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Negli ultimi anni, l'idrogeno ha catturato l'attenzione del settore energetico, attirando l'interesse di governi, aziende e media. L'entusiasmo intorno all'idrogeno sembrava promettere un cambiamento radicale nel panorama energetico globale. Sono stati annunciati molti progetti ambiziosi, con piani per una produzione massiccia di idrogeno su scala gigawatt (GW).
Tuttavia, come spesso accade con le promesse tecnologiche, lo slancio iniziale è in qualche modo diminuito. Oggi, il discorso sull'idrogeno è meno incentrato sulle ambizioni su larga scala e più sul realismo pragmatico.
Ridimensionare le ambizioni, ma andare avanti
L'attenzione si è spostata su progetti più piccoli, tipicamente nell'ordine dei 2-20 MW, in particolare in Europa. Sebbene questi progetti rappresentino passi avanti fondamentali, il loro impatto sulla decarbonizzazione su larga scala, in particolare nei settori industriali ad alta intensità energetica, rimane limitato.
In questa fase iniziale, i progetti sull'idrogeno non contribuiranno in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell'Europa. Per la decarbonizzazione a breve termine, l'elettrificazione diretta è più efficiente in termini di costi. Tuttavia, iniziare ora a sviluppare l'idrogeno garantisce che le applicazioni siano mature alla fine della transizione energetica, quando sarà stato sfruttato tutto il potenziale dell'elettrificazione diretta.
I governi devono sostenere la ricerca e lo sviluppo (R&S) per ridurre i costi di produzione dell'idrogeno, migliorare i processi di elettrolisi e potenziare lo stoccaggio e il trasporto dell'idrogeno. La collaborazione tra governi, industrie e istituti di ricerca sarà essenziale per sbloccare il potenziale dell'idrogeno come leva principale per la decarbonizzazione, dalla produzione a un'ampia gamma di applicazioni.
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Il secondo livello: l'idrogeno come fattore di localizzazione
Nonostante il ridimensionamento di alcuni progetti eccessivamente ambiziosi per la produzione massiccia di idrogeno, l'accesso all'idrogeno, in particolare quello verde, sembra essere sempre più percepito come fondamentale per la scelta del sito e delle sedi aziendali per costruire nuovi impianti o espandere le attività. Questo cambiamento è determinato da diversi fattori, tra cui la pressione per ridurre l'impronta di carbonio, rispettare le normative sempre più severe in materia di emissioni e garantire l'accesso a fonti di energia pulita in futuro.
Ad esempio, le industrie ad alto consumo energetico, come quelle siderurgica, chimica e del vetro, stanno iniziando a riconoscere che la loro redditività a lungo termine dipenderà dalla loro capacità di accedere a idrogeno verde a prezzi accessibili. Mentre le aziende lavorano per ridurre le proprie emissioni di carbonio, l'idrogeno può fungere sia da combustibile che da materia prima, offrendo una via per decarbonizzare i processi chimici e industriali difficili da elettrificare.
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La realtà dell'idrogeno inizia ora
È qui che entrano in gioco i vantaggi regionali. Le aziende situate in regioni con un buon accesso all'idrogeno verde avranno un chiaro vantaggio competitivo, non solo in termini di credenziali ambientali, ma anche in termini di costi. Con l'aumento della produzione di idrogeno e la realizzazione di economie di scala, si prevede che il costo dell'idrogeno verde diminuirà.
Le regioni che si affermeranno come centri per la produzione di idrogeno e lo sviluppo di infrastrutture saranno in una posizione privilegiata per attrarre le imprese che dipendono dall'idrogeno come input chiave. Al contrario, le regioni che non investono nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture per l'idrogeno rischiano di perdere investimenti e innovazione, con il potenziale rischio di deindustrializzazione e delocalizzazione delle imprese. È ora di agire.
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Questo editoriale è stato redatto in collaborazione con la European Sustainable Energy Week (EUSEW) 2025. Open call disponibili sul sito ufficiale dell'evento. Né la Commissione europea né alcuna persona che agisce per conto della Commissione è responsabile dell'uso che può essere fatto delle informazioni contenute nell'articolo. Le opinioni espresse sono esclusivamente quelle dell'autore o degli autori e non devono essere considerate rappresentative della posizione ufficiale della Commissione europea.
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