La transizione ecologica deve essere ambiziosa e chi ha una responsabilità storica nelle emissioni di CO2 deve essere un precursore. Per questo la decisione, presa dai ministri dell’Ambiente europei riuniti a Lussemburgo, di dare uno stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel entro 2035 è davvero importante e storica.
Una nuova mobilità trasformerà le città
Largo a mobilità elettrica ma anche ad una mobilità pubblica e condivisa, leggera e ciclabile che sarà inevitabilmente sostenuta dai paesi membri e che richiederà un grande lavoro di ripianificazione delle città. La sfida non è semplice: servirà lavorare alacremente per dotare le città di quell’infrastruttura di produzione elettrica rinnovabile e di ricarica pubblica necessarie per la transizione all’elettrico.
La speranza è anche uno stop alle moto a benzina entro la stessa data, sostituite solo da veicoli elettrici, altrettanto performanti ma senza l’obbrobrio acustico dei motori a scoppio, vestigia di un passato fossile equiparabile al fumo nei locali. Ne faremo sicuramente a meno.
Ibridi, esenzioni e l’emendamento Ferrari
Alcuni paesi, tra cui Germania e Italia, hanno deciso di prendere in considerazione un futuro via libera per l'uso di tecnologie alternative come combustibili sintetici o ibridi plug-in se possono ottenere la completa eliminazione delle emissioni di gas serra. Le possibilità sono remote ma non impraticabili e in ogni caso questa sfida tecnologica fornirà risorse per nuovi carburanti per il settore aereo e navale, oltre che dei mezzi pesanti. Tenere questo tipo di opzioni sul tavolo è auspicabile.
È stata approvata anche la proroga di cinque anni dell'esenzione dagli obblighi di CO2 concessa ai produttori cosiddetti "di nicchia", ovvero quelli che producono meno di 10.000 veicoli all'anno, fino alla fine del 2035. La clausola, nota come "emendamento Ferrari", andrà a beneficio in particolare dei marchi del lusso. Questa sarebbe stata forse evitabile, ma le emissioni sono in fondo trascurabili.
Non mancano le reazioni ostili. Ma non resta che farsene una ragione. Aria pulita, più silenzio nelle città, auto che fungono da sistemi di accumulo nelle smart grid, nodo centrale della futura rete elettrica. Oggi l’Europa ha votato il futuro, avanti così.
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