Si sono conclusi il 19 aprile gli incontri ministeriali degli Spring Meetings del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca Mondiale (BM). Come da consuetudine, anche quest’anno a Washington si sono riuniti banchieri centrali, ministri delle finanze di G7 e G20, dirigenti del settore privato, rappresentati di società civile e accademia. Al centro delle discussioni le prospettive economiche globali e temi come eliminazione della povertà, sviluppo economico ed efficacia degli aiuti. Cambiamento climatico incluso.

Nell’anno che segna l’80° anniversario degli accordi di Bretton Woods, che nel 1944 diedero vita a FMI e BM, questa edizione degli Spring Meetings ha visto due grandi annunci in materia di sanità ed energia, ma ha scontato una riduzione del nucleo del suo programma, quello a partecipazione ministeriale, che si è contratto da cinque a tre giorni. Nonostante le due istituzioni siano sempre più orientate al clima, l’interpretazione della scelta offre così un doppio profilo: da un lato, un possibile richiamo all’efficienza, mantra del mandato del presidente della BM Ajay Banga, fino a inizio 2023 ex CEO di Mastercard. Dall’altro, un contrasto con l’ampio ventaglio di dossier aperti per ridefinire l’architettura finanziaria internazionale, soprattutto in prospettiva della prossima COP29 in Azerbaijan a novembre.

Spring meetings, le scelte di Banca mondiale e FMI verso COP29

Era solo ottobre 2023 quando a Marrakech (Marocco) il neoeletto presidente della BM Ajay Banga, parlando di "creare un mondo libero dalla povertà su un pianeta vivibile”, presentava all’assemblea annuale l’Evolution reform agenda, annunciando maggiore efficienza e l’introduzione di strumenti per mobilizzare aggiuntivi 150 miliardi di dollari di prestiti entro il 2030. Un ulteriore punto alla lista degli interventi prioritari per BM e FMI, che a oggi spaziano dalla riforma delle Banche multilaterali di sviluppo (BMS) agli strumenti di tassazione internazionale per finanziare la riduzione della povertà e l’azione climatica. Tutti temi discussi durante gli Spring meetings.

Parlando di finanza climatica le istituzioni di Bretton Woods hanno infatti un ruolo decisivo, anche se oggi è cruciale ritrovare accelerazione e maggiore coesione delle politiche. A ricordarlo nei giorni scorsi è stato lo stesso UN Climate Change Executive Secretary Simon Stiell durante il suo discorso a Chatham House a Londra. “Quest'anno, alla COP29 di Baku, dobbiamo concordare un nuovo obiettivo per la finanza climatica che risponda alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo. Ma non basta concordare un obiettivo. Abbiamo bisogno di un nuovo accordo sulla finanza climatica, tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo. […] Gli esperti hanno dimostrato che se facciamo tutto questo insieme, possiamo soddisfare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo, mobilitando centinaia di miliardi di dollari. Una cooperazione sempre più stretta tra le istituzioni internazionali è più importante che mai.”

Ayai Banga © Joshua Roberts

FMI presenta il World Economic Outlook e il Global Financial Stability Report

A Washinghton l’FMI ha presentato i nuovi Global Financial Stability Report e il World Economic Outlook con una parola chiave: resilienza. Due i messaggi, in sintesi. Secondo il primo documento i rischi per la stabilità finanziaria globale a breve termine sono diminuiti, grazie alle aspettative che la disinflazione globale stia entrando nel suo “ultimo miglio”, anche se vi sono “diversi rischi salienti e un accumulo di vulnerabilità” sul medio periodo, ad esempio in materia di cybersicurezza a livello macrofinanziario.

Per il World Economic Outlook, invece, nonostante le numerose crisi in atto l'economia globale rimane straordinariamente resiliente, con un'inflazione che torna all'obiettivo, passando dal 6,8% del 2023 al 4,5% nel 2025. In aggiunta, secondo le previsioni, l'economia mondiale continuerà a crescere al 3,2% nel 2024 e nel 2025, allo stesso ritmo del 2023. Una leggera accelerazione per le economie avanzate ‒ dove la crescita dovrebbe passare dall'1,6% nel 2023 all'1,7% nel 2024 e all'1,8% nel 2025 ‒ sarà compensata da un modesto rallentamento nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. La previsione di crescita globale a cinque anni da oggi, pari al 3,1%, è però la più bassa degli ultimi decenni.

