I consorzi Rilegno, Corepla e Coreve hanno aggiornato le stime sulla loro situazione patrimoniale e sulle conseguenti proiezioni finanziarie per il 2025, che richiedono un aumento dei contributi ambientali per garantire la loro gestione operativa. In un quadro di generale inflazione, infatti, negli ultimi mesi si è assistito a una serie di rialzi dei costi legati alla raccolta dei rifiuti di imballaggio e alle conseguenti attività legate al riciclo degli stessi, sempre più complesse per alcuni materiali. Soprattutto per i rottami di vetro, si è registrata una diminuzione dei ricavi derivanti dalla vendita post consumo dei materiali.

In aggiunta, il consorzio Comieco ha manifestato l’intenzione di proseguire sulla strada della modulazione contributiva legata sempre più all’effettiva e certificata riciclabilità degli imballaggi compositi a base carta. CONAI ha quindi valutato e approvato le richieste di rimodulazione del contributo ambientale (CAC) e le relative motivazioni presentate dai suddetti consorzi per gli imballaggi in legno, plastica e vetro e per quelli compositi a prevalenza carta.

Tutte le variazioni decorreranno dal 1° luglio 2025, con un secondo aumento previsto per il contributo ambientale vetro a partire dal 1° gennaio 2026. Anche in vista delle evoluzioni attese per la seconda metà del 2025, connesse al rinnovo dell’Accordo nazionale con ANCI, appena prorogato di sei mesi, CONAI continuerà a monitorare l’andamento delle filiere dei materiali interessati da queste rimodulazioni. 

Gli imballaggi in carta

Ampliato il progetto di diversificazione per gli imballaggi in carta, avviato inizialmente per i contenitori compositi a prevalenza carta idonei al contenimento di liquidi (CPL), al fine di migliorare l’efficacia del riciclo di imballaggi complessi a base cellulosica consolidando e sviluppando le attività di raccolta e selezione per ottenere un flusso omogeneo di rifiuti da avviare a una fase di riciclo dedicata. Allo stesso tempo si introduce un’importante scontistica per gli imballaggi compositi diversi da quelli per liquidi sottoposti a prova di laboratorio condotta secondo la norma UNI 11743:2019 e per cui è stato valutato il livello di riciclabilità secondo il sistema di valutazione Aticelca 501.

Dal 2019, infatti, è stato introdotto un contributo aggiuntivo (Extra CAC) per i CPL, poi esteso ad altre tipologie di imballaggi compositi a prevalenza cellulosica nel 2022: le risorse derivanti dagli Extra CAC sono finalizzate a promuovere l’introduzione sul mercato di imballaggi compositi più facilmente riciclabili, a incentivare l’adozione di tecnologie di selezione e riciclo dedicate, e a coprire i maggiori costi energetici e ambientali derivanti dalla presenza di frazioni non cellulosiche in questi specifici imballaggi. Dalle sei attuali si passa a otto fasce per gli imballaggi in carta.

L’ampliamento di questo progetto di diversificazione prevede un periodo di sperimentazione di un anno e una prima valutazione dei risultati e degli economics dopo sei mesi. CONAI e Comieco renderanno disponibili a breve le linee guida per la corretta applicazione operativa dei nuovi criteri da parte delle imprese in cui saranno presenti anche possibili esenzioni per le aziende che immettono sul mercato volumi minimali di imballaggi compositi.

Gli imballaggi in legno e gli imballaggi in plastica

Per quanto riguarda gli imballaggi in legno è stato deliberato un aumento del contributo ambientale da 7 €/tonnellata a 9 €/ tonnellata, al fine di garantire l’equilibrio finanziario e patrimoniale del consorzio Rilegno.

Nel 2024, invece, Corepla ha registrato uno straordinario incremento degli imballaggi in plastica a fine vita rinvenuti nella raccolta differenziata (+4,6% stimato sull’intero anno) con notevoli impatti anche sulle ulteriori fasi di gestione quali la selezione e l’avvio a riciclo (con frazioni sempre più complesse e attività sperimentali in corso) o a recupero energetico. Una notizia positiva da un punto di vista ambientale, considerata la necessità di continuare a far crescere i tassi di intercettazione – anche tramite raccolte selettive delle bottiglie – alla luce dei prossimi obiettivi che saranno richiesti agli stati dell’Unione.

Nonostante i prezzi medi delle aste abbiano avuto un effetto positivo sui ricavi e contemporaneamente i ricavi da CAC risultino in linea con quelli a budget, l’imprevedibile aumento dei volumi di rifiuti gestiti dal consorzio in tutto il 2024 ha reso necessaria una rimodulazione del contributo ambientale per gli imballaggi in plastica.

Anche per l’anno 2025 restano confermate le nove fasce in vigore dal 2023, con valori sempre più legati ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi inclusi in ciascuna fascia. Per sei fasce si registra un aumento e per tre una lieve diminuzione che è espressione del deficit di catena (saldo tra costi ed eventuali ricavi da cessione a riciclo), sempre a partire dal 1° luglio 2025.

 

Immagine: Envato