La transizione energetica, che nel 2025 entra nella sua fase matura, è “una sfida storica”, e costruire interconnessioni strategiche per svilupparla sarà “la pietra miliare di una democrazia energetica che genererà benefici per tutti”. Così Giorgia Meloni si è espressa stamattina, mercoledì 15 gennaio, al World Future Energy Summit (WFES), nell’ambito della Abu Dhabi Sustainability Week (ADSW), in corso dal 12 al 18 gennaio. A margine di questo importante evento annuale, dedicato ai temi dell’efficienza energetica e delle tecnologie pulite, è stata firmata un’intesa tra Italia, Albania ed Emirati Arabi Uniti per la produzione e il trasporto di energia prodotta da fonti rinnovabili da Tirana al nostro paese.

L’Accordo tra Italia, Albania ed Emirati Arabi Uniti

“Un ambizioso progetto che coinvolge i nostri tre governi, come i nostri settori privati e i nostri operatori della rete”, ha dichiarato la premier, definendosi “molto orgogliosa” dell’accordo, che prevede un cavo sottomarino tra una sponda e l’altra dell’Adriatico. “Mostra tangibilmente come nuove forme di cooperazione possono essere costruite anche fra partner che possono sembrare lontani, almeno geograficamente.”

“Il valore dell’infrastruttura, che sarà operativa al massimo entro tre anni, va verso il miliardo di euro. In base agli studi, credo che collegherà il tratto tra Valona e la Puglia”, ha aggiunto il primo ministro albanese Edi Rama che, tra l’altro, ha regalato a Meloni un foulard per il suo compleanno. “Musk? Gli altri vanno e vengono, io resto”, le ha detto, inginocchiandosi nel corso di un siparietto a margine dell’incontro.

Un partenariato per le energie rinnovabili

L’accordo tripartito è stato sottoscritto, alla presenza dello sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi, da Gilberto Pichetto Fratin, nostro ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Sultan Al Jaber, ministro dell’industria e delle tecnologie avanzate degli Emirati e presidente di Masdar (Abu Dhabi Future Energy Company), e Belinda Balluku, vicepremier e ministra delle infrastrutture e dell’energia albanese. 

L’intesa, come si legge in una nota, “definisce le principali aree di cooperazione tra Emirati Arabi Uniti, Italia e Albania, includendo lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile su scala gigawatt in Albania, con particolare attenzione al fotovoltaico solare, all’eolico e a soluzioni ibride con potenziale di accumulo tramite batterie. Una parte significativa di questa energia rinnovabile sarà trasmessa in Italia”. Inoltre, “il partenariato sovrintenderà all'implementazione di un’interconnessione elettrica transfrontaliera tra Albania e Italia”.

Meloni: “Transizione energetica? Serve pragmatismo”

Giorgia Meloni ha poi affrontato il tema della transizione energetica, che nella conferenza stampa dello scorso 9 gennaio era rimasto in secondo piano: per fare in modo che sia “concreta e sostenibile, dobbiamo assicurarci che sia realizzata con infrastrutture adeguate. Sviluppare le interconnessioni può essere la chiave di una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione fra noi e generare benefici condivisi fra tutti. Con questo approccio l’Italia vuole diventare un hub strategico per i flussi di energia fra Europa e Africa: abbiamo questa grande ambizione, che realizzeremo anche grazie al Piano Mattei e al piano di cooperazione con i paesi africani che abbiamo lanciato tempo fa”.

La fusione nucleare può cambiare la storia”

Ciò che conta per la transizione è “essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo richiede”, ha proseguito Meloni, sottolineando che “non riusciremo a triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile nel 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o ad accantonare, per ragioni ideologiche, soluzioni che potrebbero invece contribuire a costruire una valida alternativa ai combustibili fossili”. 

Secondo le stime, citate dalla premier, la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il PIL globale raddoppierà nel decennio successivo: “Ciò farà inesorabilmente aumentare la domanda di energia, non ultimo a causa delle crescenti esigenze derivanti dallo  sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa”. 

Bisogna quindi, ha proseguito Meloni, puntare su “un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate, senza dimenticare il nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, che può veramente cambiare la storia”. In questa direzione “l’Italia sta giocando il suo ruolo”, ha concluso la premier.

Italia “hub strategico” fra Europa e Africa

Del ruolo dell’Italia come “hub energetico e ponte tra Europa e Africa” ha parlato martedì 14 gennaio anche il ministro Pichetto Fratin, in occasione della firma a Riad di un memorandum d’intesa, che avrà una validità di cinque anni, con il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz Bin Salman Al Saud.

Il nostro paese sta avviando “partenariati reciprocamente vantaggiosi basati sul ruolo strategico delle energie rinnovabili e dell’idrogeno”, ha sottolineato. “A tal fine conosciamo bene il ruolo dell’Arabia Saudita nell’area per la promozione della produzione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni e dei suoi derivati come l’ammoniaca. Anche per questo confermo che l’Italia può essere un punto di ingresso dell’idrogeno e derivati nel mercato europeo molto più vicino, competitivo e strategico di altre alternative sul Mare del Nord”.

 

In foto: Giorgia Meloni, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, Edi Rama, con i rispettivi ministri, alla firma dell’accordo