Tuttavia, ampliando la prospettiva temporale e a non voler omettere altre autorevoli previsioni, la futura crescita globale potrebbe prendere un netto segno negativo nel caso di inazione climatica. Infatti, in contemporanea con gli Spring meeting, il Potsdam Institute for Climate Impact Research pubblicava sulla rivista scientifica Nature i risultati di un nuovo studio. Anche se le emissioni di CO dovessero essere drasticamente ridotte a partire da oggi – si legge ‒ l'economia mondiale subirà una riduzione del reddito del 19% fino al 2050 a causa dei cambiamenti climatici, 38.000 miliardi di dollari annui.

I due piani della Banca Mondiale per sviluppare sanità globale ed energia in Africa

Oltre alla presentazione degli scenari del World Economic Outlook e del Global Financial Stability Report, durante gli Spring Meetings la Banca Mondiale ha invece annunciato due ambiziosi piani. Il primo, presentato il 17 aprile, riguarda l’alleanza con la African Development Bank per fornire entro il 2030 elettricità ad almeno 300 milioni di persone in Africa. Attualmente, 600 milioni di africani sono infatti scollegati dalla rete, con ripercussioni che si estendono dall’assistenza sanitaria alla creazione di posti di lavoro.

Il 18 aprile la Banca mondiale ha invece resa nota la volontà di sostenere i Paesi nella fornitura di servizi sanitari di qualità e a prezzi accessibili a 1,5 miliardi di persone entro il 2030. "Questa ambizione non si realizzerà con uno sforzo individuale. Richiederà l'intervento di partner, una coalizione di settore pubblico e privato, che lavorino insieme per ampliare l'accesso ai servizi sanitari", ha dichiarato Ajay Banga, Presidente della BM. Saranno tre le direttrici di intervento: ampliare l'attenzione dalla salute materna e infantile, espandere le operazioni in aree difficili da raggiungere e collaborare con i governi per ridurre le tasse non necessarie e altri ostacoli finanziari all'assistenza sanitaria.

Resta però da vedere se la ripartizione degli aiuti risponderà a criteri di equità. Secondo un comunicato di Oxfam International rilasciato il 15 aprile, quindi prima degli annunci delle BM, la disuguaglianza di reddito è elevata o in aumento nel 60% (64 su 106) dei Paesi a basso e medio reddito che ricevono sovvenzioni o prestiti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale. "Il FMI e la Banca Mondiale affermano che affrontare la disuguaglianza è una priorità, ma allo stesso tempo sostengono politiche che aumentano il divario tra i ricchi e gli altri”, aveva dichiarato Kate Donald, responsabile dell'ufficio di Washington D.C. di Oxfam International, alla vigilia degli Spring meetings. “La gente comune lotta ogni giorno di più per compensare i tagli ai finanziamenti pubblici di sanità, istruzione e trasporti. Questa ipocrisia deve finire."

La direttrice generale del FMI Kristalina Georgieva e il ministro delle Finanze nigeriano Wale Edun © Joshua Roberts

La riforma delle Banche multilaterali di sviluppo (BMS)

“Una riforma della governance economica globale è urgente.” A ribadirlo è il policy briefing Finanza per lo sviluppo e per il clima: la riforma dell’architettura finanziaria internazionale pubblicato dal think tank ECCO il 16 aprile. Gli investimenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici e la transizione energetica in modo equo e inclusivo si stimano infatti in circa 1.000 miliardi di dollari nel 2025 e 2.400 miliardi entro il 2030, con un gap di spesa da 4.000 miliardi di dollari da colmare per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

In questo gioco le Banche multilaterali di sviluppo – prima tra tutte il Gruppo Banca Mondiale ‒ lavorando con governi e settore privato rivestono un ruolo cruciale. “L’impegno di riforma delle Banche Multilaterali di Sviluppo (BMS) per triplicare le risorse investite entro il 2030 è sicuramente un segnale positivo per la finanza per il clima e lo sviluppo, in particolar modo in un contesto di crescente conflittualità e sfiducia nel sistema multilaterale”, commenta a Materia Rinnovabile Eleonora Cogo, esperta senior riforme finanza internazionale di ECCO. “Tuttavia, è necessario accelerare gli sforzi di implementazione e attuarle con urgenza affinché le BMS effettivamente dispongano di risorse adeguate per fornire liquidità ai paesi in via di sviluppo e aiutarli a far fronte agli investimenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici e la transizione energetica in modo equo e inclusivo.”

