C’è tempo fino al 26 febbraio 2023 per candidarsi alla seconda call di Terra Next, il programma di accelerazione per startup e PMI innovative operanti nel settore della bioeconomia.
Il comparto in Italia vale 364 miliardi di euro e impiega due milioni di persone, ovvero l’8,2% dell’occupazione totale. Dopo il primo percorso concluso a maggio con la selezione di 8 startup impegnate nello sviluppo di soluzioni per i processi di biodegradazione, cosmesi e la produzione di bioplastiche degradabili, l’attenzione sarà ora rivolta alla selezione di realtà operanti nei campi della nutraceutica, dei circular & bio-materials e dell’agricoltura rigenerativa.
Il programma fa parte della Rete Nazionale Acceleratori CDP, un network presente su tutto il territorio italiano che ha l’obiettivo di sostenere la crescita di startup specializzate nei mercati a maggiore potenziale.
Un network per far crescere la bioeconomia
Nata dall’iniziativa di CDP Venture Capital, Terra Next vede la partecipazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center in qualità di co-ideatore e promotore, con il supporto di Cariplo Factory, che gestisce operativamente il programma. L’acceleratore ha una dotazione iniziale di circa 3,8 milioni di euro stanziati dal Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital e circa 1,3 milioni stanziati da Intesa Sanpaolo Innovation Center e i partners.
“La Rete Nazionale Acceleratori è un progetto infrastrutturale che abbiamo lanciato per stimolare la creazione di un network di snodi sul territorio – ha detto Stefano Molino, responsabile del Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital - focalizzati ciascuno su un mercato a elevato potenziale di crescita e per sostenere la crescita di startup specializzate di alta qualità. L’elemento del network rappresentato in Terra Next è per noi essenziale per realizzare un modello sinergico fra operatori del settore, aziende e investitori che risulta molto efficace per sviluppare talenti e creare opportunità di crescita.”
Come funziona Terra Next
L’acceleratore è pensato per un asse temporale di 3 anni e ogni anno viene lanciato un percorso che seleziona fino a un massimo di 10 startup. Le startup e PMI innovative ricercate in questa seconda call operano nei settori della nutraceutica, circular & bio-materials e agricoltura rigenerativa. Le società interessate avranno tempo fino al 26 febbraio 2023 per candidarsi attraverso il sito web dell’acceleratore.
A conclusione della fase di candidatura, la commissione di valutazione di Terra Next – composta da promotori, consiglieri e partner aziendali coinvolti – selezionerà fino a 10 startup e PMI innovative che accederanno al programma, beneficiando di un investimento iniziale e di un percorso di 3 mesi con base a Napoli, presso il Campus di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II. Durante questi mesi avranno l’opportunità di crescere attraverso formazione, networking e momenti di approfondimento frontale dedicati al consolidamento della propria posizione sul mercato, al modello di business, alla validazione tecnica e alla prototipazione delle soluzioni, al supporto per il go-to-market e al fundraising. Inoltre, i migliori team avranno accesso a ulteriori investimenti per circa 1 milione di euro, già stanziati dai promotori.
I partner e i numeri della bioeconomia
L’acceleratore prevede inoltre il coinvolgimento di partner istituzionali e scientifici di spicco come la Fondazione con il Sud, l’Università Federico II di Napoli, il Campania Digital Innovation Hub, il Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare SPRING, il centro di innovazione deep tech Materias e il centro studi S.R.M. - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Terra Next coinvolge inoltre i corporate partner Pastificio Garofalo (core partner), Gruppo Getra, Gruppo Nestlé, Novamont, Aristea, Nolanplastica, Selepack e Tecno, che forniranno il loro contributo in termini di know-how, asset e network per lo sviluppo delle startup.
Proprio grazie alla collaborazione di questi partner, le startup selezionate potranno creare sinergie con soggetti industriali nel settore della bioeconomia, già eccellenza del made in Italy, che vanta un valore della produzione di 1500 miliardi di euro in Europa nel 2021 (Francia, Germania, Spagna e Italia) e solo in Italia di 364,3 miliardi di euro, circa 26 miliardi di euro più rispetto al 2019. Anche nel Mezzogiorno la bioeconomia ha un peso rilevante, generando un valore aggiunto di 24,9 miliardi di euro a livello locale.
Immagine: Daniel Oberg (Unsplash)