Aeronautica e Automotive diventeranno sempre più circolari. Nei prossimi 15 anni il rinnovamento dei veicoli nel settore aeronautico porterà alla dismissione di 15.000 velivoli. Nello stesso arco di tempo il settore automotive dovrà realizzare mezzi “riciclabili per l’85% del loro peso. Milioni di tonnellate di materiale da riciclare. Quantità immense che oggi l’industria del riciclo non è più in grado di reggere.

Dunque il tema del fine vita di prodotti e componenti è una delle sfide più importanti che ha davanti a sé l’intera filiera produttiva e del consumo. La ricerca può dare un contributo fondamentale. Proprio in questa direzione va il progetto Compass, da poco approvato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Horizon Europe.

Il progetto di ricerca della Ue con una dotazione di 6 milioni di euro finanzierà lo sviluppo di strumenti e nuove tecnologie in grado di garantire una seconda vita ai componenti di aeroplani e mezzi di trasporto su gomma. L’obiettivo generale è consentire la rigenerazione di circa il 30% di parti in lamiera e pannelli compositi termoplastici.

L’unico partner italiano è la società NeroSuBianco che, in qualità di Innovation Broker, avrà il compito di coordinare l’intero processo di disseminazione dei risultati della ricerca: in pratica promuovere il trasferimento tecnologico nell’industria italiana ed Europea e l’adozione delle nuove tecnologie sperimentate nel corso del programma.

Il progetto Compass prevede lo stanziamento di finanziamenti fino al 70% in attività di R&D per lo sviluppo e implementazione della tecnologia di processo di rigenerazione nei casi d’uso studiati nel progetto. Il capofila di Compass è il cluster tecnologico austriaco Profactor.

Come si ricicla un aereo?

L’esigenza alla base del progetto, che partirà a gennaio 2024 e durerà 3 anni è, da un lato, aumentare l’efficienza dei processi di riciclaggio e rigenerazione dei particolari in lamiera e, dall'altro, trovare una soluzione per grandi quantità di materiali termoplastici e/o fibrorinforzati, componenti a fine vita. In entrambi i casi l'approccio proposto è quello di prendere una scorciatoia rifabbricando i componenti sul posto, come lamiere e pannelli compositi, invece di convertirli in materia prima secondaria, raggiunto attraverso processi di (termo)formatura che consentono di rimodellare parti e componenti per conferire loro una seconda e terza vita.

Questi processi di rigenerazione saranno supportati da una serie di strumenti digitali basati su un passaporto dei componenti digitali. Gli strumenti realizzati consentiranno processi di smantellamento efficienti per estrarre lastre o pannelli, ad es. da un aereo, e aiuteranno a raccogliere informazioni pertinenti sui componenti durante la loro vita. I principali casi d’uso e dimostratori del progetto provengono dal settore aerospaziale e automobilistico e comprendono attori chiave lungo la catena del valore. Utilizzando gli strumenti digitali sarà possibile ottimizzare e tracciare le informazioni sui difetti, le rilavorazioni o le riparazioni effettuate durante la vita dei componenti.

La responsabilità estesa del produttore

Il quadro normativo di riferimento è quello della direttiva Europea 2018/851 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che modifica la Direttiva 20008/98/CE relativa ai rifiuti (Direttiva Rifiuti): introduce una serie di previsioni per migliorare il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti nell'Unione europea nell’ottica di passare a un’economia circolare.

Tra le principali novità introdotte da quella direttiva vi è la responsabilità estesa del produttore (EPR), cioè una serie di misure volte ad assicurare che i produttori siano responsabili – da un punto di vista finanziario e organizzativo – della gestione del fine vita dei prodotti da loro stessi immessi sul mercato. 

 

Immagine: Andrew Teoh, Unsplash