il telerilevamento e i droni dotati di laser permettono infatti di garantire indagini basate sull'intelligence: bracconaggio, inquinamento e discariche abusive sono alcuni dei principali illeciti riconoscibili dal drone. Un tipo di monitoraggio sempre più diffuso.
Intelligenza artificiale e il progetto SWEAP
La fruizione di questi nuovi strumenti digitali è stata possibile anche grazie alla fondazione del progetto SWEAP (Shipment of Waste Enforcement Actions Project), incoraggiato anche dall’INTERPOL, che si è svolto da settembre 2022 a giugno 2024. Cofinanziato dal fondo LIFE della Commissione europea e coordinato dalla rete IMPEL (Implementation and Enforcement of Environmental Law), il fine del progetto SWEAP era dare un impulso all’economia circolare e porre fine al commercio illegale di rifiuti tramite lo sviluppo di strumenti e tecniche innovative, prodotti di intelligence, una migliore cooperazione a livello nazionale e internazionale, la creazione di un set di dati sulle ispezioni a livello UE e l’aumento della consapevolezza degli ispettori e delle forze dell’ordine.
Per quanto concerne infine l’intelligenza artificiale, i paesi dell’OCSE nel maggio 2019 hanno adottato dei principi per un’IA più affidabile e per il suo corretto funzionamento. "L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui viviamo e lavoriamo e offre vantaggi straordinari per le nostre società ed economie”, aveva affermato il Segretario Generale dell'OCSE Angel Gurría. “Tuttavia, solleva nuove sfide e alimenta anche ansie e preoccupazioni etiche. Ciò pone ai governi l'onere di garantire che i sistemi di IA siano progettati in modo da rispettare i nostri valori e le nostre leggi, in modo che le persone possano fidarsi del fatto che la loro sicurezza e privacy saranno imprescindibili".
Tali principi sono stati aggiornati il 3 maggio 2024 “per prendere in considerazione nuovi sviluppi tecnologici e politici, assicurandosi che rimangano solidi e adatti allo scopo”. Nell’ambito dei crimini ambientali, l’IA risulta estremamente preziosa per sopperire alla mancanza di risorse: tramite l’uso di algoritmi applicati ai satelliti, infatti, si riduce il tempo di ricerca della violazione del reato rispetto ai metodi manuali.
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