Capitale richiamabile e la nuova Global Collaborative Co-Financing Platform

Lo stesso Banga il 12 aprile ai giornalisti ha però sottolineato: “La realtà è che il denaro del governo e delle banche multilaterali da soli non riusciranno a raggiungere quei trilioni di dollari […] Ecco perché il settore privato è davvero importante”. Come riporta Reuters, prima degli Spring Meetings Banga ha dichiarato inoltre che sono in corso altre iniziative, tra cui un lavoro congiunto con altre Banche multilaterali di sviluppo e agenzie di rating del credito per sbloccare l'uso del capitale richiamabile, cioè il capitale di emergenza impegnato dai governi ma non versato. “Data l’alta improbabilità di tale evento (storicamente non è mai successo), gli esperti propongono che le BMS ricalcolino i propri coefficienti di leva in modo da tenere conto della maggiore capacità di assumersi il rischio di investimento resa possibile dall’esistenza del capitale richiamabile”, si legge nel briefing ECCO.

Banga ha detto infine che la Banca Mondiale lancerà una nuova piattaforma a livello aziendale per le garanzie sui prestiti e sulle assicurazioni, che la metterà sulla strada per più che triplicare le emissioni di garanzie fino a 20 miliardi di dollari entro il 2030. Durante gli Spring Meetings, invece, il 19 aprile è stata lanciata una diversa coalizione, la Global Collaborative Co-Financing Platform. Questa piattaforma riunirà 10 diverse Banche multilaterali di sviluppo, dalla Banca Mondiale all’Asian Development Bank, per convogliare nuove risorse favorendo un maggiore coordinamento degli interventi. Tra i vari obiettivi anche la riduzione degli oneri amministrativi e maggiori efficienza e trasparenza.

Il direttore del dipartimento conti pubblici e fiscali del FMI Vítor Gaspar, il ministro delle Finanze cileno Mario Marcel, la direttrice generale del FMI Gita Gopinath, il ministro delle finanze indonesiano Sri Mulyani Indrawat © Sarah Silbiger

Riforma della Banca mondiale, il nodo del rifinanziamento IDA21 e le nuove risorse

Riguardo la Banca Mondiale, stando di nuovo a quanto riportato da Reuters, prima degli Spring Meetings il presidente Banga ha inoltre dichiarato in conferenza stampa il 12 aprile che nel suo primo anno di mandato ha ridotto di circa tre mesi i tempi medi di approvazione dei progetti in capo al proprio istituto, oggi in media 19 mesi, e che li ridurrà di altri tre mesi entro la metà del prossimo anno. Ma il vero nodo per la BM non è solo la semplificazione dei procedimenti di finanziamento e la riduzione dei tassi di interesse. Durante il 2024 si terranno i negoziati per il prossimo ciclo di rifinanziamento IDA21. A febbraio, come ricordato da ECCO, il presidente della Banca Mondiale, Ajay Banga, ha proposto la cifra di 30 miliardi di dollari per un rifinanziamento ambizioso dell'IDA, in linea con le raccomandazioni del Gruppo di esperti indipendenti del G20 che propongono di triplicare i prestiti IDA entro il 2030.

“Il rifinanziamento dell'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA) è cruciale in un contesto di molteplici crisi globali che stanno portando i paesi a basso reddito a fare passi indietro nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolar rispetto agli obiettivi di sicurezza alimentare”, commenta a Materia Rinnovabile Eleonora Cogo. “Molto paesi spendono più in oneri del debito che in spesa pubblica per educazione o salute. IDA offre un'opportunità unica per dare una risposta coordinata e collaborativa, che mandi un segnale concreto alle priorità dei paesi africani, tra i maggiori beneficia di IDA. Solo con un impegno comune possiamo costruire un futuro equo, stabile e resiliente che ristabilisca la fiducia tra i paesi del Nord e del Sud del mondo.”
In chiusura degli Spring Meetings, il 19 aprile un gruppo di 11 paesi ha annunciato impegni per nuovi strumenti finanziari a supporto della capacità di prestito della Banca Mondiale. 11 miliardi di dollari sono le risorse promesse in totale per la Portfolio Guarantee Platform, il meccanismo di capitale ibrido e il Livable Planet Fund. Le risorse promesse oggi potrebbero fornire fino a 70 miliardi di dollari di fondi urgentemente necessari, che possono essere impiegati per affrontare le sfide transfrontaliere e promuovere gli obiettivi di sviluppo.

