Secondo la UE, la Blue Economy italiana valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, generando materie prime, energia, cibo e turismo, e contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla prevenzione dei rischi naturali, contribuendo con circa 70 miliardi di euro all'economia nazionale e impiegando oltre 400.000 persone nel paese, che dispone di oltre 7.500 km di costa.

Per incentivare questo potenziale, Ecomondo, il principale evento europeo per la green e circular economy organizzato da Italian Exhibition Group (IEG), che nel 2024 si terrà alla Fiera di Rimini dal 5 all'8 novembre, offrirà una piattaforma unica per esplorare soluzioni innovative nella gestione delle risorse marine, con particolare attenzione alle energie rinnovabili marine e alla biotecnologia blu, settori emergenti che rappresentano una grande opportunità di crescita per le imprese italiane. “Ecomondo 2024 – spiega Alessandra Astolfi, direttrice della divisione Green & Technology di IEG − approfondirà temi chiave come la riduzione delle emissioni, la gestione sostenibile delle risorse marine e la promozione dell'economia circolare.”

Blue Economy, un mercato in espansione

Secondo l’ISTAT, a guidare la Blue Economy in Italia − che con Spagna e Grecia è tra i principali paesi per occupazione nel turismo costiero, con una forte presenza nella pesca e nell’acquacoltura – sono Liguria e Sicilia. La Liguria, con la cantieristica navale e una robusta rete portuale, registra un fatturato annuale di 5 miliardi di euro. La Sicilia, trainata dal turismo e dal trasporto marittimo, segue con 4,5 miliardi di euro.

Ma anche Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto si distinguono per la solidità delle infrastrutture portuali e il turismo marittimo, con ciascuna un fatturato che si avvicina o supera i 3 miliardi di euro. Sardegna (2,9 miliardi), Friuli-Venezia Giulia (2,7 miliardi), Calabria (2,4 miliardi), Lombardia (2,2 miliardi), e Piemonte (2 miliardi) offrono contributi significativi.

Mentre in Europa genera 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell'UE e supportando quasi 5 milioni di posti di lavoro, a livello globale la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di euro e potrebbe raddoppiare entro il 2030.

Un futuro sostenibile

La Blue Economy comprende settori tradizionali come pesca, acquacoltura, trasporto marittimo e turismo costiero, affiancati da settori emergenti come energie rinnovabili marine, energia eolica offshore, biotecnologia blu, robotica e intelligenza artificiale. Le infrastrutture portuali, la formazione e la pianificazione marittima sono cruciali per il futuro di questi settori.

Con un impegno crescente nella Blue Economy, l'Italia mira a consolidare la sua posizione di leader nella sostenibilità e nella valorizzazione delle risorse marine. “Il settore marittimo italiano non solo supporta economicamente il paese ma si impegna attivamente nella protezione ambientale e nella formazione di una nuova generazione di professionisti consapevoli”, conclude Astolfi. "La Blue Economy è vitale per il nostro futuro sostenibile, gli investimenti in tecnologie a basse emissioni e la gestione sostenibile delle risorse marine sono cruciali per mantenere e ampliare il suo impatto positivo." Anche per questo, Ecomondo dedicherà molto spazio al settore Water Cycle and Blue Economy, con diversi incontri e convegni dedicati. Il programma completo è disponibile sul sito ufficiale dell’evento.

 

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Immagine: Envato