La spinta alla crescita esplosiva delle rinnovabili ormai è inarrestabile, ma potrebbe essere tardi per il mondo. Questa è l’opinione di un osservatore esperto e privilegiato, Francesco La Camera, il diplomatico italiano che dopo una lunga carriera al vertice del Ministero dell’Ambiente nel 2019 è stato nominato direttore generale dell’IRENA (International Renewable Energy Agency), l’agenzia intergovernativa a cui aderiscono 168 Stati, con sede negli Emirati Arabi, che ha il compito di sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La Camera è naturalmente a Dubai, dove in questi giorni è in pieno svolgimento la COP28, e dove l’IRENA lavora ventre a terra (ahimè, insieme agli innumerevoli lobbisti del mondo fossile).
Direttore, nel Breakthrough Agenda Report che l’IRENA ha diffuso alla vigilia della COP è scritto che l’obiettivo è sostenere un incremento annuo della potenza installata a livello globale da fonti rinnovabili di 1000 GW. Questo significa triplicare le rinnovabili di qui al 2030, passando dagli attuali 3,8 TW installati a 11 TW.
È un dato che viene fuori molto semplicemente, è la banale trasposizione di quanto viene indicato dall’IPCC delle Nazioni Unite. Certo, sono numeri davvero impressionanti.
Possiamo dire che la situazione politico-militare internazionale, con i conflitti in atto, dall’Ucraina al Medio Oriente, non ha avuto e non avrà un impatto negativo sulla transizione ecologica ed energetica?
Assolutamente no, lo abbiamo detto chiaramente sin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina. Ci sono state difficoltà all’inizio, in una prima fase la catena dell'offerta delle rinnovabili è stata impattata sul versante dei trasporti e delle infrastrutture. Ma molto presto tutti i Governi nazionali hanno capito il livello di insicurezza se ci si affida prevalentemente all’energia da fonti fossili. E quindi la decentralizzazione dell'energia attraverso le rinnovabili è diventata uno strumento di sicurezza energetica.
E oggi, cosa dicono i numeri?
Non c'è dubbio su dove stiamo andando: i dati confermano che le rinnovabili marciano a passo di record. È stato così nel 2022, sarà così anche quest’anno, per quanto riguarda la potenza installata. Ma non è la transizione il problema. Il problema purtroppo è la velocità e la dimensione di questa transizione: le rinnovabili aumentano, ma non abbastanza. Ormai l’83% della potenza installata per elettricità nuova per anno viene da fonti rinnovabili, ma bisogna triplicare questa capacità ogni anno.
Un obiettivo che insieme a quello di raddoppiare, sempre entro il 2030, l’efficienza energetica sembra essere stato sostanzialmente accolto in questa COP28.
Triplicare le rinnovabili è un target che è stato ripreso dalla Presidenza della Conferenza, e a oggi già da 123 Paesi. Sono convinto che praticamente tutti aderiranno, entro la fine della COP. Questo lo possiamo ormai considerare un punto fermo e acquisito.
Si è parlato molto, nei giorni scorsi, della dichiarazione di alcuni Paesi a favore di un impegno per triplicare la potenza installata dal nucleare entro il 2050. Che ne pensa?
Sinceramente ho più di un dubbio. I dati ci dicono che negli ultimi sessant’anni, complessivamente, la capacità installata da nucleare che è stata realizzata ammonta a circa 360 GW. Ipotizzando teoricamente che questa grandezza possa essere effettivamente triplicata, arriveremmo a 1 TW di capacità da nucleare installata al 2050. Noi qui stiamo parlando di 11 TW di capacità da rinnovabili entro il 2030. Si ha l’impressione che l’industria del settore nucleare abbia un obiettivo solo: cercare di ottenere un po’ di denaro pubblico da investire nelle nuove centrali atomiche, perché altrimenti non sarebbero economicamente fattibili.
Triplicare le rinnovabili, passando da 3,8 TW a 11 TW installati entro il 2030, dal punto di vista industriale è un’impresa titanica. C’è la volontà politica?
Non c’è dubbio, si tratta di un compito molto, molto impegnativo. Posso fare una battuta? Siamo in un film della serie Mission Impossible, quelli in cui Tom Cruise è il protagonista e deve superare mille ostacoli. Un TW installato ogni anno è tantissimo. Dobbiamo vedere se i Governi riusciranno a fare il Tom Cruise della situazione. Ma, molto semplicemente, non c'è altra possibilità.
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