Secondo un comunicato della BM, la capacità di leva finanziaria dell’istituto consentirà di moltiplicare da sei a otto volte in 10 anni le risorse impegnate per il capitale ibrido e la Portfolio Guarantee Platform, strumento introdotto a luglio 2023 e vocato a un approccio condiviso al rischio. Nelle intenzioni, la piattaforma renderà i finanziamenti più ampiamente disponibili, con l'intervento degli azionisti nel caso in cui i paesi non siano in grado di rimborsare i loro prestiti.

Foto di gruppo in sessione plenaria © Kim Haughton 

A Washington il G20 a guida brasiliana sostiene la riforma tassazione

Oltre alla riforma dell’architettura globale del debito, che impedisce a molti paesi in via di sviluppo di affrontare climate change e lotta alla povertà, c’è un’altra possibilità per sbloccare risorse: intervenire sulla tassazione. “A seguito della storica introduzione nel 2021 di un accordo OCSE/G20 tra 140 paesi per l’introduzione di una aliquota minima globale del 15% sulle multinazionali, la discussione globale sulla tassazione internazionale è più viva che mai”, si legge nel briefing ECCO.

Sono tre le iniziative che occuperanno l’agenda tra il 2024 e il 2025. Innanzitutto, c’è il Gruppo di lavoro sulla tassazione internazionale per finanziare la riduzione della povertà e l’azione climatica (lanciato a COP28 da Francia, Kenya, Barbados, Spagna, Antigua e Barbuda, con la Commissione europea come osservatore). Tra gli interventi previsti vi è poi l’approvazione da parte della comunità internazionale di una Convenzione quadro dell’ONU per stabilire regole sulla tassazione globale e contrastare i flussi finanziari illeciti e i paradisi fiscali. Infine, da tenere d’occhio vi è l’agenda sulla tassazione della presidenza brasiliana del G20.

“Il Ministro delle Finanze brasiliano ho introdotto il tema della tassa minima sul patrimonio in ambito G20, dove è stata discussa la proposta dell'economista francese Gabriel Zucman, che prevede un prelievo minimo del 2% annuo sui grandi patrimoni coordinato globalmente. La cosiddetta tassa sui miliardari, che verrà discussa ai Meeting Primaverili e nelle sessioni successive, potrebbe generare un gettito di 250 miliardi di dollari all'anno.” Su questa previsione gli analisti di ECCO per ora non sbagliano: durante la riunione del G20 a Washington, la proposta non solo ha guadagnato slancio, ma ha trovato il sostegno del ministro delle finanze francese Bruno le Maire e della direttrice del FMI Kristalina Georgieva. Secondo le Maire il G20 dovrebbe raggiungere un accordo finale per il 2027.

Una speranza riposta anche dagli analisti del Bretton Woods Project, che da quasi 30 anni monitora i lavori di BM e FMI. “La mancanza di riforme significative da parte delle istituzioni di Bretton Woods appare evidente rispetto alle conversazioni in corso in altri ambiti”, si legge in un comunicato. “La storica Convenzione Quadro sulla cooperazione fiscale internazionale è stata approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel novembre 2023 (vedi Observer Inverno 2023) ed è ora in fase di negoziazione, dopo anni di campagne di sensibilizzazione e di contributi da parte della società civile, che molti sperano possa essere un passo avanti per colmare le lacune fiscali lasciate dall'evasione fiscale internazionale e da sistemi diseguali (vedi Observer Primavera 2023). La monumentale Convenzione fiscale delle Nazioni Unite evidenzia quanto possa essere plausibile la mobilitazione di risorse da fonti diverse dai finanziatori privati.”

 

Immagini: ©IMF