“Forse abbiamo pubblicizzato poco la nostra cultura dell’economia circolare. Ma con grande soddisfazione devo dire che l’Italia è una nazione guida in questo settore”. Così il Ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani ha aperto, il 23 marzo, la terza Conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata dal Circular Economy Network. Dati alla mano, il Bel Paese si riconferma infatti leader in Europa in materia di circolarità. È quanto emerge dal Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021, redatto da CEN ed Enea e presentato nel corso dell’evento.
Cingolani: siamo leader nella circolarità, ma abbiamo il dovere di migliorare
“L’Italia ha oggi un tasso di circolarità di circa il 30% maggiore rispetto alla media europea e l’intera economia circolare italiana muove numeri straordinari: più di 210mila operatori e 70 miliardi di fatturato all’anno. Riciclare, del resto, fa parte delle nostre radici culturali: l’Italia è sempre stata povera di materie prime e perciò abbiamo fatto di necessità virtù. Questo ci ha portato oggi a ricoprire un ruolo di leadership in questo campo”. Nell’inaugurare con un video-messaggio la conferenza del 23 marzo, il Ministro Cingolani ha voluto mettere l’accento sul primato italiano, sottolineando però anche i margini di miglioramento possibili e le grandi potenzialità per il futuro. “Proprio perché ci siamo accorti di essere in questa posizione di guida nella transizione circolare, dobbiamo potenziare la nostra capacità. - ha dichiarato - Le tecnologie e i processi per l’economia circolare sono in questo momento storico centrali per il futuro delle prossime generazioni e dobbiamo valorizzarli al massimo. Il Recovery Fund è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per migliorare, mantenendo la posizione di leadership che già ricopriamo e possibilmente diventando un modello anche a livello mondiale”.
Insomma, il concetto è: non adagiamoci sugli allori. Che è poi ciò che ha ribadito anche Edo Ronchi, presidente del CEN, presentando il Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021. “È vero che il nostro Paese mantiene un ruolo di leadership. - ha detto Ronchi - Ma rispetto al peso che l’Unione Europea sta dando all’economia circolare, sembra che qui la stiamo un po’ sottovalutando”. Se infatti l’Italia, sommando i vari parametri analizzati dal rapporto (come la produttività delle risorse, il tasso di riciclo dei rifiuti, gli investimenti e l’occupazione nel settore), ottiene ancora il punteggio più alto, è anche vero che rispetto allo scorso anno ha perso un punto, mentre altre nazioni come la Francia ne hanno guadagnati.
Misurare la circolarità per essere più efficaci
Il vantaggio si accorcia. E il rallentamento, come emerge dal report, si registra soprattutto nel numero di brevetti (quindi nell’innovazione), negli investimenti e nell’occupazione.
Che fare dunque per non perdere la leadership? “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può e deve dare una spinta importante all’economia circolare italiana”, dichiara Ronchi. “In particolare, abbiamo bisogno di misurare in modo più preciso la circolarità e di quantificare le riduzione di CO2. Dobbiamo inoltre dare maggiore attenzione alla bioeconomia e focalizzarci sulla prevenzione dei rifiuti e sul riciclo, andando a colmare il gap impiantistico soprattutto nel Centro-Sud”.
Misure, queste, su cui ha insistito anche Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA, allargando però le sue considerazioni anche oltre i confini italiani. “È necessario ora un richiamo alla politica e alla governance perché mettano sempre più in relazione le politiche energetiche e di decarbonizzazione con l’economia circolare. E poi abbiamo bisogno di sviluppare dei nuovi indicatori per monitorare efficacemente gli effetti delle misure di circolarità adottate. L’economia circolare – ha concluso – è una sfida epocale e dobbiamo essere pronti ad affrontarla”.