Il servizio idrico italiano, sempre più messo in difficoltà dalla crescente siccità, continua a mostrare lacune e problemi, come la dispersione di acqua lungo la rete, ma non solo. Le tecnologie digitali offrono molte e valide soluzioni a questi problemi, ma per sfruttare al massimo le loro potenzialità è necessaria una collaborazione attiva tra enti del settore. È proprio in quest’ottica che nasce la Community Italiana delle Acque, la comunità che riunisce alcuni dei maggiori gestori del servizio idrico integrato del Paese.

Costituita da Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, insieme a Italgas, MM e Acquedotto Pugliese, la Community intende promuovere l’innovazione digitale tenendo conto delle diverse esigenze del territorio italiano.

La Community Italiana delle Acque è stata presentata oggi, 4 marzo 2024, in occasione del convegno Sustainable Water: il ruolo del digitale nella gestione sostenibile della risorsa idrica, organizzato dal Gruppo Acque della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, presso la sede di Gruppo CAP a Milano.

La Community Italiana delle Acque

L’obiettivo è rendere il sistema idrico integrato italiano più efficace e sostenibile. Il position paper della Community, Sustainable Water, analizza le diverse tecnologie digitali per il settore delle acque e le loro possibili applicazioni, attraverso 14 casi d’uso, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030.

Oggi la dispersione media lungo la rete idrica nazionale è del 42%, ma la situazione varia da regione a regione. La Lombardia, per esempio, ha una media del 23,4%, con Milano al 14%, mentre alcune zone del Sud Italia arrivano al 72%. Secondo l’ISTAT, le perdite idriche totali di oltre la metà dei Comuni italiani superano del 35% i volumi immessi in rete.  L’obsolescenza della rete nazionale è la causa maggiore: circa il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni.

“Perdite idriche, depurazione, riduzione dei consumi energetici, sono solo alcuni dei temi su cui la digitalizzazione può giocare un ruolo chiave”, spiega Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo CAP, che già oggi registra una dispersione del 18,2%, inferiore sia alla media nazionale che a quella europea ma mira a ridurla ulteriormente fino al 15% entro il 2033. “Servono investimenti in tecnologie digitali per consentire al servizio idrico integrato di fare un salto simile a quello già fatto dal settore elettrico, in cui automazione e misurazione in tempo reale dei consumi e monitoraggio della rete sono oggi possibili grazie alle tecnologie più avanzate. Senza dimenticare, soprattutto oggi con l'avvento dell'intelligenza artificiale, che l’innovazione tecnologica è prima di tutto una rivoluzione sociale: per questo, occorrerà sostenerla con un processo di transizione digitale."

Ma per ottimizzazione risorse, know how digitale e investimenti, i gestori devono fare rete, come spiega Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Crediamo fortemente in un approccio sistemico che coinvolga tutti i gestori del servizio idrico integrato del paese, non solo per la forte spinta all’innovazione tecnologica che questo produrrebbe, ma anche per come gli operatori potrebbero utilizzare la leva del digitale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”, tendo conto “delle diverse esigenze territoriali del nostro paese”.

Tecnologie digitali applicate al servizio idrico

Individuazione e contenimento delle perdite idriche, rilevazione e previsione dei consumi, ottimizzazione delle pressioni e del consumo energetico, determinazione dell’indice di rischio di rottura delle tubazioni: sono numerosi i possibili campi di applicazione del digitale.

Per la ricerca e il contrasto delle perdite, Gruppo CAP impiega tecniche innovative come le immagini SAR (Synthetic Aperture Radar, una speciale tecnica radar che consente di ottenere immagini ad alta risoluzione da grande distanza), i sensori acustici fissi (che rilevano il rumore proveniente dalle condotte idriche) e i software per la modellazione in tempo reale delle reti acquedotto. Ha inoltre sviluppato un sistema che, incrociando i dati in tempo reale, restituisce un indicatore di priorità per la pianificazione degli interventi.

Ma i modi in cui le tecnologie digitali possono aiutare il sistema idrico si basano su tre livelli di azione. Il primo è quello delle tecnologie che gestiscono il ciclo di vita degli acquedotti e degli impianti (sistemi GIS, Geographic Information System) e, attraverso tecnologie Industrial Internet of Things (IIoT), banda larga e cloud, il loro funzionamento. Il secondo riguarda le tecnologie in grado di ottimizzare i processi e i metodi di lavoro tradizionali, con analisi predittive basate principalmente su intelligenza artificiale, machine learning, edge computing, big data, e block chain. Il terzo livello è quello degli ecosistemi digitali, in grado di rappresentare a livello digitale la realtà fisica degli asset e i loro comportamenti, consentendo l’interazione tra tecnologie e persone (Digital Twin, Smart Meter, Banda larga, 5G, servizi cloud).

 

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Immagine di copertina: Elimende Inagella, Unsplash