Nel corso dell’ultima Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sugli Oceani, svoltasi a Lisbona a giugno 2022, gli esperti hanno rimarcato l’attenzione crescente sulla problematica dei rifiuti e della plastica che entro il 2050 potrebbe superare in peso tutti i pesci nell’oceano.

Nel solo Mar Mediterraneo finiscono più di 200.000 tonnellate di plastica all’anno, cioè il contenuto di oltre 500 container al giorno, e la plastica rappresenta quasi il 70% del peso dei rifiuti raccolti, seguita da sostanze miste, gomma, attrezzature e materiale tessile e in metallo. La maggior parte dei rifiuti recuperati sono costituiti da oggetti di largo consumo, imballaggi alimentari usa e getta e bottiglie, buste e lattine di plastica.

Con l’obiettivo di affrontare la problematica, la Legge Salvamare, voluta e sostenuta da Sergio Costa, già ministro dell’Ambiente nei governi Conte I e II, prevede di raccogliere i rifiuti in mare, grazie alle attività dei pescatori, riportandoli a terra e smaltendoli con la raccolta differenziata. Una legge salutata positivamente dai tantissimi pescatori che in questo modo possono raccogliere i rifiuti in mare senza incorrere nelle salatissime multe dovute al trattamento speciale dei rifiuti.

I decreti attuativi della Legge Salvamare

Tuttavia, a causa delle varie lungaggini burocratiche, politiche e legislative, quella della Legge Salvamare resta una situazione tutt’altro che risolta. Una legge, per funzionare ed essere pienamente operativa, necessita dei decreti attuativi che spieghino come fare ciò che la legge prevede.

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, ha approvato solo il primo dei decreti attuativi, quello che premia i pescatori che riportano a terra i rifiuti trovati nelle loro reti. Mancano ancora però gli altri elementi legislativi che servono, identificano e prevedendo i punti di sbarco nei porti e le modalità di smaltimento dell’enorme quantità di materiale che dal mare verrebbe riportato in banchina.

Tale impianto legislativo rappresenta uno strumento semplice e concreto per ridurre gli impatti ambientali ed economici e per creare una nuova cultura del rispetto dell’ambiente e del riciclo dei rifiuti, ma le lungaggini burocratiche e la paralisi politica sull’approvazione dei decreti attuativi rende tale sforzo inutile.

Sergio Costa, nella decima edizione di Ecofuturo Festival, ha definito “grave” la mancanza da ormai due anni dei decreti attuativi, “perché i pescatori, le autorità portuali e tutti i sistemi marini ‒ ricordiamoci cha abbiamo 8.000 km di costa in Italia ‒ potrebbero affrontare seriamente e concretamente il problema del mare inquinato ma non possono farlo perché mancano i decreti attuativi”.

 

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Le richieste delle associazioni

“Sappiamo che l’attuazione della legge non risolverà tutti i problemi dell’inquinamento da plastica, ma rappresenta un primo importante passo avanti sulla strada della transizione ecologica. La plastica ormai è nel sangue umano e negli occhi dei pesci che diventano ciechi. Ma a non vedere siamo soprattutto noi”, ha recentemente ribadito Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo Onlus, che ha inviato un nuovo appello al Governo per correre sull’approvazione dei decreti attuativi relativi alla Legge.

L’attuazione della legge è fondamentale per l’intera filiera legata al mare e alla pesca ed è assolutamente necessaria per contribuire al risanamento e alla tutela dell’ecosistema marino, oltre a essere indispensabile per la salute pubblica. Marevivo e Federazione del Mare, insieme all’Alleanza Cooperative Italiane Pesca, ad Assonave, Assoporti, Confindustria Nautica, Confitarma, Federpesca, Lega Navale Italiana e altre importanti sigle del mondo del mare e della nautica, rimarcano l’importanza di procedere senza esitazione nell’approvazione e nell’emanazione dei decreti attuativi necessari per avviare il processo virtuoso che possono intraprendere i pescatori, ponendo un freno ai rischi per l’ambiente marino, tutelando l’ecosistema marino e la vita quotidiana dei cittadini.

L’approvazione del Piano del Mare per il triennio 2023-2025

Anche l’approvazione, a luglio 2023, del Piano del Mare per il triennio 2023-2025, fortemente voluto dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, evidenzia l’importanza della Legge Salvamare per la salute pubblica.

Il Piano del Mare illustra le linee direttrici e definisce gli obiettivi di interesse generale rilevanti per garantire il necessario supporto al comparto marittimo nazionale. Ribadisce inoltre che la gestione complessiva dei rifiuti prodotti dalle navi e il relativo conferimento negli impianti di raccolta in ambito portuale richiedono una sempre maggiore condivisione delle competenze e delle amministrazioni coinvolte (AdSP, Regioni, Comuni e Autorità marittime) nei procedimenti amministrativi relativi ai rifiuti prodotti dalle navi presso gli scali italiani.

Emerge la necessità di semplificare e razionalizzare le procedure amministrative per la gestione degli impianti portuali di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e una contestuale necessità di semplificazione delle norme attributive delle competenze, apportando al contempo eventuali modifiche alle disposizioni riguardanti gli affidamenti del servizio di raccolta rifiuti previsti da diverse leggi speciali. Il Piano richiama la Legge Salvamare, rimarcando che può contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare.

 

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