La Commissione Europea ha annunciato un investimento record di quasi 1,25 miliardi di euro attraverso il programma Connecting Europe Facility (CEF). I fondi saranno destinati a 41 progetti infrastrutturali energetici transfrontalieri, classificati come Projects of Common Interest (PCI) e Projects of Mutual Interest (PMI) nel 2024, nell’ambito della politica delle Reti transeuropee per l'energia (TEN-E).
Si tratta del più grande bando mai lanciato dal CEF, sia per il numero di domande ricevute che per l'ammontare dei finanziamenti, superando il budget iniziale di 850 milioni di euro. È anche il primo bando che, grazie alla revisione del regolamento TEN-E, include progetti legati all’idrogeno e alle reti elettriche offshore. Secondo il Report Draghi, questi investimenti sono cruciali per garantire la competitività dell’Europa e raggiungere gli obiettivi di integrazione del mercato energetico e decarbonizzazione.
Dopo la valutazione delle domande, gli stati membri hanno approvato la proposta della Commissione nel Comitato di coordinamento del CEF il 28 gennaio 2025. Ora seguirà l'adozione formale della decisione di aggiudicazione e la preparazione degli accordi di sovvenzione da parte dell'Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l'ambiente (CINEA). Il prossimo bando CEF Energia per le infrastrutture energetiche è previsto per il 2025.
I progetti finanziati
I fondi saranno suddivisi tra 5 progetti di costruzione e 36 studi di fattibilità. Circa 750 milioni di euro saranno destinati a otto progetti di reti elettriche, incluse le reti offshore e smart grid. Tra questi, il finanziamento più significativo, pari a 645 milioni di euro, andrà al Bornholm Energy Island project nel Mar Baltico. Questo innovativo interconnettore ibrido collegherà Danimarca e Germania, integrando 3 GW di energia eolica offshore.
Un altro contributo di quasi 33 milioni di euro andrà a Danube InGrid, un progetto smart grid tra Ungheria e Slovacchia che migliorerà l’integrazione delle rinnovabili e l’equilibrio del sistema elettrico. Altri sei progetti in Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Slovacchia e Spagna riceveranno finanziamenti per studi di supporto.
Investimenti nell'idrogeno e cattura CO₂
Per accelerare la transizione industriale, oltre 250 milioni di euro saranno destinati a 21 studi sull’infrastruttura dell’idrogeno. Questi fondi ridurranno i rischi di investimento in un settore emergente e rafforzeranno il quadro normativo introdotto dal pacchetto UE sui mercati dell’idrogeno e del gas decarbonizzato. Tra i progetti finanziati figurano il BarMar-H2med tra Spagna e Francia, i backbone projects in Italia, Portogallo e Spagna e i corridoi dell’idrogeno nella regione baltica.
Un ulteriore investimento di 250 milioni di euro sarà destinato a tre progetti di costruzione e nove studi per infrastrutture di stoccaggio della CO₂. Tra questi, il Prinos storage facility in Grecia riceverà quasi 120 milioni di euro, contribuendo alla prima catena del valore per la cattura e lo stoccaggio del carbonio nel Mediterraneo sud-orientale. Il progetto North Sea L10 CO2 Storage nei Paesi Bassi riceverà 55 milioni di euro, mentre il Norne CO₂ in Danimarca beneficerà di quasi 12 milioni di euro. Questi progetti aiuteranno l’UE a raggiungere l'obiettivo di 50 milioni di tonnellate di capacità di iniezione annuale di CO₂ entro il 2030, come stabilito nel Net Zero Industry Act.
In copertina: immagine Envato