Progetto Manifattura, storico incubatore clean tech trentino, ha assistito ai natali di tante imprese del settore delle energie rinnovabili. Poche però hanno raggiunto il successo di Energy SpA, fondata dall’ingegnere Davide Tinazzi nel 2013, che oggi si pone come leader di settore nell’offerta di sistemi di accumulo per l’energia da fonte rinnovabile. Materia Rinnovabile l’ha intervistato.

Davide Tinazzi

 

Ci dà una panoramica di quello che Energy fa oggi?

Energy Spa è nata 11 anni fa come startup innovativa per lo sviluppo e la realizzazione di sistemi di accumulo residenziali. Oggi è una società con 70 dipendenti quotata alla Borsa di Milano, che nel tempo ha verticalizzato la produzione di sistemi di accumulo: verso l'alto ha infatti integrato la componente software e gestione cloud di tutti i servizi, mentre verso il basso realizza presso il proprio sito sia le componenti elettroniche che le batterie. In piena conformità con le richieste del Net Zero Industry Act – il regolamento UE per cui entro il 2030 il 40% delle forniture per le rinnovabili deve essere prodotto sul suolo europeo – l’azienda ha appena avviato la prima linea di produzione di batteria al litio nella gigafactory che sta realizzando presso il quartier generale di Sant’Angelo di Piove di Sacco. Un nuovo polo che entro il 2026 sarà in grado di produrre su suolo italiano 8 GWh di batterie al litio.

Quali sono gli elementi critici che l'Europa deve risolvere per l’approvvigionamento di materie prime necessarie alla produzione di batterie?

Nel nostro continente sono già oggi in fase di sperimentazione nuove tecnologie a ioni-sodio che si potranno affiancare alle batterie al litio, su cui anche l’Europa sta crescendo. Ma non concentriamoci solo sui materiali. È fondamentale produrre in house anche altri componenti degli accumulatori. Sistemi di accumulo chiusi, che non si collegano a server remoti, mantenendo la gestione del dato sotto il nostro controllo, uno dei requisiti più richiesti dai nostri clienti.

Parlando del Net Zero Industry Act europeo, quali sono le debolezze che voi operatori rilevate al momento?

Il Net Zero Industry Act è una grande opportunità per la filiera produttiva. La sua criticità, che è tipica dell’approccio europeo, è quella di un’eccessiva burocratizzazione dei processi. Le filiere europee a elevato contenuto tecnologico devono correre per arrivare a raggiungere degli obiettivi di mercato, data anche la pressante competizione delle imprese cinesi, molto più avanti in termini di industrializzazione di prodotto. Noi imprenditori stiamo facendo il massimo per arrivare sul mercato con filiere produttive moderne e competitive: bisogna però cercare di non mettere troppi ostacoli burocratici.

L'Unione Europea sta lavorando molto anche sulle procedure di economia circolare delle batterie. Quanto rilevanti possono essere per il mercato? Possono costituire un vantaggio competitivo?

Da qui al 2030 l’Europa ha definito una serie di obiettivi per giungere a proporzioni crescenti di materiali riciclati da integrare nelle batterie e negli accumulatori. Se da un punto di vista tecnologico sono obiettivi raggiungibili, più complicato risulta da un punto di vista di uniformità di prodotto: per arrivare a una produzione di celle che abbiano un materiale riciclato occorre infatti avere una grande stabilità di prodotto di partenza. In questo momento sono pochi gli operatori che possono garantire questo perché, finora, la maggior parte delle celle sono state comprate in Cina senza tenere conto dell'omogeneità della chimica proposta dai vari costruttori. Considerando però il solo territorio italiano, avendo noi introdotto circa 70.000 sistemi di accumulo della stessa tipologia quindi circa 150/180.000 batterie – abbiamo la possibilità di richiamare un grande numero di batterie che hanno lo stesso tipo di celle e quindi di innescare un processo virtuoso per arrivare a produrre localmente celle riciclate.

Quanto sta crescendo il mercato dei modelli di accumulo XL?

La domanda aumenta di settimana in settimana, ma non con la stessa rapidità aumentano le vendite. Grazie all'aggiornamento dei nuovi quadri regolatori si stanno aprendo le possibilità per i vari operatori di erogare servizi alla rete da parte dei sistemi di accumulo anche in modalità aggregata con sistemi sparsi sul territorio, che vengono pilotati dal trader o dall'aggregatore stesso. Dal 1°gennaio 2025 in tutta Europa questi servizi saranno liberalizzati: rimane solo qualche mese per rafforzare la competizione e fermare l'invasione di multiutility e aggregatori stranieri.

 

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Immagini: Energy SpA

 

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