Si annuncia un inverno complicato sul fronte delle bollette per le famiglie italiane. Secondo uno studio di ECCO, il think tank italiano per il clima, la stagione in arrivo sarà la “più cara di sempre” per i consumatori, con oneri che andranno addirittura oltre il livello registrato ai tempi della crisi energetica scatenata dall’invasione dell’Ucraina, tra 2022 e 2023. Colpa dell’aumento del prezzo del gas, che è salito a 48 euro per MWh per l’instabilità geopolitica dei paesi fornitori, si legge nella ricerca, nonostante gli stoccaggi siano pieni e i gasdotti di importazione siano stati utilizzati soltanto al 42% della loro capacità nominale negli ultimi dodici mesi (76% per i rigassificatori). Nel mese di novembre i consumi di gas nel settore civile hanno avuto un incremento del 9% rispetto al 2023, nonostante i prezzi elevati e anche per la poca sensibilizzazione del consumatore.
Risultato: tra lo scorso novembre e marzo del 2025, per una casa a Milano di 70 metri quadri in classe energetica G, si spenderanno 1.403 euro, un 20% in più rispetto all’anno della crisi 2022-2023, e addirittura un 68% in più rispetto all’inverno pre Covid del 2019-2020. Uno scenario preoccupante, anche perché sulla base di quanto affermato in altri due ricerche − una di Ener2Crowd sul contributo delle rinnovabili alla riduzione delle bollette, e una di 100% Rinnovabili Network, che analizza i possibili maggiori oneri per i consumatori legati ai progetti di ritorno all’utilizzo del nucleare per la generazione elettrica − altre fonti energetiche non potranno aiutarci a ridurre la bolletta energetica.
Le bollette del gas sono in aumento
Tornando alle bollette del gas, per Matteo Leonardi, cofondatore e direttore esecutivo di ECCO, “abitazioni poco efficienti e una continua dipendenza dal gas costringono oggi le famiglie italiane a pagare i costi dei ritardi della transizione. Sorprende che oggi, con un prezzo del gas tre volte più alto di settembre 2019 e una previsione di costo per le famiglie maggiore del periodo di crisi, non si vedono azioni legislative e nemmeno informative per mettere in sicurezza le famiglie”.
L’analisi di ECCO stima il costo della bolletta gas nel prossimo inverno per tre abitazioni tipo di 38, 70 e 110 mq a Milano, Roma e Palermo. A Milano per riscaldare, cucinare e produrre acqua calda, nel periodo tra novembre 2024 e marzo 2025, chi vive in una casa di 110 mq pagherà 382 euro in più rispetto al 2022-2023 e 108 euro per una casa di 38 mq. A Roma l’aumento arriva quasi a 430 euro per una casa di 70 mq, mentre a Palermo l’incremento sarà più lieve.
Una previsione molto negativa che secondo un altro grande esperto, il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, è però eccessiva. “Tensioni sui prezzi del gas ci sono, ma non userei toni apocalittici”, chiarisce l’economista. “Dai valori del 2022 siamo ancora molto lontani, quando toccammo anche i 330 euro/MWh in settembre. Detto questo, è vero che ragioni di preoccupazione ci sono, le stanno scontando i prezzi come accade sempre in anticipo, e a fine inverno, come sappiamo da tre anni, potremmo avere dei seri problemi. Anche noi di Nomisma Energia temiamo qualche instabilità.”
Sensori attivati anche all’ARERA, l’Autorità di controllo del settore energia reti e ambiente. L’organismo di garanzia, presieduto da Stefano Besseghini, a ottobre ha registrato un aumento del 5,3% dei prezzi del gas, seguito a novembre da uno del 4,6%. Lo stesso Besseghini a fine novembre parlò di "un mercato ancora particolarmente nervoso, teso, pronto a reagire in maniera molto rapida se ci sono situazioni di crisi, che rimangono”. Il timore è quello di possibili ripercussioni del rincaro del gas sulle bollette elettriche, visto che, nonostante tutto, ancora una parte rilevante della generazione elettrica − un po’ meno del 40% − viene assicurata dalle centrali che bruciano metano.
Il peso di nucleare e ritardo delle rinnovabili sulle bollette
A complicare le prospettive dei consumatori italiani ci sono altri due elementi. Il primo è che, se il gas rincara, il freno a mano che oggettivamente sta rallentando la diffusione delle rinnovabili in Italia ci costa almeno 8 miliardi di euro l’anno, portando la bolletta complessiva per i consumi domestici nazionali a quota 32 miliardi di euro, una cifra che supera del 22% la media europea. A metterlo in evidenza è un’analisi della piattaforma per gli investimenti green Ener2Crowd. “Questa differenza è attribuibile, in gran parte, al ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili”, commenta Giorgio Mottironi, CSO e cofondatore della società e Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde.
Paradossalmente, gli 8 miliardi di euro che gli italiani pagano in più a causa del ritardo nelle rinnovabili sono equivalenti a quanto dovremmo investire annualmente per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Investimenti che potrebbero generare 2,5 volte il valore economico iniziale in termini di filiere industriali e benefici per i finanziatori, visto che secondo Ener2Crowd.com i rendimenti per gli investitori nelle energie rinnovabili sono stimati tra il 7,5% e il 10% annuo.
Il secondo fattore negativo è il costo del ritorno al nucleare. Una ricerca della coalizione 100% Rinnovabili Network, promossa dalle associazioni ambientaliste e del terzo settore, da docenti universitari e ricercatori e da esponenti del mondo delle imprese e del sindacato, definisce il nucleare una “scelta insensata”, visto che in Europa nel 2023 il costo di generazione dell’elettricità prodotta da nuove centrali nucleari sarebbe di 170 dollari per MWh, contro i 50 del fotovoltaico (3,4 volte di meno del nucleare) e dell’eolico onshore di 60 dollari (2,8 volte di meno). Preoccupano anche i costi relativi a smantellamento, bonifica dei siti nucleari contaminati e gestione dei rifiuti radioattivi, che si attestano tra i 422 e i 566 miliardi di euro, sempre a livello continentale.
E i portentosi reattori piccoli, gli SMR (Small Modular Reactor)? L’energia elettrica generata con gli SMR – che ancora non sono stati costruiti in nessun paese occidentale – costerà più di quella prodotta dai reattori più grandi, dice la rassegna internazionale sui progetti in corso per gli SMR pubblicata da The World Nuclear Industry - Status Report 2024 (Mycle Schneider Consulting Project Paris, September 2024). Insomma, “il ritorno al nucleare, ancora di più per un paese come l’Italia che ne è uscito da molti anni, avrebbe un costo molto alto”, conclude 100% Rinnovabili Network.
Immagine: Envato