Nei paesi che hanno reti molto sviluppate, come USA, Italia, Giappone e Germania, è opportuno favorire i consumi di combustibili alternativi sulle reti esistenti in supporto a una forte elettrificazione. Per questo è necessario, dove ci sono reti capillari di gas, un sostegno importante alla produzione di gas rinnovabile, come il biometano, da impianti che trasformano il biogas derivato dalla fermentazione di sottoprodotti agricoli, colture di rotazione o scarti dall’industria dell’allevamento.
Vi sono però altre forme di produzione del biogas meno diffuse e meno incentivate, pur essendo l’ossatura dell’economia circolare, visto che, oltre alla produzione energetica, permettono la risoluzione di tematiche di raccolta rifiuti e di limitazione delle emissioni climalteranti in atmosfera: le discariche, gli impianti di trattamento della FORSU e, in misura minore, il processo di digestione fanghi presso gli impianti di trattamento delle acque reflue.
Le tecnologie di Waga Energy
Una delle tecnologie per catturare i biogas da discariche e impianti di trattamento delle acque reflue sono i sistemi di Waga Energy, corporation francese attiva in numerosi paesi. “Il nostro sistema WAGABOX è in grado di captare il biogas e convertirlo in biometano da immettere nella rete o liquefare, mentre solitamente il 90% del biogas in discarica è bruciato in maniera inefficiente o emesso in atmosfera”, spiega Andrea Baldini, amministratore delegato di Waga Energy Italia. “In questo modo siamo in grado di ridurre le emissioni fuggitive di CO₂ e CH₄ in atmosfera, eliminare gli odori e massimizzare la produzione energetica e, conseguentemente, i ricavi per i gestori delle discariche.”
A oggi ci sono 22 WAGABOX in funzione e 15 in fase di installazione, principalmente in USA, Canada e Francia, ma in arrivo anche in altri paesi come l’Italia. “L’Italia ha un grande potenziale, con 117 discariche attive”, continua Baldini. “Si stima che, se si sfruttasse il biogas prodotto nelle discariche di maggior dimensione, si otterrebbe una produzione di energia di oltre 1 Twh all’anno, ossia un volume di biometano di 120 milioni di metri cubi all’anno, pari allo 0,2% del consumo nazionale di gas naturale attuale.”
Energia circolare
Sebbene si vada sempre più verso un’economia circolare degli scarti, le discariche non scompariranno. “Anche con un’efficace raccolta differenziata dell’umido e la separazione della FORSU e di tutti i materiali recuperabili, che noi di Waga Energy auspichiamo, le discariche controllate continueranno a produrre biogas, in quanto il cosiddetto rifiuto indifferenziato o residuo contiene comunque materiale organico a fermentazione lenta (non umido) in grado di produrre biogas”, commenta Baldini. “Sarebbe sbagliato non utilizzare questa risorsa energetica pronta all’uso e con impianti realizzabili in poco tempo.”
Waga Energy oggi lavora a mercato certificando e commercializzando il biometano senza alcun supporto in Italia. L’auspicio dell’azienda è che si possa implementare una politica di incentivazione, analogamente a quanto è previsto per il biometano di produzione agricola e per la FORSU, che possa calmierare i rischi connessi al mercato dell’energia nel medio-lungo periodo, supportando l’eliminazione di gas climalteranti in atmosfera e la produzione di carburanti con impatto decarbonizzante se comparati agli omologhi idrocarburi derivanti dall’estrazione. “Lo sviluppo della tecnologia WAGABOX porterebbe a due vantaggi fondamentali”, conclude Baldini. “Il primo è sfruttare una fonte rinnovabile che consentirebbe altresì un presidio sulla discarica anche dopo la sua chiusura. Il secondo è la riduzione delle emissioni in atmosfera di CH4 e CO2 per contrastare il cambiamento climatico.”
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Immagini: Waga Energy
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