Per un efficiente processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti è fondamentale presidiare le singole filiere, ma altrettanto importante è fare squadra tra comparti diversi, valorizzando le differenze, ottimizzando i processi, massimizzando le risorse.
Un’esigenza alla quale il sistema dei Consorzi Cobat, dedicato alla raccolta, al trattamento e all’avvio al riciclo di prodotti giunti a fine vita, risponde con la nascita al suo interno di un nuovo player omonimo, interamente destinato ad attività di gestione e di coordinamento.
Prosegue così il cammino intrapreso in direzione di una realtà multi-consortile e multi-filiera, con l’obiettivo di supportare le aziende che vogliono entrare da protagoniste nel mondo dell’economia circolare, attraverso il recupero delle materie prime seconde dai beni non più utili e la garanzia della massima sostenibilità ambientale.
Un dna multi-consortile e multi-filiera
La storia, ormai ultradecennale, comincia ufficialmente nel 2012 quando a Cobat Ripa, erede dello storico consorzio dedicato alla gestione di batterie e accumulatori esausti, si affianca Cobat RAEE, che raccoglie le esigenze dei produttori e degli importatori delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, inclusi i moduli fotovoltaici.
Nel corso del tempo si aggiungono altri tre consorzi, legati ad altrettante filiere, che consentono di presidiare molti dei comparti strategici per l’Italia. Oltre a Cobat Tyre (pneumatici fuori uso) e a Cobat Compositi (dedicato agli scarti composti da materiali eterogenei), nel 2022 è la volta di Cobat Tessile, che entra in azione per affrontare al meglio l’introduzione di schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) e l’avvio del processo di raccolta differenziata nel settore tessile.
La nascita del sesto player
Nel 2024 arriva un’ulteriore novità, presentata anche alla 27ª edizione della fiera Ecomondo: da questo momento Consorzi Cobat non racconta più solo l’insieme dei cinque consorzi di filiera che lo compongono, ma diventa anche il nome di un sesto consorzio, a cui vengono affidati compiti organizzativi e gestionali a supporto dell’intero sistema.
Un soggetto di “raccordo delle diversità”, che è in grado di presidiare più filiere, mantenendo i valori generali e, contemporaneamente, affrontando ciascun comparto in base alle relative specificità.
A rimarcare questo passaggio è anche un’identità visiva rinnovata: lo storico logo Cobat viene arricchito da un segno grafico, che ricorda le icone che caratterizzano i loghi dei consorzi di filiera e, contemporaneamente, rappresenta un contenitore che ospita il sistema, in grado di mantenere, nella sua natura plurale, le singole componenti.
Un’opportunità di crescita sostenibile
Da sempre la missione dei Consorzi Cobat è quella di aiutare le imprese a orientarsi nello scenario normativo, assicurando loro le migliori soluzioni operative disponibili sul mercato, insieme ai vantaggi di un unico interlocutore e di un accurato know-how.
Produttori e importatori di diverse tipologie di beni vengono così manlevati dalle responsabilità civili inerenti la raccolta, lo stoccaggio e il trattamento degli scarti derivanti dai loro prodotti immessi sul mercato e dai possibili risarcimenti per danni legati alle eventuali violazioni non dolose delle norme.
A disposizione dei soci, un portale digitale in grado di tracciare il rifiuto, rendendo più semplici gli adempimenti burocratici, oltre a un’articolata offerta di percorsi di consulenza e formazione. Grazie a un’attenta pianificazione, l’onere di gestire il fine vita di un prodotto può diventare un’opportunità di crescita sostenibile, in linea con i principi dell’economia circolare, verso cui le piccole e medie imprese italiane si mostrano sempre più attente: secondo il Rapporto 2024 realizzato da Circular Economy Network ed ENEA, il 65% dichiara infatti di mettere in atto pratiche di circolarità, oltre il doppio rispetto al 2021.
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In copertina: immagine Envato