Oltre tre ore di conferenza stampa per Giorgia Meloni e nessun accenno alla crisi climatica. Dai giornalisti 42 domande alla Presidente del consiglio e nessuna diretta a chiedere conto delle azioni (più che altro non compiute) del Governo sul tema.
In Italia la crisi climatica si sta manifestando con sempre più forza e frequenza, come riportano i dati diffusi dal Report dell'Osservatorio di Legambiente. L’andamento del 2022 è stato tristemente sorpassato da quello del 2023, con un numero di eventi estremi cresciuti del 22% rispetto all’anno precedente. Materia Rinnovabile ha approfondito le devastazioni della grandine in Lombardia e l’alluvione in Emilia-Romagna, ma il computo totale è di 378 eventi estremi in Italia solo nel 2023.
A fronte di tutto ciò, il Governo Meloni ha fatto finora ben poco, dal taglio ai fondi PNRR destinati a contrastare il dissesto idrogeologico, alla Legge di Bilancio deludente per l’ambiente, all’approvazione di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC) già vecchio e lacunoso.
Può quindi deludere ma non certo stupire l’assenza del tema climatico nelle parole della Presidente del Consiglio alla conferenza stampa di fine anno tenutasi il 4 gennaio 2024, atta a fare il punto di quanto compiuto dal suo Governo finora e quanto ancora da compiere. Ciò che stupisce, invece, è l’assenza dei temi climatici anche nelle domande dei giornalisti. Certo gli argomenti da trattare erano molti e importanti, dalle pensioni al MES, dalle privatizzazioni alle persone migranti, ma anche la crisi climatica lo è.
Evidentemente non è ancora chiaro alla stampa italiana l’urgenza del tema, la necessità di agire subito perché il tempo rimastoci per evitare le conseguenze più disastrose è sempre più limitato. Neanche la vicinanza con la fine della COP28 che, pur con limiti e zone grigie, ha segnato l’inizio della fine delle fonti fossili sembra aver sollecitato abbastanza le coscienze di chi si occupa di informazione in Italia. Maggiore sensibilità potrebbe nascere con formazione e istruzione più consapevoli sul tema a tutti i livelli, dai giovani (che tanto la chiedono) a chi si dovrebbe occupare di spiegare l’attualità al Paese (che tanto ne ha bisogno). La regia, però, dovrebbe essere politica per risultare efficace su larga scala, non può essere lasciata in mano all’attivismo spontaneo o alla sensibilità dei singoli.
Di cosa invece si è parlato in conferenza stampa
Pur con riferimenti rapidi e fugaci, in conferenza stampa Meloni ha invece parlato di energia, Piano Mattei e intelligenza artificiale.
Sull’AI, la Presidente ha usato toni preoccupati, parlando di “intelletto umano che rischia di essere sostituito”. “L’intelligenza artificiale impatterà anche posti di lavoro di alto profilo. […] Organizzeremo un focus molto preciso sul tema dell’intelligenza artificiale al G7” (di cui l’Italia è presidente nel 2024) “e io sto già lavorando a un’iniziativa specifica sul tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro” perché “oggi rischiamo di fatto una sostituzione”.
Un altro focus della presidenza italiana del G7 sarà l’Africa, ha poi spiegato Meloni, “un continente potenzialmente ricchissimo, soprattutto di materie prime critiche, e una destabilizzazione che noi paghiamo più di chiunque altro. […] Quello che va fatto in Africa non è carità ma costruire rapporti di cooperazione seri, strategici, da pari a pari. […] Il Piano Mattei costruisce una prima idea di tutto ciò, con l’obiettivo che diventi un modello anche per altri Paesi europei e occidentali che oggi spesso lavorano in ordine sparso.”
Sullo stato di avanzamento del Piano Mattei, la Presidente dice che “è più avanti di quanto sembri” e sarà presentato in occasione della Conferenza Italia-Africa. Il Piano avrà un focus “su energia e sviluppo energetico”, temi che uniscono gli interessi di entrambe le parti “perché l’Africa è potenzialmente un grande produttore di energia e l’Europa ha un problema di approvvigionamento energetico”. Ed è a questo punto che Meloni ha fatto un piccolo e non più approfondito accenno allo sviluppo nel continente di africano di energie rinnovabili.
“Un errore che abbiamo fatto in passato è distribuire le risorse su tanti progetti piccoli, quello che voglio fare io invece è scegliere bene i progetti su cui investire, per poi col tempo ampliare il raggio di azione anche con l’aiuto di investitori privati. Ci sono dei progetti specifici che non dico adesso perché aspetto la presentazione ufficiale del Piano.”
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