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È un’esplorazione immersiva nel mondo dei materiali quella che propone la sezione Think Tank del numero 54 di Materia Rinnovabile. Come sempre abbiamo invitato alla nostra tavola rotonda virtuale esperti internazionali dal campo della ricerca, dell’economia e della politica. La sezione si apre con un’intervista a Melissa Barbanell del World Resource Institute, che affronta il difficile tema delle materie prime critiche necessarie alla transizione energetica, e della loro gestione responsabile e sostenibile.
La parola passa poi a Cillian Lohan del Comitato economico e sociale europeo (CESE), che fa il punto sulla transizione circolare, tema fondamentale per garantire un approvvigionamento più sicuro di materiali per il futuro. Infine, il giornalista e scrittore britannico Ed Conway ci porta in uno straordinario viaggio nella “materia del mondo”, disegnando la mappa delle catene di fornitura globali, degli impatti ambientali e degli interessi geopolitici legati ai sei elementi su cui si basa l’economia moderna. Qui di seguito, un assaggio dei temi di cui abbiamo parlato. Le interviste complete le potete leggere su Materia Rinnovabile #54.
Melissa Barbanell: Materiali globali
A un anno dalla COP28 di Dubai, segnata dal “transitioning away” dai combustibili fossili e dall’impegno di triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale, la domanda di materie prime critiche sta esplodendo. Litio, rame, cobalto e terre rare sono diventati indispensabili per la produzione di tecnologie verdi e soluzioni per la decarbonizzazione, alimentando un mercato in rapida espansione che ha dato vita a una nuova "corsa all'oro".
Tuttavia, questa crescente domanda solleva importanti questioni legate all'approvvigionamento responsabile, alla protezione dell'ambiente e alla necessità di garantire una transizione equa per tutti i paesi del globo. In questo scenario, l’adozione di nuove tecniche di estrazione, unitamente all’introduzione di normative globali per la tracciabilità dei materiali e il loro riciclo, è fondamentale per assicurare una gestione delle risorse che sia responsabile, sostenibile e trasparente. Emanuele Bompan ha chiesto a Melissa Barbanell, Direttrice U.S.-International Engagement presso il World Resources Institute, di fare chiarezza sul tema.
Cillian Lohan: Filiere circolari per un futuro di abbondanza
Che l’economia circolare vada di moda è oggi fuor di dubbio. Ma se il concetto di circolarità piace molto e non si perde occasione per fregiarsene, quando si passa alla sostanza gli entusiasmi si ridimensionano. Materiali recuperati, riciclati, rigenerati, riusati fanno ancora fatica a trovare il loro posto nei processi produttivi e nelle catene di fornitura globali. Tanto che il Circularity Gap Report, negli ultimi anni, ha registrato un calo costante del tasso di circolarità globale, arrivando a uno sconfortante 7,2%. E anche l’Europa, che pure mantiene la sua posizione di leader mondiale nell’economia circolare, è ancora indietro rispetto agli obiettivi fissati per il 2030.
Cosa serve dunque per accelerare la transizione e dare ai materiali circolari la piena dignità di materie prime nelle supply chain europee e globali? Giorgia Marino lo ha chiesto a Cillian Lohan, già vicepresidente per le comunicazioni del Comitato economico e sociale europeo (CESE), nonché fondatore e presidente inaugurale della European Circular Economy Stakeholder Platform, il network rivolto a tutti gli attori e le istituzioni che lavorano per la transizione circolare in Europa.
Ed Conway: Una mappa del mondo materiale
La rivoluzione digitale, la dematerializzazione del lavoro, il web, i social network ci danno oggi la falsa impressione di aver alleggerito la nostra impronta materiale sul mondo. Viviamo e lavoriamo costantemente connessi ad ambienti virtuali, ma perdiamo sempre più di vista il legame con il mondo concreto delle risorse, dei minerali estratti dalla roccia, degli utensili affondati nel suolo, della materia. Eppure è ancora, e sarà sempre, l’impalcatura fisica del mondo materiale a sorreggere l’universo immateriale in cui, ingannandoci, crediamo di vivere. A correggere questa distorsione prospettica ci ha pensato Ed Conway con il saggio La materia del mondo. Una storia della civiltà in sei elementi, edito in Italia da Marsilio e vincitore del Premio Galileo 2024.
Lo scrittore e giornalista britannico si tuffa in uno straordinario viaggio nel mondo materiale, seguendo il lungo processo che trasforma la sabbia silicea in microchip, scendendo in profonde e bianchissime miniere di sale, entrando negli altoforni dove si fonde la roccia per ottenere il ferro, insinuandosi nei cavi di rame che portano l’elettricità in ogni angolo del pianeta, intrufolandosi nelle raffinerie di petrolio e affacciandosi sull’orlo degli spettrali laghi salmastri da cui si ricava il litio. E intanto disegna la mappa intricata delle catene di fornitura globali, degli impatti ambientali, degli interessi geopolitici e si interroga sulla resilienza della nostra civiltà, spesso appesa alla vulnerabilità di monopoli industriali in angoli remoti del pianeta. Giorgia Marino ha fatto una lunga chiacchierata con Ed Conway su sfide presenti e necessità future, fra mondo materiale e immateriale.
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In copertina: Melissa Barbanell, Cillian Lohan e Ed Conway