Agricoltura rigenerativa e valorizzazione dei residui agricoli, bioenergia dai rifiuti, materiali biobased per il packaging, biomateriali per la moda e l’edilizia. Sentiamo parlare sempre più spesso di bioeconomia circolare, ma quanti sanno davvero di cosa si tratta? Come spiegarla in maniera semplice? In che direzione stiamo andando, in Italia e nel mondo?

A fornire una panoramica chiara e aggiornata è il libro Che cosa è la bioeconomia circolare di Mario Bonaccorso, giornalista, direttore di SPRING, il Cluster italiano della bioeconomia circolare, e fondatore de Il Bioeconomista, The First Bioeconomy Blog (considerato oggi, secondo un’analisi Feedspot, il blog più autorevole sulla bioeconomia a livello globale).

Il volume, settimo titolo della collana Che cosa è di Edizioni Ambiente – che con le edizioni passate ha toccato altri grandi temi al centro del dibattito sulla sostenibilità, come la biodiversità, l’energia rinnovabile, la decrescita e l’economia circolare – documenta le trasformazioni di un settore economico in rapida crescita, quello che attinge sia dalle risorse biologiche rinnovabili provenienti dalla terra e dal mare, sia dai princìpi dell’economia circolare.

Bioeconomia in Europa, un settore da oltre 1.700 miliardi di euro

Dalle politiche pubbliche alla ricerca, fino alle strategie industriali. Il libro di Bonaccorso esplora gli sviluppi in tema di bioeconomia dei principali settori coinvolti, fra cui automotive, alimentare, edilizia, tessile e moda. Il tutto con particolare attenzione a ciò che sta accadendo nei Paesi leader di questa trasformazione in Europa.

“La bioeconomia circolare rappresenta un cambio di paradigma dirompente che ci consente di riconciliare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro altamente qualificati con la tutela dell’ambiente e della salute umana e animale”, spiega l’autore in una nota. “Si tratta di un pilastro del Green New Deal, che nei soli quattro maggiori Paesi europei (Germania, Francia, Italia e Spagna) vale 1.700 miliardi di euro, ma che è incomprensibilmente assente dal PNRR in Italia e persino dal Rapporto Draghi sulla competitività in Europa”.

Secondo i dati riportati nel nono Rapporto sulla Bioeconomia in Europa infatti, la bioeconomia europea ha generato nel 2022 un output di circa 1.740 miliardi di euro, occupando oltre 7,6 milioni di persone. Una vera e propria leva per lo sviluppo economico e per la creazione di nuovi posti di lavoro anche in aree marginali, rurali o a rischio di abbandono. Che cosa è la bioeconoa circolare mira a far conoscere in modo sempre più approfondito questo paradigma economico e sociale ai policy maker, ma soprattutto all’opinione pubblica, poiché nessuna rivoluzione industriale può avvenire senza una parallela rivoluzione culturale.

Partendo dalla definizione di bioeconomia circolare, il libro di Bonaccorso analizza le diverse strategie adottate nel mondo ed esplora i settori in cui l’innovazione dei bioprodotti è già consolidata. Il tutto con un’occhio di riguardo alla dimensione sociale e culturale, con riferimenti che vanno da Georgescu-Roegen al movimento Fridays for Future.

“Ho avuto il piacere di intervistare alcuni dei maggiori esperti della bioeconomia circolare: Catia Bastioli, John Bell, Mathieu Flamini, Fabio Fava, David Chiaramonti, Edoardo Croci, Marc Palahi, Christian Patermann e Massimo Centemero”, racconta l’autore. “Le interviste inserite nel libro permettono di raccontare con la voce dei protagonisti i cambiamenti in corso a livello industriale, geopolitico, accademico, finanziario e sociale. Per stimolare il settore e farlo diventare sempre di più un pilastro della lotta al cambiamento climatico, servono nuovi codici statistici, un nuovo sistema di analisi del ciclo di vita, un sistema di standard ed etichettature legato ad appalti pubblici verdi. Tutto ciò che gli Stati Uniti hanno già fatto o stanno facendo, mentre l’Unione Europea sembra ancorata alle sole parole con il rischio di perdere la grande opportunità di guidare la trasformazione in atto.”

 

Immagine: Edizioni Ambiente