Il porto di Talamone, nel territorio di Orbetello, sta sollevando preoccupazioni tra i residenti e le imprese “blu” locali. La recente approvazione di una delibera da parte delle istituzioni comunali e la richiesta di concessione per la trasformazione dell’approdo di Talamone in un porto turistico è al centro del dibattito locale e regionale, con potenziali ripercussioni sul futuro economico della zona. L’importanza logistica di tale realtà portuale è resa evidente da un efficiente sistema di fari e da una serie di ormeggi situati lungo moli e banchine, ma il porto è noto anche per la presenza di un’agenzia che organizza con le proprie imbarcazioni attività di pescaturismo in minicrociera. L’amministrazione comunale di Orbetello, guidata dal sindaco Andrea Casamenti, dichiara di agire “nell’ottica di una valorizzazione del territorio […] a seguito dell’approvazione del Piano regolatore portuale”, ma la progettualità ha scatenato un grande dibattito e varie proteste.

Secondo gli attivisti del Comitato salviamo Talamone, infatti, “l’articolata trafila burocratica, volta all’assegnazione del rifacimento del porto talamonese, rappresenta, probabilmente, solo una scappatoia per mettere le mani sulle 18 concessioni oggi rilasciate a vari soggetti, tra cui piccole imprese private e associazioni sportive dilettantistiche, da decenni protagoniste del buon funzionamento e dello sviluppo del porto. Quelle concessioni scadono il prossimo 31 dicembre e il sindaco di Orbetello, da gennaio 2025, potrebbe dirottarle in blocco”. Un hub “dalle uova d’oro”, perché le licenze demaniali marittime potrebbero essere “riaffittate a danno dei residenti e dei villeggianti oltre che di tutti gli operatori tagliati fuori dall’iniziativa”.

Le controversie sul nuovo porto turistico di Talamone

L’Amministrazione dal canto suo ha manifestato “soddisfazione per l’avvio dell’operazione relativa al porto turistico di Talamone nell’ottica di uno sviluppo dei servizi, tutela dell’ambiente e del centro abitato, che tornerà così ad avere un ruolo centrale per la nautica da diporto”. Secondo quanto riportato dal comune di Orbetello in data 29 agosto, le istituzioni comunali “avvalendosi di un team di esperti hanno valutato vari strumenti tecnico-giuridici che permettessero da un lato il potenziamento dei servizi portuali e dall’altro la tutela dello stato dei luoghi in ragione della stretta connessione dell’abitato di Talamone con l’approdo già presente”.

Il piano regolatore portuale prevede la trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico, tuttavia, secondo il Comitato salviamo Talamone, “non appaiono poche le criticità legate alla piena operatività e capacità della baia. Un piano così ampio corre il rischio di dare il via a un cantiere che verrebbe completato non prima di sette anni, innescando importanti problematiche per circa 600 posti barca esistenti, usati da villeggianti e residenti, con consequenziali danni economici a tutto il paese”.

La gestione della procedura d’assegnazione rappresenta il nodo principale su cui si concentra l’attenzione degli addetti ai lavori. Del porto di Talamone si parla da numerosi anni, ma è nel 2023 che il comune di Orbetello ha aperto concretamente il fascicolo. A luglio dello scorso anno, la giunta cittadina aveva individuato le varie opzioni tecnico-giuridiche per valutare il percorso e creato uno specifico gruppo di lavoro.

La Società porto turistico di Talamone aveva poi presentato a novembre un’istanza in cui, secondo il comune, “non veniva presa in considerazione l’esigenza che la governance del processo di realizzazione del porto di Talamone restasse in capo all’amministrazione comunale”, la quale ha dunque deliberato di non accogliere tale istanza. La società ha quindi contestato nelle sedi giudiziarie la decisione del comune, circostanza che ha permesso, come previsto dalla legge, di “avviare un’interlocuzione tra le parti. Dal confronto è emersa la disponibilità della società a integrare l’istanza mediante la previsione di una maggiore valorizzazione del ruolo del comune, superando di fatto le difficoltà riscontrate in fase di rigetto della domanda presentata a novembre.  L’istanza integrata è stata, quindi, accolta a luglio dalle istituzioni comunali”.

I dubbi del Comitato salviamo Talamone

Per gli attivisti e i professionisti riuniti attorno al Comitato salviamo Talamone è importante comprendere e interrogarsi sulle reali ragioni che spingono il comune di Orbetello ad avventurarsi in questo ambito, tenuto conto che, a distanza di pochi chilometri vengono registrati tentativi simili che non hanno generato concreto sviluppo: il porto di Cala Galera, nel comune di Monte Argentario, e quello di Marina di Grosseto. A Cala Galera i rincari dei costi legati in particolare alle opere di ammodernamento previste dal piano regolatore hanno spinto la Marina locale a portare avanti un importante e impegnativo progetto di rinnovo, con consistenti investimenti fino a 15 milioni di euro adibiti a interventi sull’intero scalo.

Secondo il Comitato salviamo Talamone bisogna prestare massima attenzione alle licenze demaniali marittime che potrebbero essere “riaffittate agli attuali titolari, a prezzi pari un multiplo di quelli odierni”. Secondo Andrea Filpa, professore ordinario di territorio, ambiente e paesaggio presso l’Università di Roma Tre, autore della pubblicazione Il porto turistico della gente vana e da sempre vicino al WWF, “si sta lavorando a una trasformazione palesemente insostenibile e lesiva della vivibilità dei luoghi, che propone la integrale sostituzione del porto esistente e la edificazione di circa 50.000 metri cubi lungo una costa tutelata e di grande valore faunistico e paesaggistico”.

 

Leggi anche: ORBETELLO, LE TEMPERATURE BOLLENTI DEL MEDITERRANEO MINACCIANO L'INDUSTRIA ITTICA ITALIANA

 

Immagine: Talamone, Paolo Comai, Unsplash