Il 21 febbraio l’European Scientific Advisory Board on Climate Change ha pubblicato il rapporto Scaling up carbon dioxide removals – Recommendations for navigating opportunities and risks in the EU, che traccia le possibili strade da percorrere per potenziare la rimozione della CO₂ dall'atmosfera. Tra le proposte principali c'è l'integrazione graduale dei metodi di rimozione permanente nel sistema di scambio delle emissioni dell’UE (ETS). Questo permetterebbe ai progetti di rimozione, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS) e la cattura diretta dell’aria con stoccaggio geologico (DACCS), di generare crediti di carbonio.

Il professor Ottmar Edenhofer, presidente dell’Advisory Board, ha chiarito che “una volta definito un quadro di certificazione robusto, integrare i metodi di rimozione permanente nel mercato del carbonio consentirà di bilanciare in modo efficiente riduzioni e rimozioni, garantendo al contempo il rispetto dei limiti ambientali”. Una precisazione necessaria, visto che i metodi di rimozione del carbonio restano un tema controverso nel dibattito climatico. Mentre la Commissione UE le considera essenziali e complementari a carbon sink naturali come suolo e foreste per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, non mancano le voci contrarie, con esperti e ONG che temono che l'accento sulla rimozione possa rallentare gli sforzi immediati per ridurre le emissioni, favorendo una sorta di “deterrenza alla mitigazione”.

Obiettivi distinti e integrazione delle rimozioni di CO₂ nell’ EU ETS

Secondo il rapporto, per fermare il riscaldamento globale e mitigare i suoi impatti, non basta ridurre le emissioni, ma si rende necessario anche rimuovere il carbonio già presente nell'atmosfera. Tuttavia, la diminuzione della capacità naturale di assorbire il carbonio e lo sviluppo lento delle tecnologie di rimozione richiedono politiche più accelerate. Il rapporto traccia una netta distinzione, raccomandando di fissare obiettivi separati per le emissioni, le rimozioni temporanee legate agli ecosistemi (come rimboschimento e sequestro nei suoli) e le rimozioni permanenti tramite tecnologie innovative. Stando al documento, questa distinzione aiuterebbe a dare segnali chiari agli investitori e promuovere il progresso tecnologico.

Responsabilità estesa dell’emettitore e ripristino di suoli e foreste

Il rapporto introduce anche il concetto di “responsabilità estesa dell’emettitore”, secondo cui le aziende che oggi producono emissioni dovrebbero contribuire economicamente alla loro futura rimozione. Questa misura, secondo il Comitato, risulterebbe cruciale per raggiungere emissioni nette negative. Un'altra sfida riguarda il calo della capacità di assorbimento dei terreni europei, aggravato da incendi, siccità e inondazioni.

Per invertire questa tendenza, l’Advisory Board suggerisce l’introduzione di strumenti di mercato che ricompensino i gestori del territorio per le pratiche di sequestro del carbonio e che, al contempo, penalizzino le emissioni nel settore agricolo e forestale. "Attualmente le politiche dell'UE sull'uso del suolo non sono sufficientemente allineate con gli obiettivi climatici e di sostenibilità”, ha commentato la professoressa Jette Bredahl Jacobsen, vicepresidente del Advisory Board. “Incentivi più intelligenti che ricompensino l'assorbimento nel settore fondiario possono generare fondi per contribuire a ripristinare i pozzi di carbonio dell'UE e a migliorare la resilienza degli ecosistemi ai cambiamenti climatici.”

 

In copertina: immagine Envato