Tra i colori intensi della Maremma e le onde del Tirreno, la città di Grosseto sorprende tutti e si rivela una delle città più green e virtuose d’Europa. Nel 2024, ha ottenuto il titolo di European Green Pioneer of Smart Tourism, un riconoscimento dell'Unione Europea per le sue iniziative innovative in termini di turismo sostenibile e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale. Ma come ha fatto una città come Grosseto, spesso fuori dai radar e dagli itinerari turistici mainstream, a conquistare un titolo così importante e a superare le concorrenti di tutta Europa?
L'iniziativa europea che premia il turismo intelligente e sostenibile
Il progetto Smart Tourism è un'iniziativa dell'Unione Europea nata per promuovere destinazioni e premiare strategie di turismo intelligente capaci di contrastare il fenomeno dell’overtourism mordi e fuggi. All'interno di questo programma, vengono assegnati due riconoscimenti principali: il titolo di European Capital of Smart Tourism, destinato a grandi città, e quello di European Green Pioneer of Smart Tourism, riservato a destinazioni più piccole che dimostrano eccellenza nelle pratiche di turismo sostenibile, e quindi spesso anche lento e capillare. Il programma non si limita a celebrare un vincitore: punta a creare reti di collaborazione, scambio di buone pratiche e idee per un turismo più responsabile a livello europeo.
Nel 2024, Grosseto ha condiviso la ribalta con Dublino, nominata capitale del “turismo smart”. Due realtà diverse, con latitudini e background culturali lontani fra loro, ma accomunate dalla stessa capacità di innovare e di proporre un modo di viaggiare ed esplorare che guardi al futuro.
Grosseto, dal turismo alla mobilità lenta: un modello da imitare
Spesso messa in secondo piano da mete come Firenze, Siena e Pisa, o luoghi superstar come Forte dei Marmi o San Gimignano, Grosseto e la sua provincia sono una delle mete più rappresentative dello spirito toscano e, più nello specifico, maremmano.
Una città dal fascino autentico, con radici che affondano nell’epoca etrusca. La sua architettura storica ben conservata (dalle mura medievali agli splendidi palazzi del centro storico) si sposa con un territorio di rara bellezza. Dai parchi naturali come quello delle Colline Metallifere alle spiagge selvagge della Maremma, dai siti archeologici come Roselle alle riserve naturali come la Diaccia Botrona, fino a luoghi unici nel panorama artistico contemporaneo come il Parco dei Tarocchi o il Giardino di Daniel Spoerri. Questo mix di storia, arte e paesaggio è stato la base su cui la città ha costruito il proprio modello di sostenibilità. Un modello all’insegna di un turismo lento e rispettoso di luoghi e tradizioni, fatto di esperienze autentiche e non spersonalizzate dalle richieste di un turismo di massa, frenetico e consumista. In questi luoghi è stato sperimentato un modo di valorizzare il territorio che non impatta sulle risorse naturali e sociali, ma che anzi fa leva su concetti come quello della mobilità lenta e di un’economia sostenibile retta da agricoltura e allevamento locali.
Il Parco della Maremma, con i suoi 20 chilometri di costa incontaminata, ne è un esempio emblematico, con progetti di trekking e cicloturismo che promuovono percorsi responsabili e a basso impatto. Grosseto, inoltre, sta muovendo i giusti passi nella direzione di una rete solida di mobilità integrata. Negli ultimi anni, infatti, ha implementato una rete di mobilità ciclabile che collega la città al Parco della Maremma e alle sue spiagge. Grazie all’uso di app dedicate, è possibile prenotare shuttle elettrici per spostarsi agevolmente tra i principali punti di interesse. Una serie di soluzioni che hanno permesso di ridurre l’impatto ambientale del turismo e di migliorare l’accessibilità complessiva. A queste, infatti, si aggiungono le iniziative di sostenibilità sociale e, in particolar modo, di inclusione, come quelle che rendono accessibili le spiagge e numerosi siti di interesse a persone con disabilità, dimostrando un impegno concreto verso un turismo che non lasci indietro nessuno.
Questo territorio ha saputo unire tradizione e innovazione anche nel settore agricolo. Circa il 30% del territorio è dedicato all’agricoltura, che non solo alimenta l’economia locale, ma è diventata un motore culturale. L’area del Parco della Maremma ospita agriturismi e rifugi che offrono esperienze uniche: dai laboratori di cucina con prodotti locali alle degustazioni di vini e oli, passando per tour a piedi e in bicicletta tra uliveti e vigneti. L’allevamento brado dei bovini maremmani, simbolo della regione, e la figura del buttero, mandriano a cavallo che custodisce questa tradizione millenaria, aggiungono ulteriore fascino (mai artefatto o ruffiano) a un territorio già ricco di attrattive.
Grosseto rappresenta un modello virtuoso di come un territorio può valorizzare le proprie risorse in chiave sostenibile. Nonostante ciò, rimane ancora un luogo spesso sottovalutato. Questo paradosso solleva una domanda: quanto davvero conosciamo le ricchezze del nostro paese? Grosseto è una lezione di consapevolezza e di potenzialità inespresse, un invito a riscoprire il patrimonio delle nostre città con occhi nuovi.
Guardando al futuro: i Green Pioneer del 2025
Mentre Grosseto conclude il suo anno come “pioniera green”, si guarda già al 2025. A raccogliere il testimone saranno un’altra città italiana, Torino, per quanto riguarda il titolo di European Capital of Smart Tourism, e una città spagnola, Benidorm, per il titolo di European Green Pioneer of Smart Tourism. Entrambe sono state premiate per le loro iniziative innovative in ambiti come accessibilità, sostenibilità, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale. L’esempio di Grosseto resterà un punto di riferimento: una città che, dal cuore della Toscana, ha dimostrato come la sostenibilità non sia solo un obiettivo per migliorare la qualità della vita, ma anche una via per trasformare un territorio in una destinazione unica.
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In copertina: Duomo di Grosseto. Photo by © Edoardo Lenzi