Martedì 23 aprile il Parlamento Europeo ha adottato in via definitiva il Regolamento per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili (ESPR), meglio noto come Regolamento ecodesign. Il via libera della plenaria, riunita a Strasburgo, è arrivato con 455 voti favorevoli, 99 contrari e 54 astensioni, confermando a larga maggioranza il parere positivo dato dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) a gennaio. Le nuove norme, pilastro del pacchetto sull’economia circolare (Circular economy Action Plan, CEAP), puntano a migliorare i vari aspetti dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita per renderli più durevoli e affidabili, più facili da riutilizzare, aggiornare, riparare e riciclare, e fare in modo che utilizzino meno risorse, energia e acqua. I requisiti specifici per i prodotti saranno delineati dalla Commissione attraverso una normativa secondaria.
Nella stessa giornata l’Eurocamera ha votato in via definitiva anche la direttiva sul cosiddetto diritto alla riparazione per i consumatori. Le nuove norme forniscono chiarimenti sull'obbligo per i fabbricanti di riparare i beni e incoraggiano i consumatori a prolungare il ciclo di vita di un prodotto attraverso la sua riparazione. Il relatore René Repasi (nel gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo) ha dichiarato: "Il diritto dei consumatori a riparare i prodotti diventerà ora una realtà. Sarà più facile ed economico riparare i prodotti invece di acquistarne di nuovi e costosi. Si tratta di un risultato significativo per il Parlamento e per il suo impegno a dare potere ai consumatori nella lotta contro il cambiamento climatico".
Cosa prevede il Regolamento ecodesign
Il regolamento Ecodesign rappresenta una vera rivoluzione circolare nel Mercato Unico. Le norme rivedono le precedenti disposizioni UE sulla progettazione ecocompatibile (Direttiva 2009/125/EC), che però si applicavano solo ai prodotti connessi all'energia. Solo nel 2021, l'impatto delle attuali misure di progettazione ecocompatibile, che coprono 31 gruppi di prodotti, ha permesso di risparmiare 120 miliardi di euro di spesa energetica per i consumatori dell'UE e di ridurre del 10% il consumo energetico annuale dei prodotti in questione.
Grazie al testo approvato il 23 aprile, i requisiti di sostenibilità si estenderanno così a nuove categorie di prodotti, che verranno regolamentate attraverso normativa secondaria. La legge quadro chiede infatti alla Commissione di dare priorità a una serie di gruppi di prodotti nel suo primo piano di lavoro, tra cui ferro, acciaio, alluminio, tessili (in particolare indumenti e calzature), mobili, pneumatici, detergenti, vernici, lubrificanti e prodotti chimici.
"È tempo di porre fine al modello ‘prendi, produci, getta’ che è così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia”, ha dichiarato la relatrice Alessandra Moretti (nel gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo). “I nuovi prodotti saranno progettati in modo da avvantaggiare tutti, rispettare il nostro pianeta e proteggere l'ambiente. I prodotti sostenibili diventeranno la norma, consentendo ai consumatori di risparmiare energia, riparare e fare scelte ambientali intelligenti quando acquistano.” Dopo il voto del Parlamento, anche il consiglio deve ora approvare formalmente la legge, prima che possa entrare in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale UE.
Passaporto digitale e divieto di distruzione dei prodotti invenduti
Sono due le principali misure innovative previste dal Regolamento ecodesign. La prima, l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti (digital product passport), consentirà ai consumatori di effettuare scelte di acquisto informate. Il passaporto digitale fornirà informazioni sul ciclo di vita di un prodotto, dalla sua composizione all’impatto ambientale e alle indicazioni sullo smaltimento. La Commissione gestirà un portale web pubblico che consentirà ai consumatori di cercare e confrontare le informazioni contenute nei passaporti dei prodotti.
Infine, le nuove norme vietano specificamente la distruzione di abbigliamento, accessori e calzature invenduti, a partire da due anni dopo l'entrata in vigore della legge (sei anni per le imprese di medie dimensioni). In futuro, la Commissione potrà aggiungere ulteriori categorie all'elenco dei prodotti invenduti per i quali dovrebbe essere introdotto un divieto di distruzione.
Obbligo di riparazione, vantaggi per consumatori e ambiente
In misura complementare, la nuova direttiva sul diritto alla riparazione obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione “tempestivi ed economici” e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. Le merci in garanzia legale beneficeranno di un'ulteriore estensione di un anno, incentivando ulteriormente il consumatore a scegliere la riparazione anziché la sostituzione.
Anche dopo la fine della garanzia legale, i produttori saranno obbligati a effettuare riparazioni su comuni elettrodomestici che rientrano nelle categorie tecnicamente riparabili secondo le norme UE, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone. Questo elenco potrebbe essere ampliato in futuro. Ai consumatori verrà offerta l'opzione di utilizzare un dispositivo sostitutivo mentre il loro è in riparazione. In alternativa, potranno optare per un apparecchio ricondizionato.
Le norme mirano inoltre a rafforzare il mercato delle riparazioni dell'UE e a ridurne i costi. I produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti a un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. Per rendere le riparazioni più accessibili, ogni paese membro dovrà poi attuare almeno una strategia per promuovere le riparazioni. Tra gli interventi previsti vi potranno essere, ad esempio, buoni d’acquisto o fondi per la riparazione, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità.
Immagine: Luis MILLAN © European Union 2024