La Camera ha approvato la conversione in legge del D. L. n. 161/2023, ovvero: il Piano Mattei diventa legge. Il Senato aveva già approvato il decreto a dicembre, e ora la Camera, con 169 voti favorevoli, 119 contrari e 3 astenuti, ha deciso di convertirlo in legge, cosa che dovrà accadere entro il 14 gennaio 2024. Entrerà “in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.
Il Piano Mattei, che prende il nome dallo storico presidente dell’ENI Enrico Mattei, è un progetto che nelle intenzioni del Governo ha l’obiettivo di sviluppare le relazioni culturali ed economiche tra Italia e Africa. Meloni l’ha definita più volte una "cornice politica" della strategia italiana nel rapporto con il continente africano. Gli ambiti di interesse sono svariati: energia, infrastrutture, agricoltura, sviluppo economico, contrasto a terrorismo e traffico di esseri umani, ma anche cultura e formazione.
La Cabina di regia del Piano Mattei
Il decreto-legge stabilisce che “la collaborazione dell'Italia con i Paesi africani è attuata in conformità con il Piano strategico Mattei, di durata quadriennale”. Il Piano è definito e attuato da una “cabina di regia”, ed entro il 30 giugno di ogni anno il Governo dovrà trasmettere alle Camere una relazione di aggiornamento.
La Cabina di regia avrà quindi il compito di coordinamento delle varie collaborazioni e dei vari incontri tra Italia e Africa, che avverranno tra istituzioni, imprese e società civile. Secondo il decreto, dovrà anche “promuovere iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni internazionali”, come le Banche multilaterali di sviluppo.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni presiederà la Cabina di regia, composta dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, dal viceministro degli Esteri delegato in materia di cooperazione allo sviluppo, Edmondo Cirielli (FdI), dal viceministro delle Imprese, Valentino Valentini (FI), e dalla viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Vannia Gava (Lega).
A loro si aggiungono il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province, Massimiliano Fedriga, il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Marco Riccardo Rusconi e il presidente dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero, Matteo Zoppas. Oltre a un rappresentante di Cassa depositi e prestiti, SACE, SIMEST, i “rappresentanti delle imprese industriali” e della Conferenza dei rettori delle università italiane, i rappresentanti di società civile, terzo settore, enti pubblici e privati e vari esperti.
Le reazioni
Soddisfazione di Debora Serracchiani per il via libera del Governo al suo ordine del giorno “per lo stanziamento di risorse destinate a finanziare uno studio di fattibilità del Green Corridor per il trasporto dell'idrogeno verde prodotto in Marocco e in transito per il Porto di Trieste quale polo logistico per le materie prime energetiche distribuite in Centro/Est Europa attraverso l'Oleodotto Transalpino”.
Cauto il presidente di Federpetroli Michele Marsiglia: "Un altro passo avanti è stato fatto, ora attendiamo gli sviluppi e la concretezza operativa di questo tanto acclamato Piano Mattei per l'Africa. Le aziende attendono prima di procedere con gli investimenti. Siamo già in ritardo rispetto ai competitor internazionali".
Critiche, invece, senza mezzi termini da parte dell’opposizione. “Il Piano Mattei non esiste, nei contenuti e nella sostanza: è una scatola vuota”, ha dichiarato Laura Boldrini, che parla di “bluff”, “propaganda e inutile dispendio di risorse”. Il decreto “non fa altro che istituire una cabina di regia con personale, uffici e risorse presso Palazzo Chigi che ci costerà 3 milioni di euro per gestire un piano che non esiste. E mentre Giorgia Meloni parla di sostegno ai Paesi africani, di abbandonare gli atteggiamenti predatori, taglia i fondi per la cooperazione allo sviluppo ridotti di oltre 40 milioni di euro”.
"Non è una scatola vuota, sarà riempita di contenuti”, risponde alle critiche Edmondo Cirielli, rimandando alla Conferenza Italia-Africa del 28 e 29 gennaio. Come d’altronde aveva fatto Giorgia Meloni nella conferenza stampa del 4 gennaio, quando aveva preannunciato che l’iter era “più avanti di quanto sembri”, rimandando però i dettagli alla presentazione ufficiale del Piano.
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