Accelerare sulla decarbonizzazione dei settori industriali. È questo il tema dei lavori para-negoziali a COP27, nella sesta giornata del summit sul clima. Un tema centrale che ha animato gli incontri a latere dei negoziati, mettendo a confronto aziende, società civile, pubbliche amministrazioni e politica, con un nutrito numero di eventi.
Oil&Gas e industria pesante alla prova della decarbonizzazione
I lavori hanno visto la partecipazione del settore Oil&Gas (che ha accreditato un numero record di lobbisti, 636), dell’industria pesante e chimica (acciaio, fertilizzanti, ecc) e di vari settori energivori (cemento, costruzioni, food).
L’annuncio più importante arriva da una coalizione di governi che rappresentano oltre la metà del PIL mondiale , che ha lanciato la Breakthrough Agenda: un piano d'azione di 12 mesi per contribuire a rendere le tecnologie pulite più economiche e più accessibili ovunque. A salutare l’iniziativa l’inviato per il clima americano John Kerry, che ha ribadito l’importanza di iniziative pubblico-private di questo tipo.
L’iniziativa è stata sostenuta dalle tre presidenze di COP26 (Gran Bretagna), COP27 (Egitto) e COP28 (Emirati Arabi Uniti) per sollecitare il settore privato ad accelerare i processi di decarbonizzazione, resi ancora più urgenti dagli shock dei prezzi del gas causati dalla guerra in Ucraina.
Investimenti, tecnologie e infrastrutture per decarbonizzare l’industria
La lista delle azioni prioritarie è lunga. Si parte dallo sviluppare definizioni comuni di decarbonizzazione del settore dell’acciaio, dell’idrogeno e delle batterie e a trovare strategie per movimentare miliardi di euro in investimenti e appalti, adottando soluzioni che garantiscano credibilità e trasparenza.
Focus in numerosi side-event sui progetti infrastrutturali essenziali. Come la lista di 50 impianti industriali su larga scala a zero emissioni (acciaierie e cementifici); il progetto di 100 Hydrogen Valleys, ovvero centri di produzione a grande scala di idrogeno come carburante (assente invece l’ammoniaca che da tempo offre interessanti prospettive come fuel); i grandi elettrodotti marini e transfrontalieri per creare una super-smart grid internazionale.
Fondamentale il tema del trasferimento tecnologico e del sostegno finanziario per la decarbonizzazione ai Paesi in via di sviluppo e mercati emergenti, che vedrà nascere un programma di transizione ecologica industriale sostenuto all’interno dei Climate Investment Funds, i fondi di finanza climatica creati da vari paesi.
Mobilità, in attesa del phase out dalla benzina
Spazio anche alla mobilità, tema su cui però si attende l’annuncio ufficiale durante il Solutions day (il 17 Novembre) di una data globale per il phase-out definitivo delle auto a benzina: il 2040. Inoltre vari paesi industrializzati confermeranno la propria adesione alla deadline europea del 2035. Un annuncio importante su cui bisognerà prendere nome e cognome di aziende, città e paesi che entreranno in questo elenco e dovranno essere pressate affinché mantengano gli impegni.
L’Alleanza per la decarbonizzazione e il greenwashing del petrolio
Durante la giornata, IRENA, The International Renewable Energy Agency, guidata dall’italiano Francesco La Camera ha presentato insieme al partner ce o-fondatore Siemens Energy l'Alleanza per la decarbonizzazione dell'industria nata a settembre durante il G20 Investment Forum on Energy Transition a Bali, in Indonesia. Folta la presenza italiana nel gruppo che vede la partecipazione di Enel Green Power, Eni, Technip Energies, EDF Renewables, JSW, Tata Steel, Sable Chemicals, Tatanga Energy, Repsol, Equinor e TAQA, oltre ai 13 nuovi membri OQ, KIS Group, VALE, ATC Development, Subsea7, Elsewedy Electric, FLSmidth, Petronas, Ecopetrol, Unilever, Envision, Alfanar Global Sviluppo e Gruppo Alzahid. Anche in questo caso tanto petrolio. “Ci rimane meno di un decennio per garantire una possibilità di combattimento per un mondo a 1,5°C. L'azione per il clima ha bisogno di leader del settore. Questa alleanza rappresenta il crescente impegno dell'industria globale ad agire sulla decarbonizzazione”.
Decisamente soverchiante però il numero di aziende dell’Oil&Gas in cerca di pubbliche relazioni positive, rispetto ad altri settori hard-to-abate. Non si sono fatte attendere le critiche da parte del Climate Action Network, che ha derubricato le varie iniziative sulle riduzioni di emissioni del settore fossile come greenwashing e come strategie per promuovere soluzioni tecnologiche inefficaci come il Carbon Capture and Storage. Un segnale che gli eventi che ruotano intorno alla COP, e che rivestono un peso mediatico e strategico sempre più importante, iniziano a giocare un ruolo importante di agenda setting industriale, nel bene e nel male.
Immagine: Maksym Kaharlytskyi (Unsplash)