Le compagnie aeree del Gruppo Lufthansa includeranno un sovrapprezzo da 1 fino a 72 euro per biglietto a partire dal prossimo anno per coprire i costi introdotti dal sistema di scambio di emissioni dell'UE (ETS) e dai mandati sui carburanti per l'aviazione sostenibile (SAF). "Il gruppo aereo non sarà in grado di sostenere da solo i costi aggiuntivi sempre più elevati derivanti dai requisiti normativi nei prossimi anni", ha dichiarato Lufthansa in un comunicato stampa. Il gruppo, che sta discutendo in questi giorni l’acquisizione del 41% della compagnia di bandiera Ita, ha al suo interno i carrier Eurowings, Swiss, Austrian e Brussels Airlines ed è una delle più grandi compagnie aeree al mondo.

Il supplemento entra in vigore per i biglietti prenotati dal 26 giugno e in partenza dai paesi europei (ma solo dopo il 1° gennaio 2025). In molti sono rimasti colpiti soprattutto dall’ultimo valore (tutti i giornali italiani lo hanno messo nei titoli), ma si riferisce solo ai pochissimi biglietti in First Class (costo medio di un volo: 10.000 euro). Il sovrapprezzo medio dovrebbe essere sui 10 euro. Finora il contributo era volontario. Ma, secondo la compagnia aerea, solo il 4% ha deciso di pagare qualcosa in più per compensare le emissioni di CO2. Incluso l’autore.

Il supplemento è incrementale. "Un volo Lufthansa da Madrid con trasferimento a Francoforte fino a Shanghai e ritorno costerà circa 220 euro in più nel 2035", ha dichiarato Lufthansa in un documento programmatico, analizzato dall’autore, confrontandolo con un aumento di circa 40 euro per lo stesso viaggio con una compagnia aerea non UE che vola via Istanbul. Ovviamente la compagnia − invece che ottimizzare costi e ridurre i superbonus per la marea di dirigenti oppure concentrare le nuove tariffe sul segmento business/first class − ha rediretto i dovuti extra costi sui passeggeri in economy.

Nel 2023 la compagnia tedesca, nata nel 1917, ha fatto profitti per 2,7 miliardi di euro (erano 1,5 nel 2022) e sebbene abbia sempre innovato per scegliere modelli di arei sempre più efficienti, non ha mai davvero messo in prima linea lo sforzo di decarbonizzazione fino a qualche anno fa. A livello europeo Lufthansa è la seconda compagnia aerea con le maggiori emissioni (dati 2023), avendo prodotto emissioni climalteranti per un totale di 9,5 tonnellate metriche di anidride carbonica MtCO₂, sorpassata solo dal colosso low cost Ryanair, con ben 15 milioni di MtCO₂. Una quantità di gas serra prodotti in un anno pari a quelle dell’intero Paraguay.

Per decenni compagnie di bandiera e low cost europee – e non solo – hanno approfittato dei bassi prezzi del kerosene, dei sussidi alle fossili, senza minimamente conteggiare le esternalità negative delle emissioni nei loro prezzi e bilanci. Ora vogliono scaricare la colpa sui legislatori europei e sui consumatori e consumatrici, invece che sostenere con maggior forza gli investimenti europei in e-kerosene, uno dei tanti SAF.

Con Refuel EU oggi c’è l'obbligo per i fornitori di carburante per l'aviazione di garantire che tutto il carburante messo a disposizione degli operatori aerei negli aeroporti dell'UE contenga una quota minima di SAF a partire dal 2025 e, a partire dal 2030, una quota minima di combustibili sintetici, con un aumento progressivo di entrambe le quote fino al 2050. I fornitori di carburante dovranno incorporare il 2% di SAF nel 2025, il 6% nel 2030 e il 70% nel 2050. A partire dal 2030, l'1,2% dei carburanti dovrà essere costituito da carburanti sintetici, per arrivare al 35% nel 2050.

Invece che scaricare le tariffe sui passeggeri, le compagnie europee e in generale tutte le compagnie aeree mondiali dovrebbero investire sempre di più su efficientamento, sull’uso di e-fuel, sulla riduzione delle rotte a breve raggio (favorendo il treno), giudicate dalla finanza globale e dai passeggeri in base alle reali performance di decarbonizzazione. Mentre l’EU deve accelerare con il supporto alla filiera degli e-fuel, particolarmente sviluppata in nordeuropa.

Ovviamente si dovrà altrettanto agire a livello globale, per non favorire compagnie non-EU che continueranno a inquinare. Da anni si parla di una tassa sui frequent flyer a livello globale per sostenere la transizione dei carburanti, mentre è già attivo CORSIA (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation), in maniera volontaria fino al 2027. Ciò non basterà senza politiche attive per i viaggi.

Per le trasferte di lavoro tutte le compagnie dovrebbero dotarsi di policy di scelta dei viaggi in aereo in base alle emissioni complessive del viaggio ma anche in base a rating ESG e report CSRD. Così per il turismo i siti aggregatori come Booking o Skyscanner dovrebbero comunicare chiaramente (in parte già lo fanno) emissioni e piani di compensazione delle compagnie aeree, specie per voli in partenza da un paese europeo.

Se non vogliamo ritrovarci i dovuti extra-costi interamente scaricati sui passeggeri servirà prestare davvero attenzione con chi comprare il prossimo biglietto aereo.

 

Immagine di copertina: © Lufthansa

